Recensione
Ponyo sulla scogliera
9.0/10
Un uomo dall’aspetto stravagante attraversa gli abissi marini a bordo di una strana imbarcazione: è il mago Fujimoto, che ha da tempo rinnegato la sua natura umana per dedicarsi interamente alla cura del mare; sua figlia, una buffa e curiosa pesciolina rossa dalla testa umana, si allontana seguendo un gruppo di meduse e finisce per rimanere incastrata all’interno di un barattolo di vetro.
Spinto dalla corrente, il contenitore giunge fino alla costa, ai piedi di una scogliera, sulla quale sorge una graziosa casa, dove vivono Sosuke, un bambino di cinque anni, e i suoi giovani genitori: Risa, che lavora presso il centro di accoglienza per anziane signore “Casa dei Girasoli”, e Koichi, capitano di una nave.
Il barattolo attira l’attenzione di Sosuke, che, senza esitazioni, lo rompe ferendosi a un dito; quando la piccola creatura marina gli lecca il sangue uscito dalla ferita, il bambino si rende conto che è viva: sorpreso ed emozionato, si affretta a metterla in un secchiello pieno d’acqua e la chiama Ponyo. I due provano subito una forte simpatia reciproca, ma la scomparsa della pesciolina non è passata inosservata: onde minacciose mandate da Fujimoto a riprendersi la figlia rapiscono Ponyo, gettando Sosuke nello sconforto per aver perso la sua amica. Ponyo si rifiuta di obbedire a suo padre, perché desidera diventare un essere umano e vivere insieme a Sosuke; il sangue del bambino leccato da Ponyo, unito alla determinazione della pesciolina, risveglia in lei un enorme potere magico, che le consente di assumere forma umana, ma allo stesso tempo provoca uno sconvolgimento nell’equilibrio del mondo.
Un tremendo tsunami si abbatte sulla cittadina dove vive Sosuke mettendo in pericolo i suoi abitanti; tuttavia, esiste ancora una possibilità di salvezza ed è rappresentata proprio dal bambino, chiamato a prendere un’importante decisione da Gran Mammare, divinità del mare e dolce madre di Ponyo.
Hayao Miyazaki ci racconta con la consueta sensibilità una delicata storia di amore e amicizia, alla quale fanno da sfondo splendidi paesaggi: l’operoso villaggio marittimo circondato dai boschi e soprattutto il mare, ora calmo e lucente, ora scuro e agitato, e le sue variopinte profondità, abitate da un’incredibile varietà di esseri viventi.
Le belle musiche di Joe Hisaishi coinvolgono fin dall’inizio lo spettatore, che si ritrova a seguire con partecipazione le vicende dei piccoli protagonisti; inoltre, il curatissimo adattamento italiano e la bravura dei doppiatori (in particolar modo, Massimo Corvo su Fujimoto esprime molto bene il carattere di un padre forse un po’ troppo severo, ma che ama profondamente la figlia) valorizzano ulteriormente il film, contribuendo a renderlo un’opera estremamente piacevole.
Spinto dalla corrente, il contenitore giunge fino alla costa, ai piedi di una scogliera, sulla quale sorge una graziosa casa, dove vivono Sosuke, un bambino di cinque anni, e i suoi giovani genitori: Risa, che lavora presso il centro di accoglienza per anziane signore “Casa dei Girasoli”, e Koichi, capitano di una nave.
Il barattolo attira l’attenzione di Sosuke, che, senza esitazioni, lo rompe ferendosi a un dito; quando la piccola creatura marina gli lecca il sangue uscito dalla ferita, il bambino si rende conto che è viva: sorpreso ed emozionato, si affretta a metterla in un secchiello pieno d’acqua e la chiama Ponyo. I due provano subito una forte simpatia reciproca, ma la scomparsa della pesciolina non è passata inosservata: onde minacciose mandate da Fujimoto a riprendersi la figlia rapiscono Ponyo, gettando Sosuke nello sconforto per aver perso la sua amica. Ponyo si rifiuta di obbedire a suo padre, perché desidera diventare un essere umano e vivere insieme a Sosuke; il sangue del bambino leccato da Ponyo, unito alla determinazione della pesciolina, risveglia in lei un enorme potere magico, che le consente di assumere forma umana, ma allo stesso tempo provoca uno sconvolgimento nell’equilibrio del mondo.
Un tremendo tsunami si abbatte sulla cittadina dove vive Sosuke mettendo in pericolo i suoi abitanti; tuttavia, esiste ancora una possibilità di salvezza ed è rappresentata proprio dal bambino, chiamato a prendere un’importante decisione da Gran Mammare, divinità del mare e dolce madre di Ponyo.
Hayao Miyazaki ci racconta con la consueta sensibilità una delicata storia di amore e amicizia, alla quale fanno da sfondo splendidi paesaggi: l’operoso villaggio marittimo circondato dai boschi e soprattutto il mare, ora calmo e lucente, ora scuro e agitato, e le sue variopinte profondità, abitate da un’incredibile varietà di esseri viventi.
Le belle musiche di Joe Hisaishi coinvolgono fin dall’inizio lo spettatore, che si ritrova a seguire con partecipazione le vicende dei piccoli protagonisti; inoltre, il curatissimo adattamento italiano e la bravura dei doppiatori (in particolar modo, Massimo Corvo su Fujimoto esprime molto bene il carattere di un padre forse un po’ troppo severo, ma che ama profondamente la figlia) valorizzano ulteriormente il film, contribuendo a renderlo un’opera estremamente piacevole.