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8.5/10
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È una serie che, se uscisse ora nel 2024, potrebbe reggere senza problemi la concorrenza di quasi tutto quello che c'è in giro.

La trama non è complessa, non ha intrecci ingarbugliati, ma è alquanto lineare. Yoshino, per un errore, si ritrova a dover risollevare le sorti di una cittadina di campagna tramite iniziative turistiche; ad affiancarla, altre quattro ragazze, una web designer scappata da Tokyo, una ex attrice tornata al paese, la dipendente dell'ufficio turistico innamorata della sua cittadina e una ragazza con problemi a livello interpersonale.
Un gruppo allo stesso tempo bene e male assortito, che dovrà anche mediare fra il loro a dir poco sciroccato capo e la serissima e intransigente rappresentante dei commercianti cittadini.

C'è chi lo definirebbe uno slice of life, ma a mio parere non lo è. Non mostra una quotidiana vita di persone, ma quello di una città, e di come le persone cerchino di cambiare quella quotidianità.
La serie è mediamente divertente, ma non mancano situazioni tese, commoventi e tristi.

Ci sono alcuni piccoli elementi, tutto sommato marginali, che ho apprezzato moltissimo. Il primo fra tutti è l'età delle ragazze, tutte più che ventenni. Cosa rara non avere a che fare con studenti e adolescenti in un anime!
Non c'è nessuna storia d'amore manco di striscio. O meglio, ci sono, ma sono ininfluenti per la storia, o talmente marginali che, anche se non ci fossero, non cambierebbe una virgola. Però non stonano e rendono più "denso" e tridimensionale il tutto.

I personaggi sono ben delineati e caratterizzati, non solo la protagonista e la sua cerchia, ma anche una schiera di personaggi minori. Giusto le comparse sono a livello di cartonato.

E arrivo alla cosa che più ho apprezzato.
Cos'è una storia? È l'evoluzione, la crescita, il cambiamento del protagonista, cambiamento che avviene affrontando delle sfide, fallendo e vincendo, finché il personaggio non dovrà mutare il suo modo di vedere il mondo e affrontarlo per poter arrivare alla vittoria. È quello che nella sceneggiatura (e non solo) si chiama arco di trasformazione. E qui assistiamo non al solo arco della protagonista, ma anche a quello dei personaggi secondari. Solo le comparse rimangono uguali a sé stesse durante tutta la storia, ma ben otto personaggi evolvono, maturano e cambiano, rendendoci partecipi dei loro problemi, dei loro difetti e facendoci tifare per loro quando affrontano i loro difetti per poter migliorare.

Tutto perfetto? No, alcuni personaggi sono stati scritti, per me, decisamente male: l'assurdo Sandal, l'inventore Doku (che, di fatto, se anche non ci fosse nella storia, cambierebbe poco) e la madre di Erika. Questi tre, pur non essendo comparse, sono poco più che carta velina come spessore, considerando il minutaggio a loro dedicato.

Ho apprezzato il design dei personaggi (in particolare ho apprezzato Maki) e il comparto tecnico.

Consigliato a chi vuole qualcosa di più di azione, effetti speciali e waifu.