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La trama in breve - e sulla quale non mi soffermerò oltre: Shinichi è un giovane a cui piace fare il detective, a causa della sua curiosità viene avvelenato e si ritrova ad essere un bambino, decide quindi di scoprire chi l'ha ridotto così e di trovare un modo per tornare adulto. Nel frattempo risolve casi di omicidio/suicidio/truffa/furto/violazione codice della strada/ricerca persone/animali scomparsi, etc.

Sul lato tecnico non mi pronuncio, anche perché è difficile dare un giudizio univoco su una serie che sforna episodi da oltre vent'anni: cambiano tempi, cambiano le richieste/esigenze del pubblico, cambiano i disegnatori, gli animatori e i registi, i mezzi tecnici etc.

Personaggi: quasi tutti i personaggi secondari valgono più del protagonista, hanno più spessore e più carisma. Ai su tutti, ma anche l'agente Sato e persino Chiba e Yumi hanno più spessore di Conan. Ad essere più carta velina monodimensionale di Conan, ci sono solo Genta e Vodka. Goro ed Heiji sono sul suo stesso piano. Il motivo è semplice: la trama di "Conan" è di una semplicità estrema e soprattutto non ha conflitto, e le volte che potrebbe esserci viene evitato, inoltre è perfetto, sa tutto, sa fare tutto, il che lo rende piatto, non dà il minimo spunto di imprevedibilità o di incertezza, sostanzialmente è impossibile empatizzare con lui. Genta è una macchietta idiota, anche se - forse - nella sua stupidità è l'unico a comportarsi per quello che dovrebbe essere: un bambino di prima elementare.
E qui passiamo a un altro punto critico. I tre amici dovrebbero essere in prima elementare, tuttavia hanno capacità fisiche, linguistiche da adolescenti, parlano da adolescenti (veramente un bambino delle elementari si cura del fisico di una ragazza?) e si comportano da adolescenti.
Il professor Agasa è il classico tuttologo con conoscenze tecniche in ogni campo dello scibile umano, che non riesce a creare un cuociriso, ma crea un papillon in grado di imitare qualsiasi voce, anche se udita per tre secondi e senza alcuna funzione specifica di registrazione (rapina in banca), uno skateboard con prestazioni da F1, un anestetico che, considerate le dimensioni delle freccette, ha un effetto immediato, occhiali con sistema HUD incorporato, sintetizzatore di materia (il lancia-palloni della cintura) stile "Star Trek"... ecco, il professor Agasa con queste trovate toglie molto della residua (poca) credibilità all'anime.
I vari detective della polizia alternano momenti di efficienza ad altri in cui non si rendono nemmeno conto di dove si trovano... va beh.
La grande e potente organizzazione nera ha più agenti infiltrati tra CIA, FBI e Servizi di sicurezza che membri effettivi, però almeno la metà di quei membri effettivi hanno una buona caratterizzazione (Gin e Vermouth).

Passiamo al fulcro dell'anime, i casi di indagine. Ve ne sono di alti e bassi, alcuni ben fatti, altri che rasentano il fantasy, molti hanno purtroppo un difetto (ad essere onesti, è lo stesso difetto di molti romanzi di Agatha Christie): chi indaga ha informazioni che lo spettatore non ha, e questo rende la visione più passiva che attiva.
Sì, vi sono delitti ripetitivi, e molti con lo stesso tema (omicidio nella stanza chiusa), ma pazienza, spesso sono comunque controbilanciati da episodi e casi più interessanti.
Ma, a mio parere, il difetto principale della serie risiede nell'esagerazione di alcuni suoi personaggi, che rendono il tutto assurdo (che non è un male per un anime, ma lo è per un anime poliziesco).

Nel complesso è passabile, permette anche di guardarsi episodi qua e là senza seguire un particolare ordine (tanto la trama principale è diluita), buono per passare un po' di tempo in relax.