Recensione
Sakura, Saku
6.0/10
Sakura, Saku è una commedia romantica dell'autrice di opere ben più note e valide come "Amarsi, lasciarsi", "A un passo da te", "Strobe Edge", dove il tema scolastico tipico di tanti shoujo, si ripete senza sostanziali variazioni che facciano elevare questa serie sopra le altre.
Salvo i disegni di Io Sakisaka, che sono sempre molto belli, curatissimi, impostati su una grafica morbida e accattivante, purtroppo la serie sviluppa personaggi e situazioni in maniera farraginosa, ripetitiva o inconcludente; l'autrice non osa avventurarsi su altre strade, ma percorre quelle già battute da lei o da altri mangaka, senza riuscire a costruire una trama innovativa, convincente e sensata, dove sono proprio i personaggi principali a farne le spese, soprattutto la protagonista femminile, Saku, la classica brava ragazza che si sforza in ogni occasione di essere tale, a costo di andare contro i suoi stessi desideri, questo per imitare un ignoto benefattore che all'inizio della storia le fa ritrovare la borsa personale perduta, incipit un po' debole, da cui parte tutta la trama.
La storia d'amore tra lei e il protagonista maschile, Haruki, anche lui classico personaggio buono da shojo-manga, a parte brevi momenti da batticuore, non decolla mai per una serie di fraintendimenti e incomprensioni piuttosto assurde e un po' troppo forzate, quando basterebbe aprire un dialogo costruttivo e ragionevole tra i personaggi coinvolti.
Nella trama l'autrice introduce o accenna a possibili risvolti yuri, che nel corso successivo dei volumi non trovano riscontro, addirittura vengono dimenticati, facendo prendere ai personaggi strade completamente diverse.
Da lettrice, mi sono chiesta se tali elementi fossero stati introdotti a caso o per errore; la Sakisaka forse non ha il coraggio di proseguire in una direzione, e rinuncia a risolvere quell'idea in maniera coerente e sensata, e non saprei dire per quale motivo, forse disinteresse, ma sono difetti che fanno perdere punti alla narrazione, che diventa confusionaria.
I primi volumi erano pure partiti abbastanza bene; c'era un pizzico di mistero attorno al benefattore di Saku, l'amicizia sincera tra Saku e l'amica Kotono in difficoltà col fidanzato, si introduce il rapporto un po' sofferto tra Haruki e suo fratello maggiore Riosuke (personaggio derivato da un'opera precedente della Sakisaka), gli amici di scuola, l'incontro/scontro con il compagno/collega di lavoro Iryu, personaggio fuori dagli schemi, il più insolito di tutta la serie, (non insolito per l'autrice che aveva introdotto uno schema simile anche in Strobe Edge, se non ricordo male, anche lì, il rivale mi piaceva di più del protagonista).
Insomma, per me Iryu è molto più interessante di Haruki, fino all'ultimo ho fatto il tifo per lui, senza aspettarmi variazioni sul tema.
Iryu è il rivale in amore, è l'unico che ha il coraggio di parlare in maniera diretta, non si preoccupa delle convenzioni sociali né di apparire meglio di ciò che è; in parole povere, è l'unico personaggio libero da condizionamenti che ritroviamo negli altri personaggi, prima fra tutti la stessa Saku che in maniera ridicola, si convince di cose inesistenti e pretende di conoscere i reali sentimenti del ragazzo che le piace, cosa che la rende indecisa e sciocca in maniera irritante.
La mia impressione generale è che l'autrice abbia voluto sollevare alcune tematiche, mettendo in evidenza i difetti di una ragazza come Saku, condizionata dalle sue convinzioni su se stessa, su come debba presentarsi agli occhi altrui, convinta erroneamente che il valore personale dipenda da giudizi esterni.
C'è una facciata imposta dalla scuola o dalla società giapponese, un'apparenza che stride con quello che la persona è, o dovrebbe essere, conflitto messo in campo dalle parole schiette di Iryu, "Tu non sei una brava ragazza", quasi l'unico insieme all'amica Kotono, che costringe Saku a confrontarsi con se stessa.
Il tema del conformismo e dell'ipocrisia socio/culturale era interessante, il problema è che l'autrice non riesce a svilupparlo in modo profondo, un peccato, perchè la storia sarebbe stata di ben altro livello.
Il finale è quanto di più scontato e prevedibile ci possa essere, capisco che siamo in ambito shoujo, ma si potevano osare altre direzioni, tentare altre soluzioni, dare spazio maggiore a personaggi meno consueti e canonici.
Mi spiace dirlo, ma questa serie mi ha lasciato davvero poco, i protagonisti con la loro indecisione hanno contribuito a non farmi apprezzare appieno la storia, ad oggi, uno dei lavori meno riusciti di un'autrice che ho molto apprezzato in altri lavori, uno su tutti "Amarsi, lasciarsi" ristampato dalla Planet, dunque facilmente recuperabile, che consiglio a chi voglia avvicinarsi per la prima volta a Io Sakisaka.
La parte grafica è sempre una meraviglia, i disegni sono sempre chiari, eleganti e armoniosi, la tavole sono di ampio respiro, mai ridondanti, con dettagli precisi dove servono, ma da soli non bastano a reggere una storia con poca sostanza e protagonisti privi di spessore e carattere, con bassa crescita psicologica.
Sufficenza scarsa, l'autrice ha fatto certamente di meglio.
Salvo i disegni di Io Sakisaka, che sono sempre molto belli, curatissimi, impostati su una grafica morbida e accattivante, purtroppo la serie sviluppa personaggi e situazioni in maniera farraginosa, ripetitiva o inconcludente; l'autrice non osa avventurarsi su altre strade, ma percorre quelle già battute da lei o da altri mangaka, senza riuscire a costruire una trama innovativa, convincente e sensata, dove sono proprio i personaggi principali a farne le spese, soprattutto la protagonista femminile, Saku, la classica brava ragazza che si sforza in ogni occasione di essere tale, a costo di andare contro i suoi stessi desideri, questo per imitare un ignoto benefattore che all'inizio della storia le fa ritrovare la borsa personale perduta, incipit un po' debole, da cui parte tutta la trama.
La storia d'amore tra lei e il protagonista maschile, Haruki, anche lui classico personaggio buono da shojo-manga, a parte brevi momenti da batticuore, non decolla mai per una serie di fraintendimenti e incomprensioni piuttosto assurde e un po' troppo forzate, quando basterebbe aprire un dialogo costruttivo e ragionevole tra i personaggi coinvolti.
Nella trama l'autrice introduce o accenna a possibili risvolti yuri, che nel corso successivo dei volumi non trovano riscontro, addirittura vengono dimenticati, facendo prendere ai personaggi strade completamente diverse.
Da lettrice, mi sono chiesta se tali elementi fossero stati introdotti a caso o per errore; la Sakisaka forse non ha il coraggio di proseguire in una direzione, e rinuncia a risolvere quell'idea in maniera coerente e sensata, e non saprei dire per quale motivo, forse disinteresse, ma sono difetti che fanno perdere punti alla narrazione, che diventa confusionaria.
I primi volumi erano pure partiti abbastanza bene; c'era un pizzico di mistero attorno al benefattore di Saku, l'amicizia sincera tra Saku e l'amica Kotono in difficoltà col fidanzato, si introduce il rapporto un po' sofferto tra Haruki e suo fratello maggiore Riosuke (personaggio derivato da un'opera precedente della Sakisaka), gli amici di scuola, l'incontro/scontro con il compagno/collega di lavoro Iryu, personaggio fuori dagli schemi, il più insolito di tutta la serie, (non insolito per l'autrice che aveva introdotto uno schema simile anche in Strobe Edge, se non ricordo male, anche lì, il rivale mi piaceva di più del protagonista).
Insomma, per me Iryu è molto più interessante di Haruki, fino all'ultimo ho fatto il tifo per lui, senza aspettarmi variazioni sul tema.
Iryu è il rivale in amore, è l'unico che ha il coraggio di parlare in maniera diretta, non si preoccupa delle convenzioni sociali né di apparire meglio di ciò che è; in parole povere, è l'unico personaggio libero da condizionamenti che ritroviamo negli altri personaggi, prima fra tutti la stessa Saku che in maniera ridicola, si convince di cose inesistenti e pretende di conoscere i reali sentimenti del ragazzo che le piace, cosa che la rende indecisa e sciocca in maniera irritante.
La mia impressione generale è che l'autrice abbia voluto sollevare alcune tematiche, mettendo in evidenza i difetti di una ragazza come Saku, condizionata dalle sue convinzioni su se stessa, su come debba presentarsi agli occhi altrui, convinta erroneamente che il valore personale dipenda da giudizi esterni.
C'è una facciata imposta dalla scuola o dalla società giapponese, un'apparenza che stride con quello che la persona è, o dovrebbe essere, conflitto messo in campo dalle parole schiette di Iryu, "Tu non sei una brava ragazza", quasi l'unico insieme all'amica Kotono, che costringe Saku a confrontarsi con se stessa.
Il tema del conformismo e dell'ipocrisia socio/culturale era interessante, il problema è che l'autrice non riesce a svilupparlo in modo profondo, un peccato, perchè la storia sarebbe stata di ben altro livello.
Il finale è quanto di più scontato e prevedibile ci possa essere, capisco che siamo in ambito shoujo, ma si potevano osare altre direzioni, tentare altre soluzioni, dare spazio maggiore a personaggi meno consueti e canonici.
Mi spiace dirlo, ma questa serie mi ha lasciato davvero poco, i protagonisti con la loro indecisione hanno contribuito a non farmi apprezzare appieno la storia, ad oggi, uno dei lavori meno riusciti di un'autrice che ho molto apprezzato in altri lavori, uno su tutti "Amarsi, lasciarsi" ristampato dalla Planet, dunque facilmente recuperabile, che consiglio a chi voglia avvicinarsi per la prima volta a Io Sakisaka.
La parte grafica è sempre una meraviglia, i disegni sono sempre chiari, eleganti e armoniosi, la tavole sono di ampio respiro, mai ridondanti, con dettagli precisi dove servono, ma da soli non bastano a reggere una storia con poca sostanza e protagonisti privi di spessore e carattere, con bassa crescita psicologica.
Sufficenza scarsa, l'autrice ha fatto certamente di meglio.