Recensione
La battaglia dei Cavalieri d'Atena contro Ade continua e si spinge fino agli Inferi, regno del dio oscuro, dominio di morte e perdizione. Stiamo parlando della seconda parte della serie di Hades, il Meikai, un vero omaggio di Kurumada all'Inferno di Dante Alighieri, con citazioni prese dall'opera dantesca (e dalle illustrazioni della Divina Commedia di Gustav Dorè), dalla mitologia greca ed egizia. La trama si fa più viva: si esce in parte dallo schema solito (i Cavalieri di Bronzo pronti a tutto pur di salvare Lady Isabel morente) e non mancano sorprese pronte a lasciare di stucco come la scelta di Hades di reincarnarsi in Andromeda, Atena che combatte contro Ade oppure il ritorno dei dodici Cavalieri d'Oro, pronti al sacrificio estremo pur di abbattere il Muro del Lamento.
Accanto ai pregi i grossi limiti di questa serie, che si propone realmente come un'occasione sprecata. Anzitutto la carenza di animazioni e regia, solo in parte nascosta dai buoni disegni: in alcuni punti abbiamo solo figure a scorrimento, senza uno straccio di animazione degna di questo nome. Inoltre la troppa fretta in cui si è voluta sviluppare la vicenda: personaggi scarsamente utilizzati (Cristal e Sirio semplici comparse a passeggio per gli Inferi, Virgo accompagnatore di Isabel e su tutti Libra, che appare solo all'inizio e alla fine della serie); episodi malamente approfonditi (Orfeo doveva avere un utilizzo maggiore, così come Eaco o altri specter; l'addio ai Cavalieri d'Oro doveva essere maggiormente drammatizzato); estrema fedeltà al manga ed assenza di elementi nuovi capaci di creare maggiore continuity con la serie classica. Il culmine si raggiunge nello scontro finale tra Kanon e Radamante: la battaglia tra il cavalieri dei Gemelli redento e il forte Giudice degli Inferi si risolve in due minuti quando, in altri tempi, avrebbe avuto diritto ad almeno due puntate.
Nonostante tutto ciò il Meikai riesce ad emozionare con i suoi colpi di scena: un miracolo in tal senso è stato compiuto dal doppiaggio italiano che, con frasi di alta aulicità e grande phatos, è riuscito persino a celare le carenze tecniche della serie, regalando agli spettatori sensazioni degne della serie storica.
Accanto ai pregi i grossi limiti di questa serie, che si propone realmente come un'occasione sprecata. Anzitutto la carenza di animazioni e regia, solo in parte nascosta dai buoni disegni: in alcuni punti abbiamo solo figure a scorrimento, senza uno straccio di animazione degna di questo nome. Inoltre la troppa fretta in cui si è voluta sviluppare la vicenda: personaggi scarsamente utilizzati (Cristal e Sirio semplici comparse a passeggio per gli Inferi, Virgo accompagnatore di Isabel e su tutti Libra, che appare solo all'inizio e alla fine della serie); episodi malamente approfonditi (Orfeo doveva avere un utilizzo maggiore, così come Eaco o altri specter; l'addio ai Cavalieri d'Oro doveva essere maggiormente drammatizzato); estrema fedeltà al manga ed assenza di elementi nuovi capaci di creare maggiore continuity con la serie classica. Il culmine si raggiunge nello scontro finale tra Kanon e Radamante: la battaglia tra il cavalieri dei Gemelli redento e il forte Giudice degli Inferi si risolve in due minuti quando, in altri tempi, avrebbe avuto diritto ad almeno due puntate.
Nonostante tutto ciò il Meikai riesce ad emozionare con i suoi colpi di scena: un miracolo in tal senso è stato compiuto dal doppiaggio italiano che, con frasi di alta aulicità e grande phatos, è riuscito persino a celare le carenze tecniche della serie, regalando agli spettatori sensazioni degne della serie storica.