Recensione
2046
9.0/10
Squisitamente sentimentale, drammatico e a tratti persino comico. Ambientato negli annni 60, punteggiato di momenti onirico-fantascientifici e a tratti tragico, nostalgico, inquietante ma anche magico. Nei 129 minuti di 2046 non c'è tutto ma c'è moltissimo.
A cominciare da una trama che seppur destrutturata riesce a rimanere comprensibile ed avvincente sino all'ultimo. La fotografia invece, che con "In the mood for love" sembrava aver raggiunto una certa forma di "perfezione" formale, è ancora piu incisiva in quest'opera, sicuramente più "ariosa" e mai banale, sempre curata se pur decisamente diseguale.
La narrazione è tenuta si assieme dalla voce off del protagonista ma anche dalla profonda caratterizzazione e da un approfondimento psicologico essenziale dei personaggi e delle loro vicende. L'uso degli elementi plastici, la ricostruzione perfetta di un'epoca e il volo (assieme ai tanti voli del film) nell'universo futuribile del 2046: il tutto in un rimescolarsi di trame e di sottotesti. In sequenze caotiche e allo stesso tempo toccanti e apparentemente slegate, ricongiunte abilmente in un finale aperto.
Persino la ricerca musicale che in "In the mood for love" si esauriva nella rievocazione di un'epoca qui si vede moltiplicata insieme al moltiplicarsi delle relazioni sentimentali del protagonista. Kar Wai accenna in un'intervista addirittura ad un tentativo di espressionismo musicale attraverso la caratterizzazione dei personaggi rievocati con meccanismi simili a quelli della mente umana che associa suoni e canzoni a determinati ricordi o a persone del passato.
Infine gli attori: Un Tony Leung grandissimo è affiancato da 5 magistrali interpreti asiatiche (tra cui le arcifamose Gong Lee e Maggie Cheong in forma superlativa). Un discorso a parte meriterebbero riprese e montaggio geniali, l'intera opera potrebbe infatti essere smontata e rieditata completamente sequenza per sequenza senza perdere forza nè significato. Il raccontare attraverso segni e suoni quasi univoci sensazioni universali è una costante del cinema di più alto livello.
Con questa pellicola così poetica e struggente Wong Kar Wai si supera e (forse) si condanna.. riuscirà mai a fare di meglio?
A cominciare da una trama che seppur destrutturata riesce a rimanere comprensibile ed avvincente sino all'ultimo. La fotografia invece, che con "In the mood for love" sembrava aver raggiunto una certa forma di "perfezione" formale, è ancora piu incisiva in quest'opera, sicuramente più "ariosa" e mai banale, sempre curata se pur decisamente diseguale.
La narrazione è tenuta si assieme dalla voce off del protagonista ma anche dalla profonda caratterizzazione e da un approfondimento psicologico essenziale dei personaggi e delle loro vicende. L'uso degli elementi plastici, la ricostruzione perfetta di un'epoca e il volo (assieme ai tanti voli del film) nell'universo futuribile del 2046: il tutto in un rimescolarsi di trame e di sottotesti. In sequenze caotiche e allo stesso tempo toccanti e apparentemente slegate, ricongiunte abilmente in un finale aperto.
Persino la ricerca musicale che in "In the mood for love" si esauriva nella rievocazione di un'epoca qui si vede moltiplicata insieme al moltiplicarsi delle relazioni sentimentali del protagonista. Kar Wai accenna in un'intervista addirittura ad un tentativo di espressionismo musicale attraverso la caratterizzazione dei personaggi rievocati con meccanismi simili a quelli della mente umana che associa suoni e canzoni a determinati ricordi o a persone del passato.
Infine gli attori: Un Tony Leung grandissimo è affiancato da 5 magistrali interpreti asiatiche (tra cui le arcifamose Gong Lee e Maggie Cheong in forma superlativa). Un discorso a parte meriterebbero riprese e montaggio geniali, l'intera opera potrebbe infatti essere smontata e rieditata completamente sequenza per sequenza senza perdere forza nè significato. Il raccontare attraverso segni e suoni quasi univoci sensazioni universali è una costante del cinema di più alto livello.
Con questa pellicola così poetica e struggente Wong Kar Wai si supera e (forse) si condanna.. riuscirà mai a fare di meglio?