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Questa è la prima volta che mi sono approcciato ad Asano in vita mia, sebbene sia un mangaka molto noto a zoomer e millennial. Ho deciso di affrontare quest'opera per via delle tematiche in essa contenute (l'ossessione per il primo amore, il trauma della crescita) e dello stile di disegno simbolico (il protagonista e la sua famiglia sono rappresentati come uccellini stilizzati). L'arco narrativo, denso di riflessioni e ammiccamenti surreali, percorre la crescita di PunPun e dei personaggi che intersecano il suo cammino, dallo zio depresso fino all'immancabile psicopatica brainwashata dalle vendite multilivello. Non sono più abituato a leggere manga, quindi ho parecchio storto il naso di fronte ad alcune esagerazioni e colpi di scena improbabili (tutte cose tipiche del medium). Capisco che la società giapponese induca alla psicopatia, ma qui i problemi personali e i melodrammi sono in ogni dove, e ciò non è realistico. Fatto salvo ciò, Oyasumi PunPun è un manga intelligente e ha un significato ben preciso: con la dissoluzione della famiglia e l'assenza di amore materno, le vite dei figli rimangono segnate; si tende quindi ad attaccarsi ai propri sogni infantili ma il prezzo da pagare, poi, per una banale legge di natura che è la persistenza del tempo, diventa troppo alto. C'è quindi il rischio che da uccellini si diventi innocenti diavoli. Inutile dire che mi sono ritrovato nelle tematiche del manga e che, forse per identificazione, Asano mi sia entrato in simpatia. Aggiungerei infine una lode alla presa in giro che l'autore fa di Dio, che viene rappresentato come una testa afro col sorriso spianato, e alla figura dello zio di PunPun, che forse è il personaggio più onesto della combriccola.