Recensione
Recensione di Kumogakure
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Graziosa favola dark dove l’eleganza grafica la fa da padrona, pur avendo molte sfaccettature la componente gameplay è semplice ed intuitiva, divertente poi poter controllare in contemporanea – in maniera del tutto indipendente – due personaggi, uno per stick. Bene dunque ma non benissimo.
La storia è il vero punto di forza di questo gioco, una vicenda davvero intrigante e suggestiva che purtroppo non riesce a performare nel modo migliore per via di un’esposizione mal amalgamata al gioco che la rende poco fluida. Lunghe/lunghissime sequenze narrate si alternano ad altrettanto lunghi/lunghissimi periodi di vuoto assoluto, avvicendando momenti in cui si avverte la necessità di “avere” un qualcosa in più sulla trama ad altri di “ti prego ora basta!”.
I personaggi che possiamo controllare godono già di una certa nomea grazie al brand di appartenenza, peccano forse un po’ di monotonia i nostri nemici, ma sul ‘cast’ (spiritelli compresi) c’è poco da ridire. La pecca più grossa infatti trovo risieda nella giocabilità del titolo, dove una volta esaurita la ventata fresca data dall’effetto novità, ci si ritrova presto ai confini della noia. Girovagando in lungo e in largo per luoghi tra i molto simili e l’uguali – con l’ausilio di mappe imbarazzanti, fortuna che le location non sono troppo estese – dove di rado si riscontra qualcosa di nuovo, sin quando non si ha accesso alle forme di potere del nostro pet Cheshire (anche lì però l’entusiasmo non ha vita lunga). Pure la lunghezza dei capitoli può variare molto dall’uno all’altro ed è una cosa che non ho percepito affatto favorevolmente. Inoltre non tutti i boss da affrontare godono di un’ambientazione e/o un’introduzione adeguati, il che sa molto di occasione sprecata per rendere l’atmosfera ulteriormente stimolante.
Ciò considerato, la motivazione di completare il titolo al 100% una volta conclusa la storia – nonostante con l’aiuto di Ignis possiamo muoverci rapidamente da un punto all’altro – per non parlare della rigiocabilità (con un livello di difficoltà maggiore ora sbloccato), hanno ben pochi stimoli; personalmente non ho fatto né l’una né l’altra cosa. Anche il capitolo extra su Jeanne non offre realmente nulla di alternativo a quanto abbiamo già visto, e a conti fatti ci regala solo qualche costume in più una volta completato.
Un’avventura grafica carina ma nulla più di questo, dove sarà facile affezionarsi all’accoppiata Cereza Cheshire grazie al loro travagliato legame. Non mi è dispiaciuto però, francamente, non è un titolo del quale consiglierei l’acquisto, non necessariamente per demeriti suoi ma per il fatto che in giro si può trovare di molto meglio. Forse più indicato per completisti particolarmente affezionati alla serie Bayonetta.
La storia è il vero punto di forza di questo gioco, una vicenda davvero intrigante e suggestiva che purtroppo non riesce a performare nel modo migliore per via di un’esposizione mal amalgamata al gioco che la rende poco fluida. Lunghe/lunghissime sequenze narrate si alternano ad altrettanto lunghi/lunghissimi periodi di vuoto assoluto, avvicendando momenti in cui si avverte la necessità di “avere” un qualcosa in più sulla trama ad altri di “ti prego ora basta!”.
I personaggi che possiamo controllare godono già di una certa nomea grazie al brand di appartenenza, peccano forse un po’ di monotonia i nostri nemici, ma sul ‘cast’ (spiritelli compresi) c’è poco da ridire. La pecca più grossa infatti trovo risieda nella giocabilità del titolo, dove una volta esaurita la ventata fresca data dall’effetto novità, ci si ritrova presto ai confini della noia. Girovagando in lungo e in largo per luoghi tra i molto simili e l’uguali – con l’ausilio di mappe imbarazzanti, fortuna che le location non sono troppo estese – dove di rado si riscontra qualcosa di nuovo, sin quando non si ha accesso alle forme di potere del nostro pet Cheshire (anche lì però l’entusiasmo non ha vita lunga). Pure la lunghezza dei capitoli può variare molto dall’uno all’altro ed è una cosa che non ho percepito affatto favorevolmente. Inoltre non tutti i boss da affrontare godono di un’ambientazione e/o un’introduzione adeguati, il che sa molto di occasione sprecata per rendere l’atmosfera ulteriormente stimolante.
Ciò considerato, la motivazione di completare il titolo al 100% una volta conclusa la storia – nonostante con l’aiuto di Ignis possiamo muoverci rapidamente da un punto all’altro – per non parlare della rigiocabilità (con un livello di difficoltà maggiore ora sbloccato), hanno ben pochi stimoli; personalmente non ho fatto né l’una né l’altra cosa. Anche il capitolo extra su Jeanne non offre realmente nulla di alternativo a quanto abbiamo già visto, e a conti fatti ci regala solo qualche costume in più una volta completato.
Un’avventura grafica carina ma nulla più di questo, dove sarà facile affezionarsi all’accoppiata Cereza Cheshire grazie al loro travagliato legame. Non mi è dispiaciuto però, francamente, non è un titolo del quale consiglierei l’acquisto, non necessariamente per demeriti suoi ma per il fatto che in giro si può trovare di molto meglio. Forse più indicato per completisti particolarmente affezionati alla serie Bayonetta.