Recensione
Bad Company
7.0/10
Recensione di MangAnimeEnthusiast
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Dopo Shonan Junai Gumi, ma prima di GTO, Tohru Fujisawa decide di offrire un'ulteriore e definitiva delucidazione sulla storia del più leggendario duo di tutta Shonan e dintorni.
Così torniamo a quel fatidico momento in cui le indomabili auree di quelli che tutti impareranno a conoscere come Oni-Baku sono venute a stretto contatto l'una con(tro) l'altra.
Il tutto in un modo casuale ma per questo ancor più diretto, come lo può essere solo l'animo di un ragazzino appena arrivato nella nuova scuola media, distaccato e arrabbiato col mondo circostante, impegnato e deciso solo nell'imporsi su tutto e tutti. Quando dunque, come un predatore che studia il nuovo territorio, avvista il residente Alfa, capace di destare e dimostrare una potenza assoluta marchiata ampiamente dal vivo rossore del sangue avversario impregnatosi sulla sua chioma bionda, allora è ovvio che, rapito e contrariato al tempo stesso dal suo carisma, il neo-arrivato si predisponga subito per abbatterlo senza troppe storie.
Ma come accade spesso, sopratutto a quell'età, quello è solo l'insospettabile inizio di una svolta che segnerà per sempre tutto il loro percorso da ragazzini a futuri adulti...
Con una tale premessa è più che logico avere la curiosità e l'hype sparati a 1000 per qualunque degno fan dell'inimitabile Eikichi Onizuka, qui ancor più giovane, e del suo inseparabile amico fraterno Ryuji Danma, per assistere a come hanno deciso di unire le forze per muovere i primi passi come teppisti.
Ebbene, prima di addentrarci nel valutare ciò, occorre che faccia una doverosa premessa: mi sono dedicato alla lettura di Bad Company dopo aver concluso SJG, sia per seguire l'ordine di pubblicazione originale, sia perché vivamente consigliato in questo da altri che già avevano letto e compreso appieno l'intero excursus del Sensei.
Tuttavia, per una serie di motivi, la lettura del titolo capostipite mi aveva preso decisamente alla sprovvista, pur non deludendomi affatto e non precludendomi il proseguire con le opere successive, ma lasciandomi convinto a metà, diciamo, per come si mostrasse molto più altalenante e non del tutto coinvolgente come avrei sperato, visti i commenti davvero positivi.
Tuttavia non avevo troppo timore riguardo Bad Company, sia per via del suo essere più contenuto a livello di dimensioni e storia, sia perché, essendo stato pubblicato prima di GTO, immaginavo di ritrovarci lo stile ad esso più affine e già emerso nei capitoli finali di SJG (cosa che posso confermare senza problemi, pur trovandolo ancora un po' statico, ma pur sempre preciso e pulito).
Come detto, qui ci troviamo non solo all'alba degli Oni-Baku, ma anche nel loro periodo più fanciullesco, in cui il carattere è ancora non del tutto formato, con un curioso "scambio di ruoli": perché se in genere siamo abituati a vedere in Ryuji il membro più razionale e dosato della coppia, e in Onizuka lo spirito più scalmanato, gioviale e rissoso, qui è il "Baku" a mostrare gli artigli da subito, e sarà il suo atteggiamento da duro a subire i principali stravolgimenti; Eikichi, di contro, appare sempre fedele a sé stesso, ma decisamente più in secondo piano, pur giocando sempre un ruolo fondamentale; ritrovarli rivali, con Ryuji a volere più di tutti lo scontro è sicuramente una fresca novità, e come sempre divertente per come trascina letteralmente tutti nel loro caos, anche se con esiti meno turbolenti di quelli futuri.
Da un lato mi ha fatto piacere vedere finalmente un Ryuji più grintoso e combattivo, in quanto in SJG il più delle volte facevo veramente fatica ad inquadrarlo come teppista: fin dai primissimi numeri, che lo vedevano principalmente alle prese coi miseri tentativi di perdere la verginità, vedevo un bravo ragazzo che provava ad indossare la maschera da "fuorilegge" senza credibilità; qui invece ho apprezzato l'illustrare in modo in parte sottile ma molto efficace l'animo di un ragazzino ancora confuso, volenteroso di fare la differenza perché in fondo neanche lui sa cosa realmente occorra per sentirsi a posto nel mondo.
Grazie anche al sapiente uso delle didascalie narranti, le semplici ma emozionanti parole di Ryuji ci fanno assistere a un piccolo romanzo di formazione velato di sorpresa e nostalgia assolutamente genuine.
E oltre al Mitico Duo, troviamo un piccolo ecosistema di nuovi volti che servono bene il loro ruolo, tra compagni di scuola e avversari di ogni età che ben inquadrano il clima di scoperta e violenza nella scuola e per le strade di Shonan. A cominciare dai due amici di Eikichi, Futoshi e Isami, suoi fidi compagni che anche con poco si ritagliano il giusto spazio, specialmente il primo con l'avere sempre il naso tra le pagine di varie riviste. Ma poi, soprattutto, le altre presenze d'obbligo in ogni storia firmata Fujisawa: il Comparto Femminile!
Qui è incarnato da due nomi in tutto, ma tanto è bastato per farmele apprezzare, grazie alla metodica e magistrale cura con cui l'autore riesce a farle risultare iconiche anche solo con la primissima vignetta in cui compaiono. E so che forse potrà sembrare un'esagerazione, ma sono riuscite a risultarmi con così poco anche più impattanti di quelle ritrovate in SJG, che pure non hanno poco da offrire, chiariamoci; senza togliere assolutamente nulla a Shinomi, Nagisa, Nao, Ito e soprattutto Ayumi, vedere il modo in cui Sakura si muove con una tale scioltezza tra i suoi amici maschi, sfoggiando un carattere che sa essere irritante, sincero, ingenuo e solidale allo stesso tempo, mi ha fatto desiderare di approfondirla ulteriormente, un variopinto potenziale che avrebbe potuto dare molto; chissà, se Fujisawa l'avesse creata ai tempi di SJG, avrebbe dato soprattutto a quella serie un'aggiunta notevole.
E poi Natsuki, che fin da subito si presenta come un'anomalia in quanto riesce ad incarnare la maturità e il fascino dei ragazzini verso l'età adulta, ma anche la conservazione per l'eccitazione e lo spirito giovanili, da sempre vero emblema dei teppisti di Fujisawa; tuttavia, con ciò si porta dietro anche una serie di ostacoli e problematiche che potrebbero far sopraggiungere un forte senso di deja-vù con alcune delle future vicissitudini del Ryuji liceale.
Ma tutta la serata in cui incontra il gruppetto, dalla prima all'ultima vignetta, vale tutta la lettura, una delle migliori trovate di Fujisawa in assoluto, capace di non lasciare indifferenti anche senza raggiungere i massimi livelli, col solito divertimento ed emozioni che solo lui sa comporre.
Grazie anche solo a questo piccolo cast e alle premesse mi sono sentito pronto a vivere volentieri mille avventure con loro ... o almeno, così ero all'inizio.
Perché in realtà, per me, il vero limite che questo manga non riesce a superare, e che mi spinge a dargli un comunque dignitoso 7, è proprio il suo risultare quasi abbozzato: senza spoilerare, vari spunti che si sviluppano e che come enunciato prima portano in sé un ottimo potenziale per raccontare vicende (tra cui un paio che in teoria sono anche le basi stesse di questo volume) non meno incredibili di quelle di SJG non trovano alcun completamento, dando l'impressione, man mano che si prosegue nella lettura, che questo sia il "Pilot" di una futura serie che, ormai, non vedrà mai la luce. E questa non è solo una mia sensazione, perché nelle note a fine volume Fujisawa stesso afferma di essere molto legato a Bad Company, e di essere disposto a proseguire, ma ormai temo che valga quanto l'intenzione della Takahashi di voler dare un finale alla sua Mermaid Saga. E sempre in queste note, il Sensei riafferma ancora la vera linfa di questa storia, la nostalgia per un periodo in cui tutto sembra più vero: i primi amori, la voglia di crescere, di trovare più modi per raggiungere l'impossibile... ma soprattutto di vivere tutto questo con gli amici, quelli che, anche se sai che non riuscirai a mantenere del tutto finite le medie, avranno sempre un significato speciale.
Sicuramente si riesce a respirare tutto questo, ed è il motivo per cui tanti hanno apprezzato molto più di me questo One-Shot, ma per quanto mi riguarda, non è stato abbastanza, forse anche perché quel periodo delle medie, aldilà delle differenze culturali e di esperienze con quelle di Fujisawa, non è stato esattamente piacevole, e difficilmente mi fa piacere ricordarlo, quindi forse il fascino che altri hanno provato con me non prende allo stesso modo.
Ma ciò non è assolutamente influente sul mio giudizio, in quanto non devi guardare per forza alla tua intera esperienza personale nell'approcciarti a una qualunque opera, o nessuna ti piacerà realmente; dopotutto, quanti possono dire di avere così tanto in comune con Onizuka, a livello di carattere e comportamento?
Eppure, è proprio questo che ce lo fa amare, e ci aiuta comunque a scoprire verità affini a tutti.
Quindi Bad Company è comunque consigliato a Fan e Non del teppista/insegnante più GREAT, anche come piccolo ma ottimo modo per introdursi nel suo mondo, da cui davvero farete fatica a uscire ... ma non lo vorrete neanche.
Così torniamo a quel fatidico momento in cui le indomabili auree di quelli che tutti impareranno a conoscere come Oni-Baku sono venute a stretto contatto l'una con(tro) l'altra.
Il tutto in un modo casuale ma per questo ancor più diretto, come lo può essere solo l'animo di un ragazzino appena arrivato nella nuova scuola media, distaccato e arrabbiato col mondo circostante, impegnato e deciso solo nell'imporsi su tutto e tutti. Quando dunque, come un predatore che studia il nuovo territorio, avvista il residente Alfa, capace di destare e dimostrare una potenza assoluta marchiata ampiamente dal vivo rossore del sangue avversario impregnatosi sulla sua chioma bionda, allora è ovvio che, rapito e contrariato al tempo stesso dal suo carisma, il neo-arrivato si predisponga subito per abbatterlo senza troppe storie.
Ma come accade spesso, sopratutto a quell'età, quello è solo l'insospettabile inizio di una svolta che segnerà per sempre tutto il loro percorso da ragazzini a futuri adulti...
Con una tale premessa è più che logico avere la curiosità e l'hype sparati a 1000 per qualunque degno fan dell'inimitabile Eikichi Onizuka, qui ancor più giovane, e del suo inseparabile amico fraterno Ryuji Danma, per assistere a come hanno deciso di unire le forze per muovere i primi passi come teppisti.
Ebbene, prima di addentrarci nel valutare ciò, occorre che faccia una doverosa premessa: mi sono dedicato alla lettura di Bad Company dopo aver concluso SJG, sia per seguire l'ordine di pubblicazione originale, sia perché vivamente consigliato in questo da altri che già avevano letto e compreso appieno l'intero excursus del Sensei.
Tuttavia, per una serie di motivi, la lettura del titolo capostipite mi aveva preso decisamente alla sprovvista, pur non deludendomi affatto e non precludendomi il proseguire con le opere successive, ma lasciandomi convinto a metà, diciamo, per come si mostrasse molto più altalenante e non del tutto coinvolgente come avrei sperato, visti i commenti davvero positivi.
Tuttavia non avevo troppo timore riguardo Bad Company, sia per via del suo essere più contenuto a livello di dimensioni e storia, sia perché, essendo stato pubblicato prima di GTO, immaginavo di ritrovarci lo stile ad esso più affine e già emerso nei capitoli finali di SJG (cosa che posso confermare senza problemi, pur trovandolo ancora un po' statico, ma pur sempre preciso e pulito).
Come detto, qui ci troviamo non solo all'alba degli Oni-Baku, ma anche nel loro periodo più fanciullesco, in cui il carattere è ancora non del tutto formato, con un curioso "scambio di ruoli": perché se in genere siamo abituati a vedere in Ryuji il membro più razionale e dosato della coppia, e in Onizuka lo spirito più scalmanato, gioviale e rissoso, qui è il "Baku" a mostrare gli artigli da subito, e sarà il suo atteggiamento da duro a subire i principali stravolgimenti; Eikichi, di contro, appare sempre fedele a sé stesso, ma decisamente più in secondo piano, pur giocando sempre un ruolo fondamentale; ritrovarli rivali, con Ryuji a volere più di tutti lo scontro è sicuramente una fresca novità, e come sempre divertente per come trascina letteralmente tutti nel loro caos, anche se con esiti meno turbolenti di quelli futuri.
Da un lato mi ha fatto piacere vedere finalmente un Ryuji più grintoso e combattivo, in quanto in SJG il più delle volte facevo veramente fatica ad inquadrarlo come teppista: fin dai primissimi numeri, che lo vedevano principalmente alle prese coi miseri tentativi di perdere la verginità, vedevo un bravo ragazzo che provava ad indossare la maschera da "fuorilegge" senza credibilità; qui invece ho apprezzato l'illustrare in modo in parte sottile ma molto efficace l'animo di un ragazzino ancora confuso, volenteroso di fare la differenza perché in fondo neanche lui sa cosa realmente occorra per sentirsi a posto nel mondo.
Grazie anche al sapiente uso delle didascalie narranti, le semplici ma emozionanti parole di Ryuji ci fanno assistere a un piccolo romanzo di formazione velato di sorpresa e nostalgia assolutamente genuine.
E oltre al Mitico Duo, troviamo un piccolo ecosistema di nuovi volti che servono bene il loro ruolo, tra compagni di scuola e avversari di ogni età che ben inquadrano il clima di scoperta e violenza nella scuola e per le strade di Shonan. A cominciare dai due amici di Eikichi, Futoshi e Isami, suoi fidi compagni che anche con poco si ritagliano il giusto spazio, specialmente il primo con l'avere sempre il naso tra le pagine di varie riviste. Ma poi, soprattutto, le altre presenze d'obbligo in ogni storia firmata Fujisawa: il Comparto Femminile!
Qui è incarnato da due nomi in tutto, ma tanto è bastato per farmele apprezzare, grazie alla metodica e magistrale cura con cui l'autore riesce a farle risultare iconiche anche solo con la primissima vignetta in cui compaiono. E so che forse potrà sembrare un'esagerazione, ma sono riuscite a risultarmi con così poco anche più impattanti di quelle ritrovate in SJG, che pure non hanno poco da offrire, chiariamoci; senza togliere assolutamente nulla a Shinomi, Nagisa, Nao, Ito e soprattutto Ayumi, vedere il modo in cui Sakura si muove con una tale scioltezza tra i suoi amici maschi, sfoggiando un carattere che sa essere irritante, sincero, ingenuo e solidale allo stesso tempo, mi ha fatto desiderare di approfondirla ulteriormente, un variopinto potenziale che avrebbe potuto dare molto; chissà, se Fujisawa l'avesse creata ai tempi di SJG, avrebbe dato soprattutto a quella serie un'aggiunta notevole.
E poi Natsuki, che fin da subito si presenta come un'anomalia in quanto riesce ad incarnare la maturità e il fascino dei ragazzini verso l'età adulta, ma anche la conservazione per l'eccitazione e lo spirito giovanili, da sempre vero emblema dei teppisti di Fujisawa; tuttavia, con ciò si porta dietro anche una serie di ostacoli e problematiche che potrebbero far sopraggiungere un forte senso di deja-vù con alcune delle future vicissitudini del Ryuji liceale.
Ma tutta la serata in cui incontra il gruppetto, dalla prima all'ultima vignetta, vale tutta la lettura, una delle migliori trovate di Fujisawa in assoluto, capace di non lasciare indifferenti anche senza raggiungere i massimi livelli, col solito divertimento ed emozioni che solo lui sa comporre.
Grazie anche solo a questo piccolo cast e alle premesse mi sono sentito pronto a vivere volentieri mille avventure con loro ... o almeno, così ero all'inizio.
Perché in realtà, per me, il vero limite che questo manga non riesce a superare, e che mi spinge a dargli un comunque dignitoso 7, è proprio il suo risultare quasi abbozzato: senza spoilerare, vari spunti che si sviluppano e che come enunciato prima portano in sé un ottimo potenziale per raccontare vicende (tra cui un paio che in teoria sono anche le basi stesse di questo volume) non meno incredibili di quelle di SJG non trovano alcun completamento, dando l'impressione, man mano che si prosegue nella lettura, che questo sia il "Pilot" di una futura serie che, ormai, non vedrà mai la luce. E questa non è solo una mia sensazione, perché nelle note a fine volume Fujisawa stesso afferma di essere molto legato a Bad Company, e di essere disposto a proseguire, ma ormai temo che valga quanto l'intenzione della Takahashi di voler dare un finale alla sua Mermaid Saga. E sempre in queste note, il Sensei riafferma ancora la vera linfa di questa storia, la nostalgia per un periodo in cui tutto sembra più vero: i primi amori, la voglia di crescere, di trovare più modi per raggiungere l'impossibile... ma soprattutto di vivere tutto questo con gli amici, quelli che, anche se sai che non riuscirai a mantenere del tutto finite le medie, avranno sempre un significato speciale.
Sicuramente si riesce a respirare tutto questo, ed è il motivo per cui tanti hanno apprezzato molto più di me questo One-Shot, ma per quanto mi riguarda, non è stato abbastanza, forse anche perché quel periodo delle medie, aldilà delle differenze culturali e di esperienze con quelle di Fujisawa, non è stato esattamente piacevole, e difficilmente mi fa piacere ricordarlo, quindi forse il fascino che altri hanno provato con me non prende allo stesso modo.
Ma ciò non è assolutamente influente sul mio giudizio, in quanto non devi guardare per forza alla tua intera esperienza personale nell'approcciarti a una qualunque opera, o nessuna ti piacerà realmente; dopotutto, quanti possono dire di avere così tanto in comune con Onizuka, a livello di carattere e comportamento?
Eppure, è proprio questo che ce lo fa amare, e ci aiuta comunque a scoprire verità affini a tutti.
Quindi Bad Company è comunque consigliato a Fan e Non del teppista/insegnante più GREAT, anche come piccolo ma ottimo modo per introdursi nel suo mondo, da cui davvero farete fatica a uscire ... ma non lo vorrete neanche.