Recensione
Signor Regina
9.0/10
Recensione di dawnraptor
-
Da vedere assolutamente
Si tratta di una serie che ha saputo fondere con successo gli elementi storici e romantici con quelli della commedia, con abbondanti note di suspense e, a tratti, non poca angst.
Il racconto conosce ben pochi momenti di noia, è decisamente uno dei migliori isekai che ci siano in circolazione. Si tratta di 20 ore di spettacolo durante le quali è difficile non cominciare immediatamente la puntata successiva quando se ne finisce una.
Mr Queen è l’adattamento coreano del 2020 del cinese Go Princess, Go! (2015), che aveva avuto minor fortuna, almeno nel gradimento degli spettatori. Per la regia di Yoon Sung Shik (Hwarang, The Bridal Mask, The King's Face) e la sceneggiatura di Park Kye Ok (Doctor Prisoner) e Choi Ah Il, che si è occupato anche dello spin-off Mr. Queen: The Bamboo Forest (2021), questa serie ha ottenuto dagli utenti votazioni altissime, tanto da risultare attualmente al 19esimo posto su Mydramalist.
Un moderno chef di successo, dongiovanni impenitente e di scarsa fibra morale, a seguito di un incidente si risveglia nel corpo della futura regina Kim So Yong, intorno al 1850. Cosa possa combinare un uomo moderno in un corpo di donna a corte è fonte di infinito divertimento per noi ma, anche, di frustrazione e disperazione per il nostro povero naufrago del tempo, che dovrà presto fare anche i conti con sensazioni sconosciute e ricordi molesti. I ricordi della vera regina infatti cominceranno a riaffiorare e il nostro si troverà, oltre a fare i salti mortali per sopravvivere in acque infestate dai piranha, a dover gestire sentimenti e situazioni che gli fanno orrore. Sullo sfondo, ma neanche tanto, intrighi politici e di palazzo tengono viva l'attenzione sulle vicende, condite anche dallo sbocciare e fiorire di una "strana coppia" nelle cucine reali.
La figura del re Cheoljong è stata decisamente romanzata e migliorata in molti aspetti. La storia ufficiale ci rimanda una persona non solo completamente succube della famiglia Kim, come inizialmente appare anche nel drama, ma soprattutto analfabeta e rozza, a causa degli anni di gioventù vissuti in esilio nell'indigenza. Su questo povero infelice, morto a poco più di 30 anni, probabilmente "aiutato" dagli amorevoli parenti acquisiti, è stata costruita una storia che l'ha reso un rivoluzionario ante litteram. E quasi mi commuovo a pensare che, dopo tanti anni, alla sua figura sia stata resa, se non giustizia, una patina di eroismo che l'ha fatta uscire per un po' dal suo stato di insignificante re fantoccio.
E' molto piacevole che la protagonista sia una donna forte, anche se "purtroppo" è in parte dovuto al fatto che pensi come un uomo... Ad ogni modo, ho molto apprezzato l'evoluzione dei personaggi, specie della coppia principale.
Ma la storia non sarebbe nulla se non ci fossero gli attori a raccontarla. In questo caso, l'attrice. Shin Hye Sun ha fatto un lavoro egregio. Vera mattatrice e filo conduttore di tutto il drama, ha saputo interpretare al meglio ogni sfumatura della regina Kim So Yong che, non dimentichiamolo, nel corpo femminile nasconde per la maggior parte del drama l'anima di un uomo moderno.
Anche Kim Jung Hyun, magistrale interprete del re Cheoljong, ha saputo infondere nel suo personaggio tutti i colori che il ruolo necessitava. E, essendo il personaggio complesso, ne servivano parecchi.
Spalle e caratteristi hanno fatto un lavoro sopraffino. Soprattutto il cuoco di corte e la dama attendente della regina Kim So Yong sono stati particolarmente efficaci nel loro ruolo prevalentemente comico ma, a tratti, anche più serio.
Ora, bisogna dire che i drama coreani sono un po' particolari, occorre farci l'abitudine. La recitazione è spesso quella che è, un po' sopra le righe. Spesso, un po' troppo. E' sicuramente una scelta registica, perché in altri momenti l'eccesso di recitazione non si nota. Ma, a prescindere da questo, la prova data dagli attori, in generale, è magnifica, con punte da standing ovation.
Gli attori non recitano nudi in un deserto, per cui occorre parlare anche dei costumi, veramente magnifici, e delle ambientazioni, davvero spettacolari. Le coreografie dei combattimenti sono interessanti e ben eseguite, senza troppi eccessi. Le musiche fanno il loro dovere sottolineando i momenti topici con la giusta enfasi. Nulla da dire.
Lo riguarderei? Certamente sì. Probabilmente non farò neppure passare molto tempo. Mi ha davvero completamente rapita.
Si tratta di una serie che ha saputo fondere con successo gli elementi storici e romantici con quelli della commedia, con abbondanti note di suspense e, a tratti, non poca angst.
Il racconto conosce ben pochi momenti di noia, è decisamente uno dei migliori isekai che ci siano in circolazione. Si tratta di 20 ore di spettacolo durante le quali è difficile non cominciare immediatamente la puntata successiva quando se ne finisce una.
Mr Queen è l’adattamento coreano del 2020 del cinese Go Princess, Go! (2015), che aveva avuto minor fortuna, almeno nel gradimento degli spettatori. Per la regia di Yoon Sung Shik (Hwarang, The Bridal Mask, The King's Face) e la sceneggiatura di Park Kye Ok (Doctor Prisoner) e Choi Ah Il, che si è occupato anche dello spin-off Mr. Queen: The Bamboo Forest (2021), questa serie ha ottenuto dagli utenti votazioni altissime, tanto da risultare attualmente al 19esimo posto su Mydramalist.
Un moderno chef di successo, dongiovanni impenitente e di scarsa fibra morale, a seguito di un incidente si risveglia nel corpo della futura regina Kim So Yong, intorno al 1850. Cosa possa combinare un uomo moderno in un corpo di donna a corte è fonte di infinito divertimento per noi ma, anche, di frustrazione e disperazione per il nostro povero naufrago del tempo, che dovrà presto fare anche i conti con sensazioni sconosciute e ricordi molesti. I ricordi della vera regina infatti cominceranno a riaffiorare e il nostro si troverà, oltre a fare i salti mortali per sopravvivere in acque infestate dai piranha, a dover gestire sentimenti e situazioni che gli fanno orrore. Sullo sfondo, ma neanche tanto, intrighi politici e di palazzo tengono viva l'attenzione sulle vicende, condite anche dallo sbocciare e fiorire di una "strana coppia" nelle cucine reali.
La figura del re Cheoljong è stata decisamente romanzata e migliorata in molti aspetti. La storia ufficiale ci rimanda una persona non solo completamente succube della famiglia Kim, come inizialmente appare anche nel drama, ma soprattutto analfabeta e rozza, a causa degli anni di gioventù vissuti in esilio nell'indigenza. Su questo povero infelice, morto a poco più di 30 anni, probabilmente "aiutato" dagli amorevoli parenti acquisiti, è stata costruita una storia che l'ha reso un rivoluzionario ante litteram. E quasi mi commuovo a pensare che, dopo tanti anni, alla sua figura sia stata resa, se non giustizia, una patina di eroismo che l'ha fatta uscire per un po' dal suo stato di insignificante re fantoccio.
E' molto piacevole che la protagonista sia una donna forte, anche se "purtroppo" è in parte dovuto al fatto che pensi come un uomo... Ad ogni modo, ho molto apprezzato l'evoluzione dei personaggi, specie della coppia principale.
Ma la storia non sarebbe nulla se non ci fossero gli attori a raccontarla. In questo caso, l'attrice. Shin Hye Sun ha fatto un lavoro egregio. Vera mattatrice e filo conduttore di tutto il drama, ha saputo interpretare al meglio ogni sfumatura della regina Kim So Yong che, non dimentichiamolo, nel corpo femminile nasconde per la maggior parte del drama l'anima di un uomo moderno.
Anche Kim Jung Hyun, magistrale interprete del re Cheoljong, ha saputo infondere nel suo personaggio tutti i colori che il ruolo necessitava. E, essendo il personaggio complesso, ne servivano parecchi.
Spalle e caratteristi hanno fatto un lavoro sopraffino. Soprattutto il cuoco di corte e la dama attendente della regina Kim So Yong sono stati particolarmente efficaci nel loro ruolo prevalentemente comico ma, a tratti, anche più serio.
Ora, bisogna dire che i drama coreani sono un po' particolari, occorre farci l'abitudine. La recitazione è spesso quella che è, un po' sopra le righe. Spesso, un po' troppo. E' sicuramente una scelta registica, perché in altri momenti l'eccesso di recitazione non si nota. Ma, a prescindere da questo, la prova data dagli attori, in generale, è magnifica, con punte da standing ovation.
Gli attori non recitano nudi in un deserto, per cui occorre parlare anche dei costumi, veramente magnifici, e delle ambientazioni, davvero spettacolari. Le coreografie dei combattimenti sono interessanti e ben eseguite, senza troppi eccessi. Le musiche fanno il loro dovere sottolineando i momenti topici con la giusta enfasi. Nulla da dire.
Lo riguarderei? Certamente sì. Probabilmente non farò neppure passare molto tempo. Mi ha davvero completamente rapita.