Recensione
Arrivare a te
5.5/10
"Riesci a immaginare quanto ti amo?" Chiede il protagonista all'inizio dell'ottavo episodio alla sua amata... Il problema di "Kimi no todoke" remake, ovvero la serie "Arrivare a te", è proprio questo.
Per vedere qualcosa di romantico tra i protagonisti bisogna quasi usare l'immaginazione. Questo perché una sceneggiatura e una regia poco incisive, e alcune prove attoriali sottotono (i due protagonisti su tutti), non riescono dare all'opera le qualità per emergere sopra la piena sufficienza.
Per quanto riguarda la sceneggiatura, la trama principale, dopo il primo episodio (che si mantiene abbastanza aderente al manga e all'anime) presenta parecchi (troppi?) salti temporali che rendono il dipanarsi della storia poco intellegibile. A mio parere si sente molto la mancanza delle atmosfere intimiste che avevano caratterizzato e contribuito a rendere celebre la trasposizione animata.
Un esempio sono proprio i monologhi interiori della protagonista, che, qui ridotti all'osso quando non tagliati del tutto, ne motivavano scelte e indecisioni. Ma così facendo molte delle azioni di Sawako appaiono insensate, incomprensibili e quasi incoerenti. Dall'ottavo/nono episodio la storia diventa più corale e le vicende di tutti i personaggi si intrecciano con le loro (in)decisioni per il futuro.
Ci sono anche (ma ormai è tardi!) delle dolci scene tra i protagonisti. Ma è il focus sui personaggi secondari ad alzare il livello generale.
Per quanto riguarda la recitazione, Ōji Suzuka e Sara Minami, che interpretano i protagonisti, forse proprio a causa della sceneggiatura non propriamente "intensa" non mi hanno colpito particolarmente. Mentre ho trovato apprezzabili le interpretazioni di Rinka Kumada (Ayane) e di Jin Suzuki (Kento) che però da sole non possono mantenere sopra la linea della sufficienza l'opera. Alcuni personaggi secondari poi, sono troppo sopra le righe, come ad esempio Tetta Sugimoto nella sua interpretazione del padre del protagonista, in cui secondo me carica eccessivamente il suo personaggio in alcune situazioni.
La regia, come già accennavo, non ci regala grandi scene madri e poche sono le inquadrature davvero particolari. Tra l'altro gettate nel mucchio in momenti non particolarmente significativi. Invece gli avvenimenti che dovrebbero essere più squisitamente romantici sono liquidati piuttosto frettolosamente. Rarissimi e quasi inesistenti movimenti di macchina e primissimi piani, elementi che, sfruttati a dovere, avrebbero donato maggior potenza espressiva a molte scene. Un peccato.
La colonna sonora è calzante, ci sono tante sonorità soft, languide e leggere, molto orecchiabili che personalmente ho apprezzato. Ma anche qui, nulla che si stagli sopra la media, e tutto finisce un po' per perdersi. Non saprei riconoscere un pezzo su tutti.
Sawako negli ultimi episodi ha gli occhi bene aperti, parla a voce e a testa alta, ma la serie non ci ha fatto percepire un granché della sua evoluzione, fallendo proprio nella rappresentazione dello sbocciare dei suoi sentimenti, della sua personalità e della sua storia d'amore.
Un po' meglio con i comprimari, ma per i difetti che vi ho riscontrato, "Kimi ni Todoke remake" rimane per me ancora un filo sotto la sufficienza.
La consiglio soprattutto ai fan più sfegatati dell'opera originale o del manga. Ma consiglio altresì di abbassare le aspettative. Potreste rimanere delusi.
Per vedere qualcosa di romantico tra i protagonisti bisogna quasi usare l'immaginazione. Questo perché una sceneggiatura e una regia poco incisive, e alcune prove attoriali sottotono (i due protagonisti su tutti), non riescono dare all'opera le qualità per emergere sopra la piena sufficienza.
Per quanto riguarda la sceneggiatura, la trama principale, dopo il primo episodio (che si mantiene abbastanza aderente al manga e all'anime) presenta parecchi (troppi?) salti temporali che rendono il dipanarsi della storia poco intellegibile. A mio parere si sente molto la mancanza delle atmosfere intimiste che avevano caratterizzato e contribuito a rendere celebre la trasposizione animata.
Un esempio sono proprio i monologhi interiori della protagonista, che, qui ridotti all'osso quando non tagliati del tutto, ne motivavano scelte e indecisioni. Ma così facendo molte delle azioni di Sawako appaiono insensate, incomprensibili e quasi incoerenti. Dall'ottavo/nono episodio la storia diventa più corale e le vicende di tutti i personaggi si intrecciano con le loro (in)decisioni per il futuro.
Ci sono anche (ma ormai è tardi!) delle dolci scene tra i protagonisti. Ma è il focus sui personaggi secondari ad alzare il livello generale.
Per quanto riguarda la recitazione, Ōji Suzuka e Sara Minami, che interpretano i protagonisti, forse proprio a causa della sceneggiatura non propriamente "intensa" non mi hanno colpito particolarmente. Mentre ho trovato apprezzabili le interpretazioni di Rinka Kumada (Ayane) e di Jin Suzuki (Kento) che però da sole non possono mantenere sopra la linea della sufficienza l'opera. Alcuni personaggi secondari poi, sono troppo sopra le righe, come ad esempio Tetta Sugimoto nella sua interpretazione del padre del protagonista, in cui secondo me carica eccessivamente il suo personaggio in alcune situazioni.
La regia, come già accennavo, non ci regala grandi scene madri e poche sono le inquadrature davvero particolari. Tra l'altro gettate nel mucchio in momenti non particolarmente significativi. Invece gli avvenimenti che dovrebbero essere più squisitamente romantici sono liquidati piuttosto frettolosamente. Rarissimi e quasi inesistenti movimenti di macchina e primissimi piani, elementi che, sfruttati a dovere, avrebbero donato maggior potenza espressiva a molte scene. Un peccato.
La colonna sonora è calzante, ci sono tante sonorità soft, languide e leggere, molto orecchiabili che personalmente ho apprezzato. Ma anche qui, nulla che si stagli sopra la media, e tutto finisce un po' per perdersi. Non saprei riconoscere un pezzo su tutti.
Sawako negli ultimi episodi ha gli occhi bene aperti, parla a voce e a testa alta, ma la serie non ci ha fatto percepire un granché della sua evoluzione, fallendo proprio nella rappresentazione dello sbocciare dei suoi sentimenti, della sua personalità e della sua storia d'amore.
Un po' meglio con i comprimari, ma per i difetti che vi ho riscontrato, "Kimi ni Todoke remake" rimane per me ancora un filo sotto la sufficienza.
La consiglio soprattutto ai fan più sfegatati dell'opera originale o del manga. Ma consiglio altresì di abbassare le aspettative. Potreste rimanere delusi.