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“Credo che solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno: la paura di fallire!” (Paulo Coelho)

"Girls band cry" per me ha rappresentato una grande sorpresa, tanto da ritenere che possa essere ritenuta una delle migliori serie della stagione primavera/estate 2024.
Per affinità di genere (gruppi musicali esclusivamente composti da ragazze), ho anche visto "Jellyfish Can't Swim in the Night" ma tra le due serie la mia preferenza va a "Girls band cry" forse per una questione di gusti musicali e di trama.
Nel 2022 "Bocchi the rock" l'avevo apprezzato per la freschezza e la trama incentrata più sull'amicizia e le interazioni tra le protagoniste che sulla musica. La serie aveva il pregio di non affrontare il mondo di idol e affini, ma di raccontare - in modo talvolta anche comico - la nascita di un gruppo musicale femminile (nel mondo scolastico) nella classica formazione cantante, lead guitar, basso e batteria.

"Girls band cry" riprende il genere, ma muove da un contesto diverso: la formazione del gruppo è "occasionale/casuale" (in alcuni passaggi anche un po' forzata) e parte dal duo cantante/chitarrista per poi estendersi alla batterista per finire con l'aggiunta di bassista e tastierista. La nascita del gruppo non si sviluppa nel solito mondo delle scuole superiori: le ragazze sono di estrazione ed età varie e si va dalla studentessa che ha abbandonato gli studi (per motivazioni legate al bullismo e all'ingiustizia, alla quale si ribella, anche in modo infantile), alla ex-musicista che ha abbandonato il gruppo per non volersi piegare alle regole dello show-biz (pur essendo dotata di un grandissimo talento musicale), ad una studentessa che non sa se continuare a coltivare l'hobby della musica, a ragazze che lavorano e sognano di entrare a far parte di un gruppo per sfondare.

Protagoniste di estrazione tra le più disparate, mosse da motivazioni e aspirazioni personalissime, di carattere molto diverso ma accomunate dal sogno comune di sfondare nel mondo della musica. Quello classico, quello dei gruppi musicali a tutto tondo, che suonano musica senza tanti fronzoli di auto-tune, campionatori, sintetizzatori, computers, con testi che raccontano delle esperienze dei membri del gruppo e che soprattutto suonano della musica che si avvicina ai gusti "occidentali".
Da questo punto di vista, il comparto musicale, posso sostenere che "Girls band cry" sia una serie di pregio, alcune performance live, complice anche il buon comparto tecnico sul quale è possibile muovere solo un appunto, l'utilizzo della CG, sono veramente coinvolgenti e quasi emozionanti, ben oltre altri anime musicali dello stesso genere e anche oltre, a mio avviso, "Bocchi the rock". Le musiche sono lontane dal genere j-pop e idol avvicinandosi a sonorità più classiche e vicine al pop-rock.

La trama prende spunto dalla storia di una band realmente esistente e i membri stessi hanno doppiato i personaggi. Il vantaggio si sente nelle fasi cantate e suonate ma meno sui dialoghi, ma non mi sembra un gran problema.
La voce della cantante protagonista, Nina, è molto pregevole e l'anime, anziché concentrarsi solo sulle vicissitudini e le emozioni personali, prende spunto da esse per narrarne la trasformazione in musica in un percorso anche difficile, controverso ma estremamente umano. E, sebbene talvolta mi sono sembrate eccessive alcune reazioni, si percepisce bene la carica emotiva di alcuni brani, frutto della reazione alle ingiustizie subite e al voler a tutti i costi essere se stessi e cantare secondo quello in cui la band crede e lotta senza cedere a compromessi.

Da quanto appreso in rete, il progetto alla TOEI animation è nato nell’estate del 2019 e la serie è stata trasmessa nel 2023-4 come opera originale. L'obiettivo era quello di produrre una serie che differisse dalle solite, fondate sulle vicissitudini di idol, e che si basasse su un vero gruppo musicale che sapesse suonare. Per lo stile grafico TOEI ha preferito lo stile meno "realistico" della CG e devo riconoscere che, sebbene non si avvicini ancora al top delle produzioni classiche 2D, non è poi così male, nelle espressioni, colori, dettagli e animazioni i progressi nel campo della CG sono tangibili e una volta fatto "l'occhio", si sorvola e si accetta concentrandosi sulla trama e sulla musica. Resta il rammarico che la storia abbia un finale aperto che potrebbe far presagire la possibilità di un sequel.
"Girls band cry" resta una piccola perla, un inno alla gioventù, ai suoi sogni e a tutti coloro che non si arrendono a perseguirli, ad ogni costo.