Recensione
Terror in Resonance
9.5/10
Recensione di HakMaxSalv92
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Non si riescono a trovare le parole per interpretare e/o definire quanto appena visto, sentito, accaduto ed espresso qui. Quindi è necessario seguire un filo logico/cronologico molto sensibile e delicato, perché delicata e sensibile è la trama che ivi si profila. Ogni episodio costituisce un tassello/tessera di questo piccolo ma significativo mosaico di eventi, luoghi, momenti, situazioni, casi, contesti e vicende sia pubbliche che private trascurate per molto tempo e che improvvisamente, quando meno ce lo si aspetta, "riesplodono" in maniera spaventosa, terrificante, generando delle "onde" di diversa intensità crescente, che letteralmente e concretamente, a poco a poco, annientano e distruggono tutto ciò che incontrano, trascinando con sé tutti quelli che ne sono stati appunto protagonisti, testimoni e/o artefici indiretti e/o diretti.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Il tutto comincia con quello che all'apparenza sembra un gioco innocente, ma che in realtà di innocente non ha niente. Due ragazzini, Nine e Twelve, evasi da una struttura, decidono di vendicarsi del sistema che li ha rinchiusi per sottoporli ad esperimenti e trattamenti crudeli e disumani. Quindi decidono di organizzare un attentato, senza però stranamente uccidere nessuno, ma comunque provandoci, perché vogliono che il resto del mondo si accorga di loro, della loro esistenza/presenza, e quindi si accorga degli orrori, dei patimenti, delle sofferenze che sono stati costretti ad accettare, sopportare, tollerare nel nome del cosiddetto "progresso". A tal proposito caricano dei video su YouTube, perché vogliono farsi notare e mettere in evidenza sé stessi e palesare le loro intenzioni, attirando così l'attenzione. Per fare ciò, ricorrono a dei miti della classicità greca, inventando indovinelli sui miti, in particolare su quello di Edipo, e fornendo così indizi alla polizia riguardo alle ubicazioni degli ordigni e quindi degli obiettivi da loro designati per il compimento dei loro attentati. Sembrerebbe quindi che la trama sia già stata delineata, ma così non è: nei primi quattro episodi abbiamo visto l'attività dei due principali protagonisti/antagonisti, ma è dal quinto episodio che la situazione si fa particolarmente tesa, poiché subentra una loro vecchia conoscenza, ovvero Five, la quale dimostra di essere altrettanto pericolosa e spregiudicata, pur di raggiungere il suo scopo di eliminare i due. Quindi il caso assume poi connotati ancora più angoscianti, quando riemergono le vicende di molti personaggi secondari ma anche di quelli primari, i quali sono rimasti profondamente segnati dall'incontro e dal rapporto con questi. In particolare Nine, ma anche Five, hanno dei ricordi e dei sogni ricorrenti molto spiacevoli che riaffiorano molto spesso e li fanno sentire letteralmente e concretamente a terra, ma che li spingono anche a fare quello che fanno per raggiungere il loro scopo comune, ovvero mettere in luce le atrocità del governo giapponese e in particolare di alcuni suoi ex esponenti che si sono distinti per la loro spregiudicatezza nel finanziare un progetto così meschino e subdolo come "Atena" per la selezione di determinati bambini plusdotati o affetti dalla "famosa sindrome dell'idiota sapiente o de l'idiot savant", la quale può essere anche accostata alla Sindrome di Asperger o di Tourette. La polizia giapponese cerca di indagare fino in fondo, in modo particolare Shibazaki è determinato ad andare fino in fondo, anche ad interrogare gli ex esponenti del governo giapponese che avrebbero approvato il progetto Atena, tra cui quello che ha decretato il suo sollevamento dalla sua posizione di investigatore, ovvero Mamiya. Questi gli spiega il perché di tutto questo, affermandogli che, essendo uno dei sopravvissuti della Seconda Guerra Mondiale e delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, come i parenti di Shibazaki, non poteva tollerare e/o sopportare l'idea di essere sopravvissuto e che il Giappone fosse stato sconfitto. Pertanto, decise di utilizzare la sua influenza e il suo ruolo nel governo giapponese insieme ad altri esponenti, per fare in modo che il mondo precipitasse nel caos, e quindi approvò il progetto Atena per la creazione di esseri umani dotati di doti e facoltà superiore, per costruire un nuovo Giappone totalmente indipendente dagli Stati Uniti, i quali, a sua detta, come a detta di tanti conservatori e di tanti altri che li detestano, sono i principali responsabili degli attentati terroristici e di guerre nel resto del mondo, e che pertanto meritano di provare lo stesso terrore, la stessa angoscia e la stessa disperazione. Alla fine però i due ragazzi riescono a portare a compimento l'impresa, ma non tanto per dimostrare quello che Mamiya si aspettava che facessero, quanto per il fatto di voler essere notati per essere riconosciuti. Purtroppo muoiono, uno ucciso, l'altro alla fine per un collasso, per il fatto che si è tenuto dentro tutto questo per troppo tempo.
Sono proprio gli enigmi e gli indizi a fare da capisaldi e climax per l'intera vicenda, dal primo fino all'ultimo episodio, e costituiscono gli elementi imprescindibili e irrinunciabili per la comprensione della vicenda stessa. Il primo indizio che viene lasciato dai ragazzi è la parola islandese "von", la quale non va confusa con la preposizione tedesca "di" o" da", che in islandese significa speranza; in questo si intende speranza per sé stessi e per il mondo, affinché questi eventi tragici vengano messi in luce e non capitino mai più. Seguono poi gli enigmi della sfinge relativi alle due versioni del mito di Edipo, le quali sono dei rimandi al fatto che i due ragazzi sono stati abbandonati come tanti altri a sé stessi e sono stati e sono stati maltrattati e torturati, e sono in un certo senso destinati a portare avanti e a compiere il loro destino, ovvero distruggere in un certo senso quella "madrepatria" che li ha rinnegati e condannati a vivere una vita fatta di fughe, attacchi terroristici e altro ancora. Possiamo quindi dire che i messaggi relativi al mito che si collegano alla vicenda sono il nucleo attorno a cui ruota tutta la vicenda, ovvero che i ragazzi lasciati in balia di sé e che, essendo dotati di grandi facoltà, non vengono seguiti, cresciuti ed educati da nessuno, non ricevendo quindi alcuna forma di "amore", diventano potenziali criminali e scatenano quindi i loro impulsi più violenti contro i prossimi, per poter restituire il torto a chi glielo ha fatto.
La grafica è ben curata ed esalta molto la vicenda. Più che altro si può dire che è reale, ed è quindi caratterizzata da disegni realistici, così come realistica è l'applicazione del colore. C'è un particolare in uno degli episodi che Twelve illustra e che caratterizza benissimo la vicenda, ovvero quello di essere sinestetico, ovvero di associare suoni e colori nella sua coscienza dualistica, per mettere in risalto i suoi stati mentali, emotivi, e quindi le sue emozioni e sentimenti, che non fa fatica a dimostrare, a differenza del suo compagno Nine, il quale è invece più freddo e distaccato. Questo determina una prima netta differenziazione. Parlando di Lisa, lei sembra invece quasi patetica, per non dire che lo è, anche perché non svolge alcun ruolo significativo nella vicenda. Invece sono Five, Shibazaki e tutti gli altri personaggi più o meno primari e/o secondari a dare un nuovo impulso alla vicenda e a conferirle lo spessore che si intravede e che pone quindi questo anime di fatto tra i primi della classifica. Five è spietata e calcolatrice, mentre Shibazaki è intuitivo, deduttivo e arriva subito al nocciolo della vicenda.
Infine, la colonna sonora, a partire dalla sigla di apertura, per arrivare fino a quella di chiusura, passando per gli assoli di piano e alle sonorità jazz, è semplicemente unica e ben si accosta alla vicenda ivi rappresentata e illustrata, creando dei veri e propri stati di auto-contemplazione, auto-riflessione e auto-percezione/auto-introspezione indubbiamente spontanei e volontari, che hanno un impatto decisivo, forte e indelebile sui personaggi e sulla vicenda. In particolare, la sigla d'apertura parla dell'estate, la quale viene disprezzata da molti dei personaggi dell'anime, in particolare da Shibazaki, ma anche dagli altri, per il fatto che fa un caldo insopportabile, ma soprattutto dal fatto che il 6 e l'8 agosto 1945 ci sono state le due bombe atomiche che hanno distrutto Hiroshima e Nagasaki, da cui l'odio per l'estate.
Un piccolo capolavoro di animazione ma con un senso di profondità ineludibile e inevitabile, che fa rimanere lo spettatore di stucco e di sasso, obbligandolo a riflettere sulla propria natura e su quella della sua umanità in generale. Voto: 9,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Il tutto comincia con quello che all'apparenza sembra un gioco innocente, ma che in realtà di innocente non ha niente. Due ragazzini, Nine e Twelve, evasi da una struttura, decidono di vendicarsi del sistema che li ha rinchiusi per sottoporli ad esperimenti e trattamenti crudeli e disumani. Quindi decidono di organizzare un attentato, senza però stranamente uccidere nessuno, ma comunque provandoci, perché vogliono che il resto del mondo si accorga di loro, della loro esistenza/presenza, e quindi si accorga degli orrori, dei patimenti, delle sofferenze che sono stati costretti ad accettare, sopportare, tollerare nel nome del cosiddetto "progresso". A tal proposito caricano dei video su YouTube, perché vogliono farsi notare e mettere in evidenza sé stessi e palesare le loro intenzioni, attirando così l'attenzione. Per fare ciò, ricorrono a dei miti della classicità greca, inventando indovinelli sui miti, in particolare su quello di Edipo, e fornendo così indizi alla polizia riguardo alle ubicazioni degli ordigni e quindi degli obiettivi da loro designati per il compimento dei loro attentati. Sembrerebbe quindi che la trama sia già stata delineata, ma così non è: nei primi quattro episodi abbiamo visto l'attività dei due principali protagonisti/antagonisti, ma è dal quinto episodio che la situazione si fa particolarmente tesa, poiché subentra una loro vecchia conoscenza, ovvero Five, la quale dimostra di essere altrettanto pericolosa e spregiudicata, pur di raggiungere il suo scopo di eliminare i due. Quindi il caso assume poi connotati ancora più angoscianti, quando riemergono le vicende di molti personaggi secondari ma anche di quelli primari, i quali sono rimasti profondamente segnati dall'incontro e dal rapporto con questi. In particolare Nine, ma anche Five, hanno dei ricordi e dei sogni ricorrenti molto spiacevoli che riaffiorano molto spesso e li fanno sentire letteralmente e concretamente a terra, ma che li spingono anche a fare quello che fanno per raggiungere il loro scopo comune, ovvero mettere in luce le atrocità del governo giapponese e in particolare di alcuni suoi ex esponenti che si sono distinti per la loro spregiudicatezza nel finanziare un progetto così meschino e subdolo come "Atena" per la selezione di determinati bambini plusdotati o affetti dalla "famosa sindrome dell'idiota sapiente o de l'idiot savant", la quale può essere anche accostata alla Sindrome di Asperger o di Tourette. La polizia giapponese cerca di indagare fino in fondo, in modo particolare Shibazaki è determinato ad andare fino in fondo, anche ad interrogare gli ex esponenti del governo giapponese che avrebbero approvato il progetto Atena, tra cui quello che ha decretato il suo sollevamento dalla sua posizione di investigatore, ovvero Mamiya. Questi gli spiega il perché di tutto questo, affermandogli che, essendo uno dei sopravvissuti della Seconda Guerra Mondiale e delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, come i parenti di Shibazaki, non poteva tollerare e/o sopportare l'idea di essere sopravvissuto e che il Giappone fosse stato sconfitto. Pertanto, decise di utilizzare la sua influenza e il suo ruolo nel governo giapponese insieme ad altri esponenti, per fare in modo che il mondo precipitasse nel caos, e quindi approvò il progetto Atena per la creazione di esseri umani dotati di doti e facoltà superiore, per costruire un nuovo Giappone totalmente indipendente dagli Stati Uniti, i quali, a sua detta, come a detta di tanti conservatori e di tanti altri che li detestano, sono i principali responsabili degli attentati terroristici e di guerre nel resto del mondo, e che pertanto meritano di provare lo stesso terrore, la stessa angoscia e la stessa disperazione. Alla fine però i due ragazzi riescono a portare a compimento l'impresa, ma non tanto per dimostrare quello che Mamiya si aspettava che facessero, quanto per il fatto di voler essere notati per essere riconosciuti. Purtroppo muoiono, uno ucciso, l'altro alla fine per un collasso, per il fatto che si è tenuto dentro tutto questo per troppo tempo.
Sono proprio gli enigmi e gli indizi a fare da capisaldi e climax per l'intera vicenda, dal primo fino all'ultimo episodio, e costituiscono gli elementi imprescindibili e irrinunciabili per la comprensione della vicenda stessa. Il primo indizio che viene lasciato dai ragazzi è la parola islandese "von", la quale non va confusa con la preposizione tedesca "di" o" da", che in islandese significa speranza; in questo si intende speranza per sé stessi e per il mondo, affinché questi eventi tragici vengano messi in luce e non capitino mai più. Seguono poi gli enigmi della sfinge relativi alle due versioni del mito di Edipo, le quali sono dei rimandi al fatto che i due ragazzi sono stati abbandonati come tanti altri a sé stessi e sono stati e sono stati maltrattati e torturati, e sono in un certo senso destinati a portare avanti e a compiere il loro destino, ovvero distruggere in un certo senso quella "madrepatria" che li ha rinnegati e condannati a vivere una vita fatta di fughe, attacchi terroristici e altro ancora. Possiamo quindi dire che i messaggi relativi al mito che si collegano alla vicenda sono il nucleo attorno a cui ruota tutta la vicenda, ovvero che i ragazzi lasciati in balia di sé e che, essendo dotati di grandi facoltà, non vengono seguiti, cresciuti ed educati da nessuno, non ricevendo quindi alcuna forma di "amore", diventano potenziali criminali e scatenano quindi i loro impulsi più violenti contro i prossimi, per poter restituire il torto a chi glielo ha fatto.
La grafica è ben curata ed esalta molto la vicenda. Più che altro si può dire che è reale, ed è quindi caratterizzata da disegni realistici, così come realistica è l'applicazione del colore. C'è un particolare in uno degli episodi che Twelve illustra e che caratterizza benissimo la vicenda, ovvero quello di essere sinestetico, ovvero di associare suoni e colori nella sua coscienza dualistica, per mettere in risalto i suoi stati mentali, emotivi, e quindi le sue emozioni e sentimenti, che non fa fatica a dimostrare, a differenza del suo compagno Nine, il quale è invece più freddo e distaccato. Questo determina una prima netta differenziazione. Parlando di Lisa, lei sembra invece quasi patetica, per non dire che lo è, anche perché non svolge alcun ruolo significativo nella vicenda. Invece sono Five, Shibazaki e tutti gli altri personaggi più o meno primari e/o secondari a dare un nuovo impulso alla vicenda e a conferirle lo spessore che si intravede e che pone quindi questo anime di fatto tra i primi della classifica. Five è spietata e calcolatrice, mentre Shibazaki è intuitivo, deduttivo e arriva subito al nocciolo della vicenda.
Infine, la colonna sonora, a partire dalla sigla di apertura, per arrivare fino a quella di chiusura, passando per gli assoli di piano e alle sonorità jazz, è semplicemente unica e ben si accosta alla vicenda ivi rappresentata e illustrata, creando dei veri e propri stati di auto-contemplazione, auto-riflessione e auto-percezione/auto-introspezione indubbiamente spontanei e volontari, che hanno un impatto decisivo, forte e indelebile sui personaggi e sulla vicenda. In particolare, la sigla d'apertura parla dell'estate, la quale viene disprezzata da molti dei personaggi dell'anime, in particolare da Shibazaki, ma anche dagli altri, per il fatto che fa un caldo insopportabile, ma soprattutto dal fatto che il 6 e l'8 agosto 1945 ci sono state le due bombe atomiche che hanno distrutto Hiroshima e Nagasaki, da cui l'odio per l'estate.
Un piccolo capolavoro di animazione ma con un senso di profondità ineludibile e inevitabile, che fa rimanere lo spettatore di stucco e di sasso, obbligandolo a riflettere sulla propria natura e su quella della sua umanità in generale. Voto: 9,5