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Questa è la storia di come mio nonno Mirokusama iniziò a scrivere una recensione nel giorno del Signore 31 dicembre 2022, un dono prezioso lasciato alla mia famiglia per chiudere l’anno in armonia e abbracciare la nuova stagione con rinnovato spirito ottimista. Non si diceva un gran bene di lui, ma in fondo si è sempre saputo che sotto quella scorza burbera e indolente si nascondeva, appunto, un grande burbero e indolente, solo più fesso di quanto apparisse all’esterno. Eppure questo suo atto di generosità cambiò completamente il corso della vita di chi gli stava vicino… oppure fu semplicemente l’incipit di una recensione per fare un mediocre accostamento a un’opera altrettanto mediocre che fu costretto a guardare in quel periodo, e cioè “Il Natale di Angela”.

Cortometraggio a tema evidentemente natalizio, “Il Natale d Angela” racconta, con ben poca fantasia, appunto la storia di Angela, bambina di una famiglia irlandese di inizio Novecento che, durante la vigilia di Natale, combina inconsapevolmente una “marachella” quando, a fin di bene, ruba la statua di Gesù Bambino presente nella classica rappresentazione della natività in Chiesa durante il periodo dell’Avvento, perché convinta che il bambino sentisse freddo e voleva quindi riscaldarlo. Va da sé che questo atto getterà un po’ di scompiglio nella piccola comunità locale, ma nonostante tutto sarà l’occasione per più di un personaggio per imparare nuovamente ad apprezzare la bontà d’animo altrui e la felicità che il Natale può infonderci al di là delle condizioni sociali ed economiche che attraversiamo.

E niente, questo è, c’è davvero poco da aggiungere a questo concentrato di miele e bontà lungo poco più di 20 minuti, è un cortometraggio innocuo e indirizzato principalmente a un pubblico poco diverso per età dalla piccola Angela che potrebbe apprezzarlo senza problemi sì, anche se secondo me rischia di risultare un poco noioso. Dal punto di vista tecnico è un’opera poco più che mediocre al massimo, un 3D che a livello cinematografico ha almeno 15 anni sulle spalle rispetto all’anno effettivo di produzione e che non brilla davvero in nulla, né nel grezzo design dei personaggi, né nelle semplicissime ambientazioni né tanto meno in qualche guizzo registico o animato assolutamente assente. Di livello simile la colonna sonora, con canzoncine forse pure peggiori, mentre si può salvare il doppiaggio italiano che, storto o morto, fa il suo dovere. La vera “perla”, se così vogliamo definirla, di questo film però è il suo incipit a cui mi sono voluto velocemente rifare quando ho cominciato questa recensione, perché l’ho trovato assolutamente incomprensibile dato che comincia con un racconto in terza persona del figlio futuro di Angela che si prodiga a presentarci la madre e la sua famiglia preannunciando chissà quale avvenimento a lei legato nella storia che accenna a narrarci, salvo poi chiudersi senza che sia successo nulla che abbia effettivamente influenzato il futuro suo, di sua madre o di altri membri della sua famiglia. Non so se questa scelta sia stata voluta ed involontariamente geniale oppure faceva parte di una sceneggiatura diversa poi rimaneggiata col tempo, fatto sta che in mezzo a questa storia insipida e dimenticabile rappresenta l’unico elemento che veramente finisci per notare, il che è tutto dire.

Anche in virtù di questo non me la sento onestamente di segnalare questo “Il Natale di Angela” come un’opera imprescindibile da vedere, anche nel periodo natalizio in cui parrebbe evidentemente più adatta, per carità non fa assolutamente male vederlo ma in un periodo pieno di film più o meno a tema, soprattutto animati, come quello natalizio direi che c’è veramente di molto, molto meglio da poter scegliere, o almeno così la pensava la buonanima mio nonno. Discorso diverso sarebbe nel caso un eventuale sequel, “La Pasqua di Angela”, che guarda caso si festeggia proprio oggi e che tra uova e conigli si scrive praticamente da solo, e potrebbe già rappresentare un unicum rispetto all’abusato tema natalizio, figuriamoci se facessero una grande trilogia della croce con “L’Assunzione di Angela” ma qui forse comincio a volare talmente alto che neanche lo spirito santo può pensare di raggiungermi. Però, semmai dovessero venire alla luce questi due gioielli, quantomeno questa recensione testimonierà la mia lungimiranza, e non (solo) la mia follia.