Recensione
Love in the air
8.0/10
Recensione di dawnraptor
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I drama tailandesi sono diversi.
Bisogna partire da questa premessa: la recitazione è differente da quella a cui siamo abituati se non abbiamo mai visto un drama thailandese, o ne abbiamo visto pochi.
Anche gli attori sono molto diversi da quelli a cui possiamo esserci abituati guardando serie cinesi o coreane. In realtà le persone sembrano molto più vere, perché questi attori hanno un aspetto più umano, meno plastificato e, soprattutto, sembrano essere dotati di un po' di carne sulle ossa, cosa che molto spesso manca nelle loro controparti di altri paesi.
Alla fine si tratta di una questione di gusti, a me personalmente il cambio è garbato abbastanza.
Ho mentalmente assegnato un voto abbastanza alto alla recitazione non tanto in linea generale, ma in riferimento soprattutto alle scene amorose. Qui ci portiamo decisamente nel territorio del porno soft e bisogna ammettere che questi giovanissimi ragazzi sanno essere molto convincenti. Onore al merito non solo perché riescono a farci percepire sia la lussuria che il sottostante sentimento amoroso, ma soprattutto perché i quattro attori principali sono dei novellini, praticamente alle prime armi. Guardandone le biografie non credevo ai miei occhi.
Purtroppo, usciti dalla camera da letto, le vicende in sé lasciano a volte un po' a desiderare: c'è una lunga serie di scene, spesso terribilmente cliché, che fanno pensare a situazioni viste e riviste forse fin da prima degli anni settanta, ovviamente traslate in un contesto etero, perché all'epoca il BL praticamente non esisteva.
La prima coppia, Phayu e Rain, si muove nella duplice ambientazione di una università di architettura e di un sottobosco di corse clandestine con la moto, tratteggiato in maniera veramente inverosimile e a tratti pedestre. Mi ha irritato particolarmente che dicessero che era un luogo dove si potesse scommettere di tutto, perfino il proprio compagno, per poi lasciare cadere la cosa senza sfruttarla. Non che volessi vedere una situazione del genere, ma se fai un'affermazione così forte uno si aspetta che abbia un seguito, altrimenti si può evitare di farla.
Come spesso accade, e non solo in tema BL, ci sono situazioni di dubbio consenso, all'inizio, ma mai eccessive. Il rapporto si evolve poi in un leggerissimo dom/sub, molto, molto vaniglia, dove Phayu, più adulto e navigato, si prende un po' l'onere di aiutare Rain a crescere e ad assumersi le sue responsabilità.
Passata la boa della metà del drama, l'azione si sposta sulla seconda coppia, Prapai e Sky, la cui vicenda è forse dipanata un po' meglio, prendendo le mosse dal doloroso vissuto di Sky che, all'insaputa degli altri, ne ha passate veramente di brutte e ne patisce le conseguenze psicologiche. Anche qui si passa dalla facoltà di architettura all'ambiente delle corse clandestine, ma Prapai è anche un dirigente della società di famiglia, quindi un tipo piuttosto ricco, con un passato da playboy che decide di abbandonare quando si invaghisce di Sky. Conquistarlo, superandone le comprensibili resistenze, sarà dura ma, ovviamente, tutti i santi finiranno in gloria. Anche qui, l'inizio della relazione ha un vago olezzo di dub-con, con contorno di comportamento da stalker da parte di Prapai, poco avvezzo a sentirsi rifiutare e veramente intrigato da questo ragazzo così particolare. Piace che, ben presto, il suo comportamento cambierà da predatore a protettore non appena conoscerà Sky un po' meglio.
Nel frattempo, l'interazione fra Rain e Sky, i due passivi amici e studenti di architettura, regala scenette divertenti: Rain è un imbranato incapace di "leggere" le situazioni, Sky è un timido sfacciato, provetto nel botta e risposta, anche col suo ragazzo. E le sue magliette sono una più gustosa dell'altra.
E, a proposito di cliché, la parte "attiva" delle due coppie è formata da due amici (Phayu e Prapai) più adulti e smaliziati delle loro controparti, già laureati e sistemati, in carriera e di presenza fisica più importante. Tutto come da copione.
Ciò che non si afferra immediatamente è il significato dei nomi dei quattro protagonisti: Rain sta con Phayu (Storm) e Sky sta con Prapai (che viene tradotto, non so con quanta precisione, Wind). Questo fatto genererà più di un gioco di parole all'interno della serie.
Diciamoci la verità schietta: il drama non è particolarmente meritevole dal punto di vista dell'ambientazione, i luoghi e le situazioni sono appena tratteggiati, molte cose vengono lasciate in sospeso, dichiarate senza essere spiegate, e probabilmente ho aggiunto un mezzo punto alla mia valutazione solo perché è uno dei primi BL thailandesi che guardo e sono ancora titillata dalla novità. O forse si tratta semplicemente di una ambientazione troppo lontana dalla mia età anagrafica, probabilmente un pubblico molto più giovane di me troverà meno "fiabesco" il tutto. Una fiaba, a tratti un po' cattivella, che mi ha comunque divertito. Bisogna però rimarcare come la gestione del suono spesso sia carente, non so se anche in originale o solo nella copia che ho visionato io su Viki. Spesso si sente troppo la presenza dei microfoni e a volte parte improvvisamente della musica a palla, non si capisce bene per quale motivo.
Eppure, a voler ben guardare, pur nella solo apparente superficialità della storia, si possono trovare riferimenti validi. La scuola, anche se poco delineata, è un luogo dove, se manchi una scadenza, anche di poco, patisci delle conseguenze. Ci sono azioni o inazioni a cui non puoi rimediare solo chiedendo scusa: devi assumertene la responsabilità. Passato l'inizio delle interazioni fra i ragazzi, in odor di burrasca, le relazioni si sviluppano in maniera reciprocamente molto rispettosa e comunicativa. E così via. E' proprio il caso di dire che, sotto la commedia, c'è un substrato di moralità non indifferente. Certo, volendo affrontare la visione senza preconcetti bigotti.
Esiste un successivo episodio speciale, intitolato appunto "Love in the Air: Special Episode", che può così riassumersi:
Fanservice, ma non solo.
Prendendo le mosse da malintesi e malumori, Rain e Sky "scappano" in gita al mare, nascondendosi alle loro controparti.
Ci vorrà poco perché ne sentano l'acuta mancanza e perché i compagni arrivino di corsa a riprendersi i due fuggiaschi, con conseguenti bollenti scene di riappacificazione.
Sarebbe tutto dolcissimo, semplice e lineare, se non ci fosse una scena in cui si rimarca che, in Thailandia, non è ammesso il matrimonio fra persone dello stesso sesso, auspicando che la situazione possa cambiare.
E questo fa pensare, perché per tutto il drama principale, salvo un'unica frase subito corretta, le relazioni omosessuali non vengono mai osteggiate o sminuite. Ma il mondo, anche là, è evidentemente ancora un luogo imperfetto, dove una persona deve ancora lottare per reclamare il suo diritto ad occuparsi legalmente di chi gli è caro. Sì, fa pensare.
Ed è per questo che, alla serie nel suo complesso, ho assegnato un 8, bello pieno.
Bisogna partire da questa premessa: la recitazione è differente da quella a cui siamo abituati se non abbiamo mai visto un drama thailandese, o ne abbiamo visto pochi.
Anche gli attori sono molto diversi da quelli a cui possiamo esserci abituati guardando serie cinesi o coreane. In realtà le persone sembrano molto più vere, perché questi attori hanno un aspetto più umano, meno plastificato e, soprattutto, sembrano essere dotati di un po' di carne sulle ossa, cosa che molto spesso manca nelle loro controparti di altri paesi.
Alla fine si tratta di una questione di gusti, a me personalmente il cambio è garbato abbastanza.
Ho mentalmente assegnato un voto abbastanza alto alla recitazione non tanto in linea generale, ma in riferimento soprattutto alle scene amorose. Qui ci portiamo decisamente nel territorio del porno soft e bisogna ammettere che questi giovanissimi ragazzi sanno essere molto convincenti. Onore al merito non solo perché riescono a farci percepire sia la lussuria che il sottostante sentimento amoroso, ma soprattutto perché i quattro attori principali sono dei novellini, praticamente alle prime armi. Guardandone le biografie non credevo ai miei occhi.
Purtroppo, usciti dalla camera da letto, le vicende in sé lasciano a volte un po' a desiderare: c'è una lunga serie di scene, spesso terribilmente cliché, che fanno pensare a situazioni viste e riviste forse fin da prima degli anni settanta, ovviamente traslate in un contesto etero, perché all'epoca il BL praticamente non esisteva.
La prima coppia, Phayu e Rain, si muove nella duplice ambientazione di una università di architettura e di un sottobosco di corse clandestine con la moto, tratteggiato in maniera veramente inverosimile e a tratti pedestre. Mi ha irritato particolarmente che dicessero che era un luogo dove si potesse scommettere di tutto, perfino il proprio compagno, per poi lasciare cadere la cosa senza sfruttarla. Non che volessi vedere una situazione del genere, ma se fai un'affermazione così forte uno si aspetta che abbia un seguito, altrimenti si può evitare di farla.
Come spesso accade, e non solo in tema BL, ci sono situazioni di dubbio consenso, all'inizio, ma mai eccessive. Il rapporto si evolve poi in un leggerissimo dom/sub, molto, molto vaniglia, dove Phayu, più adulto e navigato, si prende un po' l'onere di aiutare Rain a crescere e ad assumersi le sue responsabilità.
Passata la boa della metà del drama, l'azione si sposta sulla seconda coppia, Prapai e Sky, la cui vicenda è forse dipanata un po' meglio, prendendo le mosse dal doloroso vissuto di Sky che, all'insaputa degli altri, ne ha passate veramente di brutte e ne patisce le conseguenze psicologiche. Anche qui si passa dalla facoltà di architettura all'ambiente delle corse clandestine, ma Prapai è anche un dirigente della società di famiglia, quindi un tipo piuttosto ricco, con un passato da playboy che decide di abbandonare quando si invaghisce di Sky. Conquistarlo, superandone le comprensibili resistenze, sarà dura ma, ovviamente, tutti i santi finiranno in gloria. Anche qui, l'inizio della relazione ha un vago olezzo di dub-con, con contorno di comportamento da stalker da parte di Prapai, poco avvezzo a sentirsi rifiutare e veramente intrigato da questo ragazzo così particolare. Piace che, ben presto, il suo comportamento cambierà da predatore a protettore non appena conoscerà Sky un po' meglio.
Nel frattempo, l'interazione fra Rain e Sky, i due passivi amici e studenti di architettura, regala scenette divertenti: Rain è un imbranato incapace di "leggere" le situazioni, Sky è un timido sfacciato, provetto nel botta e risposta, anche col suo ragazzo. E le sue magliette sono una più gustosa dell'altra.
E, a proposito di cliché, la parte "attiva" delle due coppie è formata da due amici (Phayu e Prapai) più adulti e smaliziati delle loro controparti, già laureati e sistemati, in carriera e di presenza fisica più importante. Tutto come da copione.
Ciò che non si afferra immediatamente è il significato dei nomi dei quattro protagonisti: Rain sta con Phayu (Storm) e Sky sta con Prapai (che viene tradotto, non so con quanta precisione, Wind). Questo fatto genererà più di un gioco di parole all'interno della serie.
Diciamoci la verità schietta: il drama non è particolarmente meritevole dal punto di vista dell'ambientazione, i luoghi e le situazioni sono appena tratteggiati, molte cose vengono lasciate in sospeso, dichiarate senza essere spiegate, e probabilmente ho aggiunto un mezzo punto alla mia valutazione solo perché è uno dei primi BL thailandesi che guardo e sono ancora titillata dalla novità. O forse si tratta semplicemente di una ambientazione troppo lontana dalla mia età anagrafica, probabilmente un pubblico molto più giovane di me troverà meno "fiabesco" il tutto. Una fiaba, a tratti un po' cattivella, che mi ha comunque divertito. Bisogna però rimarcare come la gestione del suono spesso sia carente, non so se anche in originale o solo nella copia che ho visionato io su Viki. Spesso si sente troppo la presenza dei microfoni e a volte parte improvvisamente della musica a palla, non si capisce bene per quale motivo.
Eppure, a voler ben guardare, pur nella solo apparente superficialità della storia, si possono trovare riferimenti validi. La scuola, anche se poco delineata, è un luogo dove, se manchi una scadenza, anche di poco, patisci delle conseguenze. Ci sono azioni o inazioni a cui non puoi rimediare solo chiedendo scusa: devi assumertene la responsabilità. Passato l'inizio delle interazioni fra i ragazzi, in odor di burrasca, le relazioni si sviluppano in maniera reciprocamente molto rispettosa e comunicativa. E così via. E' proprio il caso di dire che, sotto la commedia, c'è un substrato di moralità non indifferente. Certo, volendo affrontare la visione senza preconcetti bigotti.
Esiste un successivo episodio speciale, intitolato appunto "Love in the Air: Special Episode", che può così riassumersi:
Fanservice, ma non solo.
Prendendo le mosse da malintesi e malumori, Rain e Sky "scappano" in gita al mare, nascondendosi alle loro controparti.
Ci vorrà poco perché ne sentano l'acuta mancanza e perché i compagni arrivino di corsa a riprendersi i due fuggiaschi, con conseguenti bollenti scene di riappacificazione.
Sarebbe tutto dolcissimo, semplice e lineare, se non ci fosse una scena in cui si rimarca che, in Thailandia, non è ammesso il matrimonio fra persone dello stesso sesso, auspicando che la situazione possa cambiare.
E questo fa pensare, perché per tutto il drama principale, salvo un'unica frase subito corretta, le relazioni omosessuali non vengono mai osteggiate o sminuite. Ma il mondo, anche là, è evidentemente ancora un luogo imperfetto, dove una persona deve ancora lottare per reclamare il suo diritto ad occuparsi legalmente di chi gli è caro. Sì, fa pensare.
Ed è per questo che, alla serie nel suo complesso, ho assegnato un 8, bello pieno.