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9.5/10
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Se siete arrivati sulla pagina delle recensioni immagino che ovviamente già sappiate che "Bakuman" è una serie che parla di un duo di mangaka (un artista e uno scrittore, proprio come gli autori) che si fa strada proprio in questo mondo. Il punto forte della serie è proprio questo, ovvero il parlare del mondo che c'è dietro ai manga, cosa che riesce a fare molto molto bene.

Prima di addentrarci nella serie, però, vorrei fare un'altra considerazione. Anche se all'apparenza può sembrare una cosa molto a sé, in realtà questo può essere considerato una specie di manga sportivo (anche se ovviamente non parla di sport) questo ha senso perché l'ambito sportivo e quello artistico in generale (e dei fumetti in particolare) presentano delle similitudini, infatti entrambi sono più delle passioni che dei lavori, ma avendo abbastanza successo ci si può anche vivere (e, volendo, farci una barca di soldi) altrimenti restano una cosa da fare nel tempo libero. Il senso di tutto questo paragrafo è che se siete lettori di manga sportivi questa serie può sicuramente risultarvi interessante (ovviamente può interessarvi anche se non lo siete, ma diciamo che lo scheletro della serie è quello).

Come dicevo, il punto forte della serie è proprio il suo parlare di manga e di mangaka, ma per essere più precisi non è solo l'argomento a renderla bella, ma anche il come viene trattato. In questo manga ritroverete tutte le situazioni possibili e immaginabili a cui un mangaka può andare incontro, con anche tutti i tipi di personaggi che si possono trovare nel settore. L'avere entrambi questi elementi è ciò che rende davvero forte la serie, infatti i vari personaggi, tutti caratterizzati diversamente vanno a rappresentare tutti i vari possibili tipi di mangaka: i protagonisti che sono il duo che insieme e con molto impegno può ambire a raggiungere la cima, e tutti gli altri che vanno a rappresentare chi il genio del manga, chi il genio del manga che però non si impegna, chi il mangaka buono, chi quello mediocre, chi quello fallito, chi l'assistente che poi diventa mangaka, chi l'assistente che ha il potenziale per diventarlo e chi l'assistente che il potenziale invece non ce l'ha. A tutto ciò si vanno ad aggiungere i vari tipi di editor: quello bravo, quello meno bravo, quello incapace, quello mediocre e così via.
Andando a mescolare tutti questi personaggi, ognuno che insomma rappresenta un ruolo (come detto, sono tutti scritti diversamente ed hanno anche la loro evoluzione, ma in un certo senso rappresentano un ruolo) si vanno a creare tutte (davvero tutte) le varie situazioni a cui possono andare incontro i mangaka.
C'è il successo, c'è l'insuccesso, c'è la serie così così, c'è il successo che però non andrebbe bene come anime, c'è la serie mediocre, ma ci sono anche altri elementi, come il troppo lavoro (e anche il suo opposto), si parla di serie ""clone"", dei vari tipi di idee, del valore delle opinioni dei lettori e di come l'opinione del pubblico generale e quella di un gruppo ristretto di appassionati possa differire e così via.
Insomma ciò che rende davvero interessante questa serie è proprio l'esporre a 360 gradi tutto il possibile immaginabile che riguarda il lavoro del mangaka.

Poi per dirla tutta, la serie non è solo questo, ci sono personaggi ben scritti a cui viene data enfasi per ciò che riguarda la persona in sé e non il suo lavoro (non che poi sia una di quelle serie che richieda cose del genere, far dire a tutti i personaggi "Voglio fare il mangaka perché mi piace" andrebbe bene comunque). Il manga è anche ben disegnato (come, allo stesso tempo, ha i suoi difetti). Però insomma il punto della serie non è quello, quindi non è quello il suo forte, non è una serie psicologica su un tizio con problemi, non è uno slice of life "nostalgico" su delle persone che ragionano sui cambiamenti della loro vita o cose del genere, possono esserci anche altri vari elementi di questo tipo, ma sono rari proprio perché il punto della serie è proprio quello di esporre il lavoro del mangaka e in questo ci riesce in modo perfetto.