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Una preziosa tecnologia è il segreto di Laputa, una città del cielo nascosta nella tempesta. Esiste o è un mito? Qualcuno afferma di averla vista e ne da una prova! Chi è costui? Perché Laputa è così importante, cosa nasconde?
Pazu e Sheeta sono i protagonisti di questa storia magica, l’esercito che pretende il potere e la giovane innocentemente interessata dall’avidità degli uomini. E i pirati? Pirati? Si proprio quelli di “Mamma mia” ma con buonismo marcato da un atteggiamento provocatorio e avventuroso! Ma la magica pietra che Sheeta ha ereditato porta con sé un temibile segreto.
Come si nota è una trama lineare, dolcissima e chiara mentre cova da un parte la purezza dei cuori dei due ragazzi, dall’altra partorisce l’avidità dell’umanità e la sua orribile potenza.
Le scene sono ben realizzate, ottimi dettagli, ottimi personaggi che parlano, ottima camera con il suo vasto registro di cam , soggettive, oggettive, campi lunghissimi nelle battaglie aeree; soluzioni narrative squisite e geniali come le Levipietra che prendono a illuminarsi. Ottima colonna sonora, bene i cattivi che riescono a risultare credibili. Il senso di Laputa è costruito, pomposo a tratti ma snello nell’esplicarsi; Solo il montaggio e qualche dialogo ne soffre ma in qualche scena.
Film da vedere perché premiato nel 1986. Ancora Storia del cinema d’animazione.