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Vita difficile quella del samurai e/o del ninja: essere costretti a combattere, pazientare, resistere, sopportare, tollerare patimenti e sofferenze indicibili, senza avere quasi mai la possibilità di esternare le proprie emozioni e/o i propri sentimenti se non rare volte. Se poi ci si mette anche un nome, in questo caso Shuranosuke, ovvero "Falce della morte", il destino si incattivisce ancora di più nei confronti di chi lo porta. Una storia indubbiamente crudele, disumana e spietata che non lascia spazio a dubbi e/o incertezze, insicurezze di alcun genere.

Siamo nell'Era Tokugawa, dove l'omonima famiglia è risultata vincitrice dell'Epoca Sengoku ed è riuscita ad appacificare tutto il Giappone. Ciononostante, permangono ostilità tra i clan subalterni, desiderosi di rivalsa e rivincita per il prestigio e l'onore perduti. E questo genera ulteriori conflitti e dispute. In tutto questo casino, solo un uomo sembra essere indifferente a tutto questo, Shuranosuke, il quale però non può permettersi di esserlo altrettanto nei confronti del suo destino, e imbracciando e brandendo la propria katana, si lascia dietro una scia di sangue che lo fa riconoscere immediatamente. A questo punto tutti, esseri umani e demoni, sono impazienti di sfidarlo, salvo poi trovare la propria morte, persino quelli che all'inizio lo ingaggiano per salvare la principessa del proprio clan, la quale interviene per far cessare questa pazzia. Il nostro amico però non si perde d'animo e porta sempre a termine gli incarichi che gli vengono affidati, attenendosi ai dettami del bushido e dell'hagakure, il codice di condotta dei samurai. La trama è indubbiamente piena di tensione, violenza, durezza, crudeltà, e nonostante la sua brevità ci fornisce delle storie che all'apparenza non sembrano essere legate tra di loro, ma che in realtà hanno in comune il fatto di lottare per una causa.

I personaggi, come già anticipato, celano le proprie emozioni, i propri sentimenti e le proprie intenzioni, se non per manifestarle nel momento decisivo. Essi vivono il proprio dolore, la propria disperazione, desolazione in maniera anche stoica, specialmente il protagonista.
La grafica è piena di contrasti chiaro-oscuro, per meglio rendere l'alternanza di momenti felici, seppur di breve durata, e i momenti cupi e oscuri maggiormente presenti. La colonna sonora è composta di sonorità melanconiche e/o colleriche, che meglio esprimono i momenti oscuri e cupi, e anche da sonorità più lievi e delicate che esprimono i sentimenti più intimi nelle scene più riservate.
Decisamente un classico, una garanzia di estrospezione e introspezione che permette di avvicinarsi di più al mondo misterioso, severo, rigido dei ninja e dei samurai. Voto: 7,5