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Non invidio lo studio Diomédea quando ha iniziato a lavorare all'anime di "Domestic Girfriend": all'epoca il manga da cui è tratto non era ancora concluso, ma erano già disponibili una ventina di volumi comprendenti circa 200 capitoli, e avendo a disposizione soltanto dodici episodi l'idea di rappresentare degnamente le parti più significative era una "Mission Impossible". Comprendo le ragioni di chi trova la caratterizzazione dei personaggi approssimativa o contraddittoria, e anche quelle di chi segnala buchi nella sceneggiatura o tagli eccessivi nella storia che lasciano spaesati: queste valutazioni le rimando a quando mi sarò letto il manga in modo da poter valutare correttamente il lavoro di Kei Sasuga, l'autrice dell'opera.
Tolti i punti deboli, cosa rimane di buono in questo anime? Per me sono da apprezzare la storia, i personaggi presentati e la buona resa della colonna sonora e delle animazioni.

L'idea alla base dell'opera è un colpo di genio: di triangoli amorosi è pieno l'universo degli anime e manga sentimentali, così come è altrettanto sfruttato il filone delle relazioni carnali (pseudo)incestuose degli hentai dove i protagonisti sono fratellastri che non hanno genitori in comune. In "Domestic Girfriend" si mettono insieme i due mondi: abbiamo Natsuo (un ragazzo innamorato di Hina, la sua professoressa di inglese) che accetta la richiesta di Rui (una ragazza incontrata casualmente) che vuole avere la sua prima esperienza sessuale con lui, ma non vuole iniziare a frequentarlo. Poco dopo Natsuo scopre che il padre ha intenzione di risposarsi e ha invitato a casa la sua fidanzata che si presenta con due figlie: proprio Hina e Rui che Natsuo conosce già. La nuova famiglia allargata inizia subito a convivere e fra i ragazzi divenuti fratelli (per la legge) si sviluppano nuovi sentimenti che dovranno iniziare a scoprire, affrontare e gestire; questo però è soltanto l'incipit di un racconto che, oltre agli eventi dei tre protagonisti, vede intrecciarsi anche altre storie interessanti.

Per quanto riguarda i personaggi è una delle poche volte in cui ho visto il protagonista maschile di un triangolo/harem che non si comporta come un pesce lesso davanti a tutte le ragazze che lo vorrebbero come partner, così come è raro trovare una coprotagonista come Rui che all'esordio sembra quasi una poco di buono ma che in seguito mostra di essere molto determinata. Oltre a Hina - più posata ma con una storia interessante nel suo passato - sono da segnalare anche le parti appena accennate di Momo (la ragazza che si è fatta la nomea di essere di facili costumi per il suo modo di fare, frutto di problemi passati), Miu (la presidentessa del club di letteratura schiva e apparentemente interessata al professor Reiji Kiriya) e Masaki Kobayashi, il proprietario del bar "L'Amant" che diventa una specie di confessionale.

La resa grafica dei fondali, della fotografia e le animazioni sono di buon livello; altrettanto si può dire per la colonna sonora che riesce a sottolineare i momenti più intensi degli episodi adeguatamente.
Le sigle sono un esempio di quelle che è bene non saltare durante la visione dell'anime, almeno non per tutti gli episodi: quella iniziale riesce a catturare sia per il brano musicale che per la grafica - nella canzone si alternano parti sussurrate e tranquille a momenti con un ritmo intenso, così come nelle animazioni ci sono parti quasi monocromatiche alternate a un'animazione quasi onirica. La sigla finale è incentrata su Rui e sembra quasi indicare quale sarà il suo futuro nella relazione a tre che sta iniziando.

In conclusione direi che se l'anime "Domestic Girlfriend" avesse avuto almeno il doppio episodi per sviluppare meglio le parti appena accennate avrebbe preso almeno un voto in più; nonostante tutto si tratta comunque di una serie che si guarda volentieri e che può spingere a recuperare il manga da cui è stata tratta per conoscere l'opera completa - cosa che per me è già successa con "Video Girl Ai" e "Sakyura Mail".