Recensione
Soloist in a Cage
7.5/10
La trama può essere riassunta in tre fasi senza cadere nello spoiler.
1) ambientazione: siamo in una città-prigione vigilata da implacabili (e impietose) AI, in cui i figli dei condannati pagano, volenti o nolenti, le colpe dei padri, nascendo all'interno e non essendoci possibilità di fuga.
2) in questo clima di violenza incontrollata, però, crescono due bambini, rimasti orfani quando il maschietto era ancora neonato, che trovano nei vicini sostegno e pietà umana (chi delinque non necessariamente è una persona cattiva).
3) proprio i vicini (anche grazie al loro addestramento militare) elaborano un piano (che avrà successo) per fuggire al quale, non senza iniziali ritrosie, aderisce anche la protagonista alla quale, ahimè, sfugge il fratello nella fuga, e da questo momento in poi il suo unico fine di vita sarà rientrare nella prigione per salvarlo.
Anche se da me così banalizzata, la trama ha sicuramente le qualità giuste per intrigare il lettore, ma quello che più attrae, a mio parere, è la caratterizzazione dei personaggi. Senza dilungarsi troppo, l'autore ci fa conoscere i pensieri che tormentano ogni personaggio, guidandoci ad accettarne l'umanità e a comprenderne le ragioni delle azioni, non permettendoci di odiarli o amarli pienamente, ma rendendoci solidali con loro e con i loro difetti, le loro cattiverie e la loro bontà.
In particolare soffriamo insieme alla protagonista, il suo distacco dal fratello di cui si sentiva madre surrogata, il suo lungo addestramento per diventare una invincibile assassina, il suo rimorso per la scia di sangue che si lascia dietro per arrivare al suo obiettivo.
E in questo mondo distorto, nel quale l'umanità costringe a scegliere pseudo-religioni per sopravvivere e la disumanità c'è ancora spazio per la fantasia, per la ricerca dell'ideale....
Detto questo i disegni sono capaci di calarti nell'atmosfera del racconto e alcune tavole sono eleganti e delicate ma allo stesso tempo dinamiche.
Se avete voglia di una storia intensa e ben articolata, ma non particolarmente complessa, non potete perderlo!
1) ambientazione: siamo in una città-prigione vigilata da implacabili (e impietose) AI, in cui i figli dei condannati pagano, volenti o nolenti, le colpe dei padri, nascendo all'interno e non essendoci possibilità di fuga.
2) in questo clima di violenza incontrollata, però, crescono due bambini, rimasti orfani quando il maschietto era ancora neonato, che trovano nei vicini sostegno e pietà umana (chi delinque non necessariamente è una persona cattiva).
3) proprio i vicini (anche grazie al loro addestramento militare) elaborano un piano (che avrà successo) per fuggire al quale, non senza iniziali ritrosie, aderisce anche la protagonista alla quale, ahimè, sfugge il fratello nella fuga, e da questo momento in poi il suo unico fine di vita sarà rientrare nella prigione per salvarlo.
Anche se da me così banalizzata, la trama ha sicuramente le qualità giuste per intrigare il lettore, ma quello che più attrae, a mio parere, è la caratterizzazione dei personaggi. Senza dilungarsi troppo, l'autore ci fa conoscere i pensieri che tormentano ogni personaggio, guidandoci ad accettarne l'umanità e a comprenderne le ragioni delle azioni, non permettendoci di odiarli o amarli pienamente, ma rendendoci solidali con loro e con i loro difetti, le loro cattiverie e la loro bontà.
In particolare soffriamo insieme alla protagonista, il suo distacco dal fratello di cui si sentiva madre surrogata, il suo lungo addestramento per diventare una invincibile assassina, il suo rimorso per la scia di sangue che si lascia dietro per arrivare al suo obiettivo.
E in questo mondo distorto, nel quale l'umanità costringe a scegliere pseudo-religioni per sopravvivere e la disumanità c'è ancora spazio per la fantasia, per la ricerca dell'ideale....
Detto questo i disegni sono capaci di calarti nell'atmosfera del racconto e alcune tavole sono eleganti e delicate ma allo stesso tempo dinamiche.
Se avete voglia di una storia intensa e ben articolata, ma non particolarmente complessa, non potete perderlo!
