Recensione
Fullmetal Alchemist
9.5/10
I fratelli Edward e Alphonse Elric hanno trasgredito una delle regole fondamentali dell'alchimia e questo è costato loro molto: Ed ha perso un braccio e una gamba, mentre Al l'intero corpo. Per riottenere i loro corpi i due ragazzi girano per Amestris alla ricerca di una soluzione.
Sono passati tredici anni dalla conclusione della serializzazione di Fullmetal Alchemist, io credo di averlo letto proprio intorno al 2010 ed è rimasto nel mio cuore da allora. Scrivo questa recensione alla conclusione della mia terza rilettura, fatta in occasione della pubblicazione della Deluxe edition in Italia.
Il punto di forza di questo manga risiede nell'evoluzione che ogni cosa ha al suo interno. Il passare del tempo risulta infatti molto fluido e poco forzato, e viene percepito dal lettore come qualcosa di naturale. Anche leggendo tutto d'un fiato la storia, il passare degli anni sembra naturale grazie soprattutto ad una evoluzione esemplare dei personaggi. Con Edward in particolare è possibile notare come il suo maturare sia lento e in linea con gli eventi che accadono intorno a lui; man mano che si addentra nel mondo oscuro del suo Paese, cambia la sua visione del mondo e il suo approccio all'alchimia e agli altri, ma mantenendo sempre i suoi principi che includono il non uccidere e il fare di tutto per salvare più vite possibili. Le sue sfaccettature riescono a distinguerlo dal classico protagonista di shonen e lo rendono un personaggio a tutto tondo, in grado di evolversi, appunto, di sbagliare, di tornare sui suoi passi e di perdonare, come succede con Scar.
Da notare è anche l'approccio particolare che FMA riserva all'etica e alla scienza, portando in superficie in un'atmosfera fantasy i dilemmi che la modernità ci porta ad affrontare nel mondo reale. Ad esempio, è giusto che Ed e Al utilizzino la pietra filosofale creata sacrificando le vite di migliaia di persone solo per riavere i loro corpi? E inoltre, è giusto sacrificare qualcuno per l'avanzamento tecnologico e scientifico come fa Tucker con sua figlia?
FMA tocca anche altri tipi di tematiche come la discriminazione razziale con lo sterminio di Ishval, cosa sono Dio e la Verità, gli orrori della guerra e dei soldati costretti a combatterla, il vero prezzo per le azioni compiute, e soprattutto cosa significa essere umani. Con l'introduzione degli esseri artificiali chiamati homunculus e delle anime intrappolate nelle pietre filosofali, si approfondisce il dilemma del cosa sia un essere un umano, il fatto che un corpo possa essere creato artificialmente rende questo una creatura umana? Le anime che non hanno più un corpo possono essere considerate comunque umane? E alla fine, Al che non ha più un corpo, è ancora un essere umano?
C'è una profondità in questo manga che è davvero difficile trovare in altri dello stesso tipo e, nonostante questo, l'autrice riesce comunque ad includere momenti più leggeri e comici che rimangono in perfetto equilibrio con quelli più seri e riflessivi. Infatti, più di una volta ci si ritrova a leggere brevi scambi comici anche durante i momenti più seri e concitati, senza trovarli fuori luogo.
Interessante è anche l'alchimia presentata dall'autrice e in particolare il suo modo di spiegarla chiaro ed esaustivo, rendendo il suo funzionamento logico nel mondo in cui si muovono i personaggi.
FMA è un manga per cui mi è davvero difficile trovare dei difetti, riesce a toccare corde che altri shonen sfiorano appena, i personaggi sembrano reali e le vicende toccano nel profondo, dall'esperimento con Nina fino allo sterminio di Ishval.
https://chiamateminihil.wordpress.com/2023/06/03/fullmetal-alchemist/
Sono passati tredici anni dalla conclusione della serializzazione di Fullmetal Alchemist, io credo di averlo letto proprio intorno al 2010 ed è rimasto nel mio cuore da allora. Scrivo questa recensione alla conclusione della mia terza rilettura, fatta in occasione della pubblicazione della Deluxe edition in Italia.
Il punto di forza di questo manga risiede nell'evoluzione che ogni cosa ha al suo interno. Il passare del tempo risulta infatti molto fluido e poco forzato, e viene percepito dal lettore come qualcosa di naturale. Anche leggendo tutto d'un fiato la storia, il passare degli anni sembra naturale grazie soprattutto ad una evoluzione esemplare dei personaggi. Con Edward in particolare è possibile notare come il suo maturare sia lento e in linea con gli eventi che accadono intorno a lui; man mano che si addentra nel mondo oscuro del suo Paese, cambia la sua visione del mondo e il suo approccio all'alchimia e agli altri, ma mantenendo sempre i suoi principi che includono il non uccidere e il fare di tutto per salvare più vite possibili. Le sue sfaccettature riescono a distinguerlo dal classico protagonista di shonen e lo rendono un personaggio a tutto tondo, in grado di evolversi, appunto, di sbagliare, di tornare sui suoi passi e di perdonare, come succede con Scar.
Da notare è anche l'approccio particolare che FMA riserva all'etica e alla scienza, portando in superficie in un'atmosfera fantasy i dilemmi che la modernità ci porta ad affrontare nel mondo reale. Ad esempio, è giusto che Ed e Al utilizzino la pietra filosofale creata sacrificando le vite di migliaia di persone solo per riavere i loro corpi? E inoltre, è giusto sacrificare qualcuno per l'avanzamento tecnologico e scientifico come fa Tucker con sua figlia?
FMA tocca anche altri tipi di tematiche come la discriminazione razziale con lo sterminio di Ishval, cosa sono Dio e la Verità, gli orrori della guerra e dei soldati costretti a combatterla, il vero prezzo per le azioni compiute, e soprattutto cosa significa essere umani. Con l'introduzione degli esseri artificiali chiamati homunculus e delle anime intrappolate nelle pietre filosofali, si approfondisce il dilemma del cosa sia un essere un umano, il fatto che un corpo possa essere creato artificialmente rende questo una creatura umana? Le anime che non hanno più un corpo possono essere considerate comunque umane? E alla fine, Al che non ha più un corpo, è ancora un essere umano?
C'è una profondità in questo manga che è davvero difficile trovare in altri dello stesso tipo e, nonostante questo, l'autrice riesce comunque ad includere momenti più leggeri e comici che rimangono in perfetto equilibrio con quelli più seri e riflessivi. Infatti, più di una volta ci si ritrova a leggere brevi scambi comici anche durante i momenti più seri e concitati, senza trovarli fuori luogo.
Interessante è anche l'alchimia presentata dall'autrice e in particolare il suo modo di spiegarla chiaro ed esaustivo, rendendo il suo funzionamento logico nel mondo in cui si muovono i personaggi.
FMA è un manga per cui mi è davvero difficile trovare dei difetti, riesce a toccare corde che altri shonen sfiorano appena, i personaggi sembrano reali e le vicende toccano nel profondo, dall'esperimento con Nina fino allo sterminio di Ishval.
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