Recensione
Revenger
7.0/10
Le voci dicono che, imprimendo il segno dei denti su una moneta d’oro (koban), se il vostro odio è sufficientemente profondo, i Revenger porteranno a termine qualsiasi vendetta. E come l’acqua con un mulino, sono proprio queste monete intrise d’odio a far muovere gli eventi in questa serie.
Il protagonista è Kurima Raizo, un samurai al servizio del signore locale Matsumine. Abilissimo nell’arte della spada, gli viene commissionato l’omicidio di Hirata Genshin, padre della sua promessa sposa, accusato di essere coinvolto nel contrabbando di oppio a Nagasaki. Ligio al dovere, Raizo adempie al suo compito, ma scopre ben presto di essere stato solo usato. Ridotto in fin di vita dalle guardie di Matsumine, viene salvato da un gruppo di persone molto particolari che si definiscono factotum della vendetta, guidati da Usui Yuen. In realtà, Hirata Genshin stava indagando lui stesso sul contrabbando e si era rivolto a Yuen nel caso avesse fallito le sue indagini.
Iniziano così le vicende di Raizo, che insieme ai Revenger cercherà i veri responsabili dietro al contrabbando di oppio, per espiare le sue colpe e trovare un modo per far pace con il suo passato.
La ricerca dei responsabili dietro al contrabbando d’oppio e la vendetta nei loro confronti è il filo conduttore dell’intera opera. A questa trama orizzontale, nei primi episodi, si sovrappongono delle trame verticali che in genere si esauriscono in un episodio. Questo è usato come espediente per presentare sia gli effetti negativi della diffusione dell’oppio sia per approfondire i personaggi principali, ma inizialmente il ritmo ne risente leggermente. Tuttavia si riprende bene nella seconda parte, man mano che i Revenger si avvicinano alla verità.
I toni dell'opera sono seri e i temi affrontati impegnativi. Il problema della diffusione dell'oppio era molto spinoso all'epoca, poteva mettere in ginocchio un'intera città, e viene mostrato sotto molti punti di vista (dagli effetti sociali a quelli politici e sanitari).
Sui personaggi ho giudizi contrastanti, non tutti mi hanno convinta completamente.
Il protagonista è ben caratterizzato, ma durante tutta la serie attraversa un percorso di cambiamento e ricerca interiore che gli impedirà di assolvere completamente al suo ruolo di protagonista. Questa mancanza alle volte rallenta un po' il ritmo della storia, ma nella maggior parte dei casi viene colmata da Yuen, che assolve perfettamente al ruolo di cooprotagonista. Usui Yuen è un uomo carismatico e criptico, sempre composto anche nelle situazioni più critiche, ammalia e tiene bene la scena, ma sappiamo poco del suo passato, e questo rende difficoltoso comprendere e accettare il suo fervore religioso.
Di quelli secondari, alcuni sono molto interessanti e particolari, soprattutto Nio, un ragazzino dal passato tutt’altro che facile e con un senso della morale per niente comune, accolto da Yuen tra i Revenger. Altri sono meno convincenti, soprattutto tra i principali antagonisti.
Il finale è coerente e ben reso, forse avrebbe meritato un episodio in più per essere più d’impatto, ma comunque conclude degnamente la serie.
Nel complesso è una buona serie, tiene alta l'attenzione e merita una visione.
Il protagonista è Kurima Raizo, un samurai al servizio del signore locale Matsumine. Abilissimo nell’arte della spada, gli viene commissionato l’omicidio di Hirata Genshin, padre della sua promessa sposa, accusato di essere coinvolto nel contrabbando di oppio a Nagasaki. Ligio al dovere, Raizo adempie al suo compito, ma scopre ben presto di essere stato solo usato. Ridotto in fin di vita dalle guardie di Matsumine, viene salvato da un gruppo di persone molto particolari che si definiscono factotum della vendetta, guidati da Usui Yuen. In realtà, Hirata Genshin stava indagando lui stesso sul contrabbando e si era rivolto a Yuen nel caso avesse fallito le sue indagini.
Iniziano così le vicende di Raizo, che insieme ai Revenger cercherà i veri responsabili dietro al contrabbando di oppio, per espiare le sue colpe e trovare un modo per far pace con il suo passato.
La ricerca dei responsabili dietro al contrabbando d’oppio e la vendetta nei loro confronti è il filo conduttore dell’intera opera. A questa trama orizzontale, nei primi episodi, si sovrappongono delle trame verticali che in genere si esauriscono in un episodio. Questo è usato come espediente per presentare sia gli effetti negativi della diffusione dell’oppio sia per approfondire i personaggi principali, ma inizialmente il ritmo ne risente leggermente. Tuttavia si riprende bene nella seconda parte, man mano che i Revenger si avvicinano alla verità.
I toni dell'opera sono seri e i temi affrontati impegnativi. Il problema della diffusione dell'oppio era molto spinoso all'epoca, poteva mettere in ginocchio un'intera città, e viene mostrato sotto molti punti di vista (dagli effetti sociali a quelli politici e sanitari).
Sui personaggi ho giudizi contrastanti, non tutti mi hanno convinta completamente.
Il protagonista è ben caratterizzato, ma durante tutta la serie attraversa un percorso di cambiamento e ricerca interiore che gli impedirà di assolvere completamente al suo ruolo di protagonista. Questa mancanza alle volte rallenta un po' il ritmo della storia, ma nella maggior parte dei casi viene colmata da Yuen, che assolve perfettamente al ruolo di cooprotagonista. Usui Yuen è un uomo carismatico e criptico, sempre composto anche nelle situazioni più critiche, ammalia e tiene bene la scena, ma sappiamo poco del suo passato, e questo rende difficoltoso comprendere e accettare il suo fervore religioso.
Di quelli secondari, alcuni sono molto interessanti e particolari, soprattutto Nio, un ragazzino dal passato tutt’altro che facile e con un senso della morale per niente comune, accolto da Yuen tra i Revenger. Altri sono meno convincenti, soprattutto tra i principali antagonisti.
Il finale è coerente e ben reso, forse avrebbe meritato un episodio in più per essere più d’impatto, ma comunque conclude degnamente la serie.
Nel complesso è una buona serie, tiene alta l'attenzione e merita una visione.