Recensione
Remnant: Jujin Omegaverse
8.5/10
La lettura di quest’opera di Hana Hasumi è stata una maratona davvero appassionante, attraverso sette volumi che ho divorato in poche settimane (se l’avessi scoperta prima, aspettare tre anni sarebbe stata una tortura!).
Mi ero avvicinata all’Omegaverse attraverso la serie anime Tadaima, Okaeri, che però mi aveva lasciato molte domande aperte. Qui invece c’è un’ampia nota introduttiva all’inizio di ogni volume che descrive l’universo in cui è ambientata la storia e i rapporti che intercorrono fra le razze (umani e teriantropi) e i tipi (alfa, beta e omega). Il racconto è coerente con queste premesse e nel corso della storia emergono e si approfondiscono dettagli relativi al calore, all’unione d’anime e così via.
I disegni sono davvero belli e il modo in cui sono resi i teriantropi facilita, credo, l’accettazione da parte del lettore dei rapporti fisici fra le due razze. A me, quantomeno, questo aspetto non ha disturbato.
La storia ha un buon ritmo e anche le vicende laterali che vengono affrontate non distolgono troppo l’attenzione dall’evolversi del rapporto fra i due protagonisti. I personaggi sono ben caratterizzati, compresi quelli secondari che arricchiscono la storia senza risultare troppo invadenti.
Le scene erotiche sono molto passionali e rispecchiano lo stato del rapporto fra Daath e Juda, dalla rabbia e frustrazione iniziali, per un’unione che non hanno scelto, alla tenerezza di quando finalmente i reciproci sentimenti vengono alla luce.
Dal lato censura ho qualche riserva: alcune scene sono, in qualche modo, autocensurate, nel senso che gli organi non vengono disegnati, e a me questo dà un po’ fastidio, ha un effetto innaturale. Nell’ultimo volume, invece, siccome i disegni erano più espliciti, sono stati censurati da fascette bianche piuttosto spesse, che ho trovato eccessive. Nel complesso, però, questi difetti non inficiano la qualità generale dell’opera o il piacere della lettura.
E, come dicevo, i teriantropi sono davvero belli, viene voglia di affondare il viso nella pelliccia di Juda!
Mi ero avvicinata all’Omegaverse attraverso la serie anime Tadaima, Okaeri, che però mi aveva lasciato molte domande aperte. Qui invece c’è un’ampia nota introduttiva all’inizio di ogni volume che descrive l’universo in cui è ambientata la storia e i rapporti che intercorrono fra le razze (umani e teriantropi) e i tipi (alfa, beta e omega). Il racconto è coerente con queste premesse e nel corso della storia emergono e si approfondiscono dettagli relativi al calore, all’unione d’anime e così via.
I disegni sono davvero belli e il modo in cui sono resi i teriantropi facilita, credo, l’accettazione da parte del lettore dei rapporti fisici fra le due razze. A me, quantomeno, questo aspetto non ha disturbato.
La storia ha un buon ritmo e anche le vicende laterali che vengono affrontate non distolgono troppo l’attenzione dall’evolversi del rapporto fra i due protagonisti. I personaggi sono ben caratterizzati, compresi quelli secondari che arricchiscono la storia senza risultare troppo invadenti.
Le scene erotiche sono molto passionali e rispecchiano lo stato del rapporto fra Daath e Juda, dalla rabbia e frustrazione iniziali, per un’unione che non hanno scelto, alla tenerezza di quando finalmente i reciproci sentimenti vengono alla luce.
Dal lato censura ho qualche riserva: alcune scene sono, in qualche modo, autocensurate, nel senso che gli organi non vengono disegnati, e a me questo dà un po’ fastidio, ha un effetto innaturale. Nell’ultimo volume, invece, siccome i disegni erano più espliciti, sono stati censurati da fascette bianche piuttosto spesse, che ho trovato eccessive. Nel complesso, però, questi difetti non inficiano la qualità generale dell’opera o il piacere della lettura.
E, come dicevo, i teriantropi sono davvero belli, viene voglia di affondare il viso nella pelliccia di Juda!