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C'è stato un periodo in cui DreamWorks era una casa dell'animazione in grado di mettere in difficoltà la più colossale casa Disney. Questo durante i primi anni 2000. Solo che col passare del tempo le cose cominciarono ad andare nel verso sbagliato e vennero fuori prodotti alquanto discutibili e blandi come la serie "Trolls", "i Croods" e "Baby boss". Tutto sembrava perduto e la DreamWorks oramai non era più in grado di emozionare come una volta. Poi un giorno accadde l'impensabile, dopo il sorprendente riscatto con "Troppo Cattivi" DreamWorks sfodera un impensabile sequel del mediocre "Gatto con gli stivali", film del 2011, spin-off dalla storica saga di Shrek, una mossa che magicamente si è rivelata incredibile.

Il gatto con gli stivali è famoso per la sua spavalderia, il suo egocentrismo, il suo coraggio e il suo orgoglio tanto da arrivare a ridere in faccia alla morte... per ben 8 volte; e per ben 8 volte ci ha lasciato la pelle. Ora con una sola vita rimasta, per il nostro eroe felino sembra che le sue avventure siano giunte al termine. Ma forse c'è una speranza: La Stella dei desideri. Un magico oggetto in grado di esaudire ogni desiderio. Con quella stella Gatto avrà la possibilità di riavere le sue vite perse. E così, accompagnato "involontariamente" da un cucciolo di cane di nome Perro e da una sua vecchia conoscenza Kitty, il nostro eroe peloso parte per il viaggio per conquistare questo magico oggetto del desiderio che però farà gola a molti altri personaggi.

Con questo sequel DreamWorks ci ripropone una classica avventura che non si vedeva da molto tempo. Un'avventura piena di personaggi, pericoli e colpi di scena. Tutto mosso dalle azioni e dalle motivazioni dei personaggi e ognuno di loro ha un proprio obbiettivo... e un desiderio. Sia i protagonisti che gli antagonisti mostrano grande determinazione nel raggiungerli e questi ultimi si dimostrano piuttosto pittoreschi, ma mai fuori luogo. Iniziando dallo scatenato quartetto composto da Riccioli d'oro e i tre orsi, una banda alquanto vivace ma molto ostinata e incontenibile, muniti inoltre di un doppiaggio con dialetto napoletano che -anche se non proprio necessario- li rende molto carismatici, e impareremo a empatizzare persino con loro. Passando poi per Jack Horner, capo pasticcere che però viene mostrato come un classico "signore del crimine" cinico e crudele e che tutto ciò che possiede (in quel caso oggetti magici provenienti dai vari mondi delle fiabe) per lui non è abbastanza ed è intenzionato a volere sempre di più a qualunque costo, un vero e proprio villain di tutto rispetto come non se ne vedevano da anni. Infine c'è lui... il lupo cattivo o, meglio, la Morte in persona: sinistro, inquietante, misterioso, sanguinario, sadico e molto persistente. Egli si sente oltraggiato di come il Gatto si sia fatto beffe di lui con il detto delle 9 vite e di come abbia spento le 8 in maniera ignobile e sia ancora in piedi vivo, vegeto e baldanzoso, ma ora è determinato a farla finita e a spezzare personalmente la sua ultima vita una volta per tutte. Ed è in questo frangente che il gatto con gli stivali mostra la sua umanità: visto sempre con un personaggio sicuro di sé e balordo, ora è molto più insicuro, disperato e sopratutto vittima della paura: un'emozione con cui non ha mai voluto avere niente a che fare, non è una cosa da lui. Un'emozione che, tuttavia, imparerà a conoscere meglio per cercare di affrontarla mettendo da parte l'orgoglio. Anche Kitty mostra la sua umanità, perché nonostante cerchi di essere fredda con tutti, non riesce comunque a nascondere di come sia in realtà molto ferita dentro di sé, una ferita molto difficile da risanare. Infine il nuovo arrivato Perro, nonostante riesca a essere rilevante in certi punti dalla trama, che riesca persino a dar conforto ai protagonisti e abbia una storia alle spalle non si può non criticare quanto sia a volte tedioso per via di quella che è ormai una moda: quella del personaggio estremamente positivo, che vede tutto quanto buono, e tutto sorridente, e sfodera freddure a destra e a manca. Sarebbe stato anche più interessante rendere la foresta oscura molto più pericolosa per i protagonisti vista la sua particolarità, ma purtroppo questa location viene messa troppo nell'ombra per via anche dei troppi personaggi che la "infestano".

In conclusione comunque la DreamWorks ha saputo regalarci per la seconda volta un'altro grande capolavoro dopo "Troppo Cattivi". Questo potrebbe essere il segno la casa sta davvero risorgendo dalle macerie della mediocrità e che possa risplendere come una volta... un desiderio che forse si esaudirà.