Recensione
Caro, Chibi è scomparsa
7.5/10
'Caro, Chibi è scomparsa' è un volume unico di Keiko Nishi, autrice amante dei gatti, che avevo già avuto modo di conoscere leggendo 'Shiro. Una vita insieme a un gatto.'
Il volume si apre in maniera simpatica, presentando una serie di foto con i gatti dell'autrice, e una piccola galleria di immagini a colori.
Il manga presenta più o meno le stesse tematiche dell'altro, rapporti familiari e coniugali, vita di coppia con relativi fraintendimenti e incomprensioni, dovute ad atteggiamenti di chiusura e incapacità di comunicare con l'altra persona.
L'evoluzione della storia, il suo sviluppo e il relativo finale si muove però in direzioni diverse, quasi opposte; Caro, Chibi è scomparsa, risulta meno malinconico, più conciliante e in buona misura più consolatorio, con un finale che chiude la storia con delicatezza e senza rimpianti, privo di quel vago senso di amarezza che mi aveva lasciato l'altro manga.
Al centro della storia è la convivenza di due anziani coniugi, che vivono da soli con la lora gattina nera Chibi, dolcissima e deliziosa sagoma nera rappresentata sulla copertina del volume.
Hanno tre figli, ciascuno con la loro vita, ma l'autrice sceglie di puntare maggiormente la sua attenzione sulla figlia minore, non sposata, indipendente, in apparenza non interessata alle relazioni sentimentali.
Si ritroveranno tutti riuniti in famiglia in seguito ad una particolare situazione, la misteriosa scomparsa della dolce Chibi, che si allontana da casa per settimane, e scatena preoccupazioni, turbamenti e scombussola quello che pareva un delicato equilibrio, tra due persone avanti negli anni, mentre costringe i figli a porsi domande sugli anziani genitori.
L'autrice con pochi efficaci tratti, ci presenta Yukiko, moglie premurosa e disponibile verso un marito in apparenza scontroso, chiuso, incapace di capire la compagna di una vita, che in un momento di fragilità e disagio, si mette a pensare al divorzio, mentre lui sembra avere una sorta di 'doppia vita' in verità assai innocente.
Questo vecchietto scorbutico inizialmente non ispira troppa simpatia nel lettore; l'autrice ci inganna presentando questo ometto dai tratti imbronciati sotto una luce ambigua, mentre tutto felice si incontra in un locale con un'altra donna, forse una vecchia fiamma, forse un'amica; piccoli flashback sul passato dei personaggi portano lentamente alla verità, mentre piano si svela il vero animo di quell'uomo.
Le cose non sono come sembrano, e l'autrice è stata bravissima a sviarci per riportarci poi sulla strada giusta, mostrandoci un uomo capace di preoccuparsi per la moglie, insicuro, quasi timoroso di mostrare i suoi veri sentimenti, elemento che alla fine suscita una gran tenerezza.
Questa tenerezza finale stempera la vaga malinconia suggerita dalla scomparsa delle gattina all'inizio del racconto, evento che farebbe temere qualcosa di tragico e ineluttabile, mentre Yukiko si prodiga per cercare Chibi.
Lo stile dell'autrice è molto accattivante, il tratto è caratteristico e riconoscibile, molto pulito ed elegante, essenziale e stilizzato, ma quando serve le tavole risultano ricche di dettagli, con sfondi accurati di interni ed esterni con pochi chiaroscuri, piuttosto si gioca su contrasti di bianchi e neri, ma mai pesanti.
L'edizione Dynit è buona, per un volume di grande formato che valorizza le tavole, purtroppo sempre molto cara per una storia che potrebbe essere alla portata di un pubblico più vasto, se il prezzo fosse più accessibile.
Resta una valida lettura, che consiglio a chiunque.
Il volume si apre in maniera simpatica, presentando una serie di foto con i gatti dell'autrice, e una piccola galleria di immagini a colori.
Il manga presenta più o meno le stesse tematiche dell'altro, rapporti familiari e coniugali, vita di coppia con relativi fraintendimenti e incomprensioni, dovute ad atteggiamenti di chiusura e incapacità di comunicare con l'altra persona.
L'evoluzione della storia, il suo sviluppo e il relativo finale si muove però in direzioni diverse, quasi opposte; Caro, Chibi è scomparsa, risulta meno malinconico, più conciliante e in buona misura più consolatorio, con un finale che chiude la storia con delicatezza e senza rimpianti, privo di quel vago senso di amarezza che mi aveva lasciato l'altro manga.
Al centro della storia è la convivenza di due anziani coniugi, che vivono da soli con la lora gattina nera Chibi, dolcissima e deliziosa sagoma nera rappresentata sulla copertina del volume.
Hanno tre figli, ciascuno con la loro vita, ma l'autrice sceglie di puntare maggiormente la sua attenzione sulla figlia minore, non sposata, indipendente, in apparenza non interessata alle relazioni sentimentali.
Si ritroveranno tutti riuniti in famiglia in seguito ad una particolare situazione, la misteriosa scomparsa della dolce Chibi, che si allontana da casa per settimane, e scatena preoccupazioni, turbamenti e scombussola quello che pareva un delicato equilibrio, tra due persone avanti negli anni, mentre costringe i figli a porsi domande sugli anziani genitori.
L'autrice con pochi efficaci tratti, ci presenta Yukiko, moglie premurosa e disponibile verso un marito in apparenza scontroso, chiuso, incapace di capire la compagna di una vita, che in un momento di fragilità e disagio, si mette a pensare al divorzio, mentre lui sembra avere una sorta di 'doppia vita' in verità assai innocente.
Questo vecchietto scorbutico inizialmente non ispira troppa simpatia nel lettore; l'autrice ci inganna presentando questo ometto dai tratti imbronciati sotto una luce ambigua, mentre tutto felice si incontra in un locale con un'altra donna, forse una vecchia fiamma, forse un'amica; piccoli flashback sul passato dei personaggi portano lentamente alla verità, mentre piano si svela il vero animo di quell'uomo.
Le cose non sono come sembrano, e l'autrice è stata bravissima a sviarci per riportarci poi sulla strada giusta, mostrandoci un uomo capace di preoccuparsi per la moglie, insicuro, quasi timoroso di mostrare i suoi veri sentimenti, elemento che alla fine suscita una gran tenerezza.
Questa tenerezza finale stempera la vaga malinconia suggerita dalla scomparsa delle gattina all'inizio del racconto, evento che farebbe temere qualcosa di tragico e ineluttabile, mentre Yukiko si prodiga per cercare Chibi.
Lo stile dell'autrice è molto accattivante, il tratto è caratteristico e riconoscibile, molto pulito ed elegante, essenziale e stilizzato, ma quando serve le tavole risultano ricche di dettagli, con sfondi accurati di interni ed esterni con pochi chiaroscuri, piuttosto si gioca su contrasti di bianchi e neri, ma mai pesanti.
L'edizione Dynit è buona, per un volume di grande formato che valorizza le tavole, purtroppo sempre molto cara per una storia che potrebbe essere alla portata di un pubblico più vasto, se il prezzo fosse più accessibile.
Resta una valida lettura, che consiglio a chiunque.