Recensione
Shirobako
8.5/10
“Shirobako” è una serie che qualsiasi appassionato di anime dovrebbe vedere almeno una volta nella vita. È una serie perfetta per curiosare tra i retroscena della creazione di una serie anime.
La protagonista è Aoi Miyamori, neoassunta come assistente alla produzione presso la Musashino Animation, per collaborare alla produzione della serie originale Exodus.
Aoi è entrata nel mondo dell’animazione spinta dalla promessa fatta a suon di ciambelle con le sue compagne del corso di animazione Ema Yasuhara, Midori Imai, Misa Tōdō e Shizuka Sakaki di realizzare un anime professionale insieme. Ciascuna specializzata in un ambito diverso (animazione, CG, sceneggiatura e doppiaggio), le quattro ragazze e Aoi ci permettono di indagare il mondo della produzione anime in ogni suo anfratto.
Se avete mai pensato che lavorare in questo settore sia bellissimo, questa serie vi darà conferma che è un settore bellissimo, dove si possono incontrare tantissimi professionisti diversi, plasmare da zero delle opere d’arte, creare qualcosa che incanti il pubblico. Ma il fatto che sia bellissimo non significa che sia semplice. La produzione di un anime richiede tantissime fasi, che coinvolgono un numero impressionante di professionisti e il tutto deve incastrarsi alla perfezione per rispettare le scadenze spesso strettissime. Basta che un solo ingranaggio si inceppi, per avere una reazione a catena disastrosa.
Grazie a questa serie ho scoperto che gli episodi riassuntivi, che ho sempre ritenuto inutili, in realtà sono l’ultima risorsa che i produttori sono costretti a tirare fuori quando la schedulazione è sull’orlo del collasso, per rispettare l’uscita settimanale degli episodi. Quindi d’ora in poi sarò molto più comprensiva quando ne incontrerò uno, figurandomi i casini che la produzione avrà certamente affrontato.
I personaggi sono realistici e ben approfonditi sia dal lato umano che dal lato tecnico. Aoi è molto vivace e dinamica e la sua forte personalità fa da legante tra tutti i personaggi.
Ogni fase ha il suo momento di approfondimento, dalla realizzazione della sceneggiatura e degli storyboard, alla realizzazione delle animazioni chiave, dalla scelta della palette di colori della serie, alle musiche, i suoni, il montaggio, il doppiaggio, fino alla consegna all’emittente televisiva. E in ciascuna fase trasudano una passione e un impegno contagiosi. Ho apprezzato tantissimo l’incontro con i tecnici del suono e vedere come vengono registrati anche i rumori più banali, come possono essere i passi sul selciato o nell’acqua. Sono rimasta sorpresa di come una differente scelta espressiva di un personaggio possa rivoluzionare radicalmente la scena e il suo significato.
Non sono trascurati nemmeno i momenti più tesi come sono gli incontri con gli sponsor, i conflitti di idee tra i reparti, le disapprovazioni degli autori. Tutti però sono trattati mantenendo toni tragicomici che allo stesso tempo evidenziano i conflitti che emergono in queste situazioni, ma lasciando la tensione che si respira nella realtà all’immaginazione dello spettatore, senza aggravare l’atmosfera.
La serie parte lenta, ma dopo i primissimi episodi il ritmo si alza tantissimo, quasi a ricalcare i ritmi frenetici degli addetti ai lavori. Ognuna delle cinque ragazze si trova a scoprire le difficoltà e le bellezze del proprio lavoro, scoprendo che anche il compito all’apparenza più banale può far sviluppare e acquisire conoscenze che fanno la differenza tra un lavoro buono e uno eccellente.
Una serie sorprendente, interessante e istruttiva al tempo stesso. Consigliatissima.
La protagonista è Aoi Miyamori, neoassunta come assistente alla produzione presso la Musashino Animation, per collaborare alla produzione della serie originale Exodus.
Aoi è entrata nel mondo dell’animazione spinta dalla promessa fatta a suon di ciambelle con le sue compagne del corso di animazione Ema Yasuhara, Midori Imai, Misa Tōdō e Shizuka Sakaki di realizzare un anime professionale insieme. Ciascuna specializzata in un ambito diverso (animazione, CG, sceneggiatura e doppiaggio), le quattro ragazze e Aoi ci permettono di indagare il mondo della produzione anime in ogni suo anfratto.
Se avete mai pensato che lavorare in questo settore sia bellissimo, questa serie vi darà conferma che è un settore bellissimo, dove si possono incontrare tantissimi professionisti diversi, plasmare da zero delle opere d’arte, creare qualcosa che incanti il pubblico. Ma il fatto che sia bellissimo non significa che sia semplice. La produzione di un anime richiede tantissime fasi, che coinvolgono un numero impressionante di professionisti e il tutto deve incastrarsi alla perfezione per rispettare le scadenze spesso strettissime. Basta che un solo ingranaggio si inceppi, per avere una reazione a catena disastrosa.
Grazie a questa serie ho scoperto che gli episodi riassuntivi, che ho sempre ritenuto inutili, in realtà sono l’ultima risorsa che i produttori sono costretti a tirare fuori quando la schedulazione è sull’orlo del collasso, per rispettare l’uscita settimanale degli episodi. Quindi d’ora in poi sarò molto più comprensiva quando ne incontrerò uno, figurandomi i casini che la produzione avrà certamente affrontato.
I personaggi sono realistici e ben approfonditi sia dal lato umano che dal lato tecnico. Aoi è molto vivace e dinamica e la sua forte personalità fa da legante tra tutti i personaggi.
Ogni fase ha il suo momento di approfondimento, dalla realizzazione della sceneggiatura e degli storyboard, alla realizzazione delle animazioni chiave, dalla scelta della palette di colori della serie, alle musiche, i suoni, il montaggio, il doppiaggio, fino alla consegna all’emittente televisiva. E in ciascuna fase trasudano una passione e un impegno contagiosi. Ho apprezzato tantissimo l’incontro con i tecnici del suono e vedere come vengono registrati anche i rumori più banali, come possono essere i passi sul selciato o nell’acqua. Sono rimasta sorpresa di come una differente scelta espressiva di un personaggio possa rivoluzionare radicalmente la scena e il suo significato.
Non sono trascurati nemmeno i momenti più tesi come sono gli incontri con gli sponsor, i conflitti di idee tra i reparti, le disapprovazioni degli autori. Tutti però sono trattati mantenendo toni tragicomici che allo stesso tempo evidenziano i conflitti che emergono in queste situazioni, ma lasciando la tensione che si respira nella realtà all’immaginazione dello spettatore, senza aggravare l’atmosfera.
La serie parte lenta, ma dopo i primissimi episodi il ritmo si alza tantissimo, quasi a ricalcare i ritmi frenetici degli addetti ai lavori. Ognuna delle cinque ragazze si trova a scoprire le difficoltà e le bellezze del proprio lavoro, scoprendo che anche il compito all’apparenza più banale può far sviluppare e acquisire conoscenze che fanno la differenza tra un lavoro buono e uno eccellente.
Una serie sorprendente, interessante e istruttiva al tempo stesso. Consigliatissima.