Recensione
Jigokuraku - Hell's Paradise
9.0/10
Hell’s Paradise è una serie manga di 13 volumi, edita in Italia da JPop. È un'opera in cui ogni elemento è in un equilibrio vorticoso. È ricca di azione e combattimenti, ma anche di momenti riflessivi e di crescita personale. Entrambe le componenti si alternano e arricchiscono con naturalezza creando un equilibrio dinamico in un crescendo ipnotico.
Le vicende sono ambientante nel periodo del Giappone feudale. Il protagonista è Gabimaru l’arido, il più forte shinobi del villaggio di Iwagakure, e lo incontriamo mentre è imprigionato in attesa di ricevere la condanna a morte. Il cruccio del governatore è che nonostante i numerosi tentavi di eseguire la condanna, nessuna lama, fiamma o arma è riuscita a privare Gabimaru della vita. Il suo corpo temprato nello spietato villaggio ninja sembra resiste a qualsiasi cosa. Mentre i tentavi di condanna proseguono, Gabimaru fa la conoscenza di Sagiri Yamada Asaemon, una tagliateste dalla grande abilità di spada, inviata per valutare lo shinobi quale potenziale candidato per una missione ordinata dallo shogun: recuperare l’elisir dell’immortalità dall’isola di Paradise in cambio della completa assoluzione. Nonostante il nome, l’isola è un vero inferno da cui nessuna spedizione ha mai fatto ritorno ed è stato scelto di inviare dei condannati sacrificabili ciascuno accompagnato da un tagliateste del clan degli Asaemon in qualità sorvegliante.
I personaggi sono l’elemento cardine dell’opera. Il character design è minuzioso e curato, i personaggi sono facilmente riconoscibili e hanno una forte personalità.
Messi alle strette dall’ambiente ostile, durante il viaggio alla ricerca dell’elisir hanno tutti una crescita vertiginosa su più piani:
- Interiore. Acquisendo maggiore consapevolezza del “Tao” (un’energia che nasce dal fluire e dall’equilibrio tra Yin e Yang, forza e debolezza, rifiuto e accettazione presente in ogni essere) sviluppano una forza interiore che gli permette di fronteggiare un nemico millenario.
- Morale. La collaborazione tra Asaemon e criminali porta i primi a conoscere il lato umano dei condannati e i secondi a non autodefinirsi in base alle azioni criminose commesse. Nessun essere umano è buono o malvagio, in ciascuno di noi c’è un sottile equilibrio in continuo divenire.
- Sociale. I legami che si creano tra i personaggi pongono anche l’attenzione su questioni sociali e il concetto di giustizia. Il fatto che un’azione sia stata condannata dallo shogunato non determina automaticamente che quella persona sia malvagia, sebbene la società la identifichi come criminale.
L’ambientazione è molto particolare e di impatto. L’opera ha una forte presenza religiosa che rimanda ai principi del taoismo. Lo si intuisce subito allo sbarco sull’isola, dove la natura la fa da padrona e i mostri che la popolano hanno sembianze che ricordano le statue dei templi buddisti e taoisti. Lo si avverte ancora di più nella seconda parte dove vengono riprese le teorie tipiche del taoismo.
I Tensen, le entità che governano l’isola, sono dediti alla ricerca dell’immortalità e ciascuno lo fa seguendo una pratica diversa. La conservazione delle energie vitali e le tecniche per ottenere la 'lunga vita', costituiscono una costante della dottrina taoista, che prescrive a tal fine particolari tecniche di respirazione e di meditazione, nonché l'uso di medicinali o droghe.
Vengono riprese anche la dottrina dei cinque elementi (wuxing: acqua, fuoco, legno, metallo, terra) e la teoria del dualismo Yin-Yang, ossia la concezione della struttura antitetica, complementare e sequenziale di ogni accadere e di ogni forma di esistenza.
Tutti questi elementi sono infusi in tutto ciò che riguarda l’isola, dando corpo e struttura alla sua storia e a quella dei suoi abitanti.
L’opera ha un ritmo incalzante. L’alternanza tra scontri e momenti riflessivi è ben studiata e crea un’alchimia coinvolgente e appassionante. È una sorpresa continua, niente è scontato, né l’esito della missione né chi sopravvivrà fino alla fine e questo tiene incollati alle pagine fino all’ultimo.
Ho apprezzato molto il finale, l’ho trovato perfetto per quest’opera e visto che odio gli spoiler non approfondirò oltre.
Nel complesso è un’opera pregevole con un equilibrio perfetto. È ben studiata sotto tutti i punti di vista, dai personaggi all’ambientazione, dagli scontri ai momenti riflessivi. Consigliatissima!
Le vicende sono ambientante nel periodo del Giappone feudale. Il protagonista è Gabimaru l’arido, il più forte shinobi del villaggio di Iwagakure, e lo incontriamo mentre è imprigionato in attesa di ricevere la condanna a morte. Il cruccio del governatore è che nonostante i numerosi tentavi di eseguire la condanna, nessuna lama, fiamma o arma è riuscita a privare Gabimaru della vita. Il suo corpo temprato nello spietato villaggio ninja sembra resiste a qualsiasi cosa. Mentre i tentavi di condanna proseguono, Gabimaru fa la conoscenza di Sagiri Yamada Asaemon, una tagliateste dalla grande abilità di spada, inviata per valutare lo shinobi quale potenziale candidato per una missione ordinata dallo shogun: recuperare l’elisir dell’immortalità dall’isola di Paradise in cambio della completa assoluzione. Nonostante il nome, l’isola è un vero inferno da cui nessuna spedizione ha mai fatto ritorno ed è stato scelto di inviare dei condannati sacrificabili ciascuno accompagnato da un tagliateste del clan degli Asaemon in qualità sorvegliante.
I personaggi sono l’elemento cardine dell’opera. Il character design è minuzioso e curato, i personaggi sono facilmente riconoscibili e hanno una forte personalità.
Messi alle strette dall’ambiente ostile, durante il viaggio alla ricerca dell’elisir hanno tutti una crescita vertiginosa su più piani:
- Interiore. Acquisendo maggiore consapevolezza del “Tao” (un’energia che nasce dal fluire e dall’equilibrio tra Yin e Yang, forza e debolezza, rifiuto e accettazione presente in ogni essere) sviluppano una forza interiore che gli permette di fronteggiare un nemico millenario.
- Morale. La collaborazione tra Asaemon e criminali porta i primi a conoscere il lato umano dei condannati e i secondi a non autodefinirsi in base alle azioni criminose commesse. Nessun essere umano è buono o malvagio, in ciascuno di noi c’è un sottile equilibrio in continuo divenire.
- Sociale. I legami che si creano tra i personaggi pongono anche l’attenzione su questioni sociali e il concetto di giustizia. Il fatto che un’azione sia stata condannata dallo shogunato non determina automaticamente che quella persona sia malvagia, sebbene la società la identifichi come criminale.
L’ambientazione è molto particolare e di impatto. L’opera ha una forte presenza religiosa che rimanda ai principi del taoismo. Lo si intuisce subito allo sbarco sull’isola, dove la natura la fa da padrona e i mostri che la popolano hanno sembianze che ricordano le statue dei templi buddisti e taoisti. Lo si avverte ancora di più nella seconda parte dove vengono riprese le teorie tipiche del taoismo.
I Tensen, le entità che governano l’isola, sono dediti alla ricerca dell’immortalità e ciascuno lo fa seguendo una pratica diversa. La conservazione delle energie vitali e le tecniche per ottenere la 'lunga vita', costituiscono una costante della dottrina taoista, che prescrive a tal fine particolari tecniche di respirazione e di meditazione, nonché l'uso di medicinali o droghe.
Vengono riprese anche la dottrina dei cinque elementi (wuxing: acqua, fuoco, legno, metallo, terra) e la teoria del dualismo Yin-Yang, ossia la concezione della struttura antitetica, complementare e sequenziale di ogni accadere e di ogni forma di esistenza.
Tutti questi elementi sono infusi in tutto ciò che riguarda l’isola, dando corpo e struttura alla sua storia e a quella dei suoi abitanti.
L’opera ha un ritmo incalzante. L’alternanza tra scontri e momenti riflessivi è ben studiata e crea un’alchimia coinvolgente e appassionante. È una sorpresa continua, niente è scontato, né l’esito della missione né chi sopravvivrà fino alla fine e questo tiene incollati alle pagine fino all’ultimo.
Ho apprezzato molto il finale, l’ho trovato perfetto per quest’opera e visto che odio gli spoiler non approfondirò oltre.
Nel complesso è un’opera pregevole con un equilibrio perfetto. È ben studiata sotto tutti i punti di vista, dai personaggi all’ambientazione, dagli scontri ai momenti riflessivi. Consigliatissima!