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"Toy Story" è il primo lungometraggio della Pixar Animation, e probabilmente ancora oggi il loro progetto più iconico e conosciuto; primo lungometraggio interamente fatto in tecnica digitale, fatto abbastanza sconvolgente per l'epoca, che a distanza di ormai quasi trent'anni si presenta ancora molto bene visivamente, ma su questo punto ci tornerò dopo.

La trama è di per sé molto semplice e immediata; non mi dilungo troppo, perché onestamente credo che la stragrande maggioranza delle persone abbiano visto questo film; come ogni buon film d'animazione ha vari insegnamenti di fondo, perché il pubblico target sono sempre stati i bambini, che vengono usati sapientemente per raccontare una storia mai banale e che può servire, tanto, anche ad un adulto come me, che si approccia alla visione dopo tanto tempo dalla prima volta. Credo che l'animazione sia perfetta per raccontare questo genere di storie: a seconda dell'età dello spettatore, si possono cogliere sfumature diverse di una stessa situazione. Tutta la storia tra Woody e Buzz, che poi è il fulcro del film, agli occhi di un me bambino appariva solo come una forma di invidia da parte del cowboy nei confronti del nuovo giocattolo spaziale, ora, a distanza di molti anni, e con una maturità maggiore (?), ho notato anche un sentimento di paura da parte di Woody; paura di perdere l'amore di Andy dopo tanti anni che il bambino stravedeva solo per lui, perdendo così la sua fiducia, rischiando di essere abbandonato a sé stesso come un giocattolo qualsiasi. Fortunatamente, a differenza dell'altro bambino presente, Sid, è un bambino sempre allegro e giocoso, altamente affezionato a tutti i suoi giocattoli, nessuno escluso.

I vari giocattoli sono i veri protagonisti del film: per quanto possa essere strano, sono tutti, e dico tutti, caratterizzati benissimo; ovviamente i due protagonisti su tutti, ma anche gli altri nel giro di poco riescono ad entrare subito in sintonia con lo spettatore, almeno per me è stato così, e rimanere impressi. In particolare, io sono rimasto colpito da Mr. Potato, che forse è il giocattolo caratterizzato più da "adulto" tra tutti. Tecnicamente parlando, sono tutti realizzati benissimo, anche adesso non sfigurano minimamente, anzi sono decisamente meglio di tante produzioni moderne; unica nota dolente sono i personaggi umani: sono pochi e appaiono poco, ma loro sì, sono invecchiati malino, forse erano già a suo tempo difficili da realizzare, però sono un po' bruttini a volte; comunque, poco male, perché, come detto, il focus sono i giocattoli.

Altro punto che aiuta tantissimo ad apprezzare il film è il doppiaggio: io ho visto il film in italiano, quindi mi baso su quello; già in originale il cast era di altissimo livello, Tom Hanks è Woody e Tim Allen è Buzz. Però il lavoro dei doppiatori italiani è stato magnifico, se consideriamo anche che Woody è doppiato dal compianto Fabrizio Frizzi, che, di fatto, doppiatore non era; la sua interpretazione, almeno per l'Italia, è stata, è, e probabilmente sempre sarà iconica e grande contributo al successo del film.

In chiusura, raccomando la visione del film a chi ancora non l'avesse fatto, spero poche persone, anche perché grazie a Disney+ è comodissimo da recuperare; grazie al successo di questo film, non solo abbiamo avuto gli altri film della Pixar e i film in digitale, ma anche una maggiore fiducia a tante persone che si sono occupate della realizzazione del film che poi sono diventate figure chiave dell'animazione americana e non solo!