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Negli anni '90 il successo di "Sailor Moon" aveva portato grandi cambiamenti e innovazione nel mondo dei majokko, e non solo. Delle leggi non scritte dettarono che molti creatori e creatrici da allora cercassero di realizzare vari "cloni", con lo scopo di emulare il successo dell'opera della Takeuchi. Tra tutti questi cloni vi è anche "Tokyo Mew Mew": è una serie nata nel 2000 come manga da Mia Ikumi, purtroppo non più tra noi, per poi avere la sua trasposizione anime nel 2002, che arrivò da noi in Italia solo due anni dopo.

Strawberry è una ragazza allegra, solare, sognatrice e volenterosa, ma anche parecchio sbadata e permalosa. Proprio il giorno del suo primo appuntamento amoroso con Masaya (chiamato da noi Mark) la sua vita subirà una svolta particolare: durante la visita a una mostra su animali in via d'estinzione, un misterioso raggio colpirà la ragazza e il suo DNA verrà mischiato assieme a quello di un gatto selvatico di Iriomote. Da quel momento ella è in grado di trasformarsi nella guerriera Mew Barry, e due ragazzi, il brusco Ryan e il galante Kyle, le daranno l'arduo compito di rintracciare le altre guerriere Mew Mew e difendere la Terra dai continui attacchi di una razza aliena bramosa di vendetta. In più, le offriranno un posto di lavoro nel locale da loro gestito: il Caffè Mew Mew, che funge da quartier generale e copertura per il misterioso progetto Mew.

Nel corso dei vari episodi ci sarà modo di conoscere meglio anche le altre Mew Mew: iniziando da Mina, ragazza benestante dall'aria un po' antipatica e cinica, ma che in realtà è molto sensibile e ha un cuore d'oro; Lory, ragazza studiosa, gentile ma molto timida e insicura, e questo la porta ad avere molte "battaglie interiori"; Paddy, la più iperattiva e infantile del gruppo, ma dietro a tutta questa spensieratezza vi è una storia assai commovente; infine Pam, la più grande del gruppo, ma anche la più carismatica ed enigmatica, con un carattere piuttosto freddo e distaccato, favorendo molto più il lavoro indipendente che quello di squadra, ma che alla fine non trascura mai le amiche. Per quanto si riesca a empatizzare con loro, e i loro background si arricchiscano ad ogni episodio, non posso comunque non ammettere che alcune delle loro caratterizzazioni siano prese pari pari da quelle delle guerriere Sailor, e questo alla fine le rende un po' scontate e i loro colpi di scena diventano fin troppo prevedibili, così come anche lo svolgersi della maggior parte degli episodi è fin troppo simile: inizia l'episodio, il cattivo manda lo scagnozzo di turno a far danni, le Mew Mew intervengono, Mew Barry dà il colpo di grazia al mostro, fine. Ma ho comunque trovato molto interessante il loro modo di trasformarsi in guerriere con DNA assimilati a tipici animali rari e in via d'estinzione, che danno loro alla fine degli aspetti da semi-animali antropomorfi, forse l'unica idea originale della serie, ma anche i design di alcune creature aliene mandate dagli antagonisti, chiamati chimeri, sanno essere accattivanti, sebbene non tutti. Strawberry sa essere una protagonista divertente il più delle volte, e sorprendentemente nel ruolo di Mew Barry mostra sin da subito di saper essere anche una guerriera seria, che prende seriamente tale ruolo (a discapito della cara Usagi, a cui serviva un po' più di tempo), e alla fine ci si affeziona a lei, sebbene però altre volte inciampa in buffonate fin troppo imbarazzanti. Il suo interesse amoroso per Mark sinceramente è qualcosa che non mi ha lasciato né caldo né freddo, così come anche il personaggio stesso di Mark, che è fin troppo banale e facilmente viene messo in ombra a favore di personaggi molto più approfonditi come Ryan e Kyle. Sul lato degli antagonisti non vi è molto da dire, ma il personaggio dell'alieno Quiche sa dire la sua: mostrato sin dall'inizio ammaliato da Strawberry e nonostante non sia ricambiato, ne rimane comunque ossessionato, facendo nascere una sorta di "amore malato". Tale emozione porta il personaggio a uno sviluppo particolare, che lo porta ad agire sempre più indipendentemente, invece che eseguire gli ordini di Profondo Blu, villan principale piuttosto deludente e dimenticabile, fino a compiere degli atti del tutto inaspettati.

In conclusione, "Tokyo Mew Mew" resta comunque un "clone" che copia molto di quello che ha reso un successo "Sailor Moon", e ciò la rende una serie che non sorprende molto per originalità, sebbene può vantare qualche piccola idea che rende la visione almeno piacevole e non del tutto uno spreco.