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8.5/10
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Un'opera di una Zariya ancora in evoluzione, che presenta tante qualità dei suoi lavori successivi ma anche alcuni difetti che andranno a essere attenuati dalla maturità dell'autrice. Rispetto ai suoi lavori più recenti il sesso risulta meno integrato all'interno della trama, anche se resta comunque ben inserito e motivato se paragonato alla media degli yaoi in circolazione.

E' pur vero che nelle prime pagine di quest'opera ci sono diverse scene di abuso nei riguardi di Arata, ma è anche vero che la relazione tra Maki e Ren non è stata così scontata come potrebbe apparire all'inizio e, in questo senso, le scene di abuso risultano spiegate a livello di trama da quanto leggeremo successivamente nel volume. Il difetto, se vogliamo, è stato non inserire hint di queste spiegazioni fin da subito; in questo modo il lettore rischia di apparire straniato nelle prime pagine e farsi un'idea sbagliata dell'opera, quando qualche spiegazione in più data all'inizio avrebbe non tanto giustificato, ma permesso di comprendere e di immedesimarsi maggiormente in Maki fin da subito.

La relazione tra Maki e Ren è stata sotto diversi punti di vista complicata. E poco per volta emergerà nel volume il ruolo che in questa situazione ha giocato Yoshiaki, il fratello di Maki, e uno dei temi fondamentali dell'opera, l'accettazione di se stessi e dell'altro per quello che si è. Da sempre Maki quando si guarda allo specchio vede il volto di suo fratello, e così fanno i ricordi di Ren custoditi di Arata... ma Arata non è Ren, e anche se ci vorrà un volume intero alla fine Maki riuscirà a rendersene conto.
Non è facile in un volume unico, in particolar modo con il vincolo di inserire diverse scene di sesso per rientrare nel genere yaoi, riuscire a trasmettere un messaggio profondo e a gestire svolte e colpi di scena in maniera non scontata. Eppure Ranmaru Zariya ci riesce.
Tratto, ambientazione e caratterizzazione grafica dei personaggi divini come sempre.