Recensione
Dragon Ball Kai
7.0/10
Anzitutto, un chiarimento sul titolo. Kai è una parola giapponese che significa "nuovo, rifatto", e quindi il titolo della serie significherebbe "Dragonball rifatto", ovverosia un rifacimento dell'ormai storico anime.
Perché, vi chiederete. Presto detto: sono trascorsi ben 20 anni dalla trasmissione in Giappone del primo episodio di Dragonball Z, la seconda serie animata tratta dal manga di Akira Toriyama, e giustamente si è pensato di celebrare come si deve questo evento.
Si sono perciò ripresi i vecchi episodi dello Z e gli si è fatto un bel "lifting" per nascondere gli anni che passano: rimasterizzazione in alta definizione delle immagini, colori più nitidi e lucenti, dialoghi, OST e sigle nuovi di zecca e cancellazione degli odiosissimi filler - gli episodi che nulla c'entravano con la trama originale -, e quindi una narrazione più fluida e sostenuta, tanto che si prevede che la serie conterà circa 100 episodi, contro i 291 dell'originale. Il tutto accompagnato da una titanica campagna pubblicitaria e trainato dal successo riscosso lo scorso inverno dallo speciale creato per l'anniversario di Jump, la rivista su cui venivano pubblicati gli episodi del manga.
Terminati i preamboli, è giunto il momento di dare i voti a questo anime.
Sinceramente, da fan sfegatata di DB, non ho potuto fare a meno di apprezzare l'iniziativa, soprattutto vista la prospettiva di una trama più snella, che avrebbe dovuto rendere giustizia al manga; e questo, almeno fino ad ora - ho visto 6 episodi su 8 - è stato realizzato, tanto che c'è già stata l'apparizione di Re Kaioh nel 5° episodio, cosa che prima, invece, avveniva attorno al 20°. Dirò di più: proprio grazie a questo notevole alleggerimento narrativo, anche una come me che conosce la storia di Dragonball a menadito - grazie Mediaset! - non ha potuto fare a meno, una volta finito un episodio, di correre a vedere l'altro, tanto il ritmo è serrato e le vicende incalzanti. Davvero un ottimo lavoro, mi sembra di essere tornata ai tempi della lettura del manga!
Anche il reparto musicale è di alto livello, anche se forse l'opening Dragon Soul non potrà mai sostituire la mitica Cha-La Head Cha-La, ma, una volta ascoltato, il motivetto "Dokkan! Dokkan! Tsuiteru! Dokkan! Dokkan! Paradise!" non ve lo leverete più dalla testa. Anche le animazioni delle sigle sono stupende, riprendendo in pieno quello che è l'attuale stile di Tori-sensei.
Il reparto grafico invece è il più deludente. Vedendo le immagini pubblicitarie, molti fans che si aspettavano di vedere degli episodi totalmente ridisegnati hanno avuto una cocente delusione: le immagini sono le stesse viste e riviste negli ultimi vent'anni, c'è stato solo un intervento sulle colorazioni, che sono state rese più sature e luminose rispetto a prima.
In conclusione, si tratta di un prodotto riuscito a metà, adatto soprattutto ai fans nostalgici dei bei tempi in cui Dragonball spadroneggiava tra gli anime; è una buona occasione per (ri)vedere un mito.
Perché, vi chiederete. Presto detto: sono trascorsi ben 20 anni dalla trasmissione in Giappone del primo episodio di Dragonball Z, la seconda serie animata tratta dal manga di Akira Toriyama, e giustamente si è pensato di celebrare come si deve questo evento.
Si sono perciò ripresi i vecchi episodi dello Z e gli si è fatto un bel "lifting" per nascondere gli anni che passano: rimasterizzazione in alta definizione delle immagini, colori più nitidi e lucenti, dialoghi, OST e sigle nuovi di zecca e cancellazione degli odiosissimi filler - gli episodi che nulla c'entravano con la trama originale -, e quindi una narrazione più fluida e sostenuta, tanto che si prevede che la serie conterà circa 100 episodi, contro i 291 dell'originale. Il tutto accompagnato da una titanica campagna pubblicitaria e trainato dal successo riscosso lo scorso inverno dallo speciale creato per l'anniversario di Jump, la rivista su cui venivano pubblicati gli episodi del manga.
Terminati i preamboli, è giunto il momento di dare i voti a questo anime.
Sinceramente, da fan sfegatata di DB, non ho potuto fare a meno di apprezzare l'iniziativa, soprattutto vista la prospettiva di una trama più snella, che avrebbe dovuto rendere giustizia al manga; e questo, almeno fino ad ora - ho visto 6 episodi su 8 - è stato realizzato, tanto che c'è già stata l'apparizione di Re Kaioh nel 5° episodio, cosa che prima, invece, avveniva attorno al 20°. Dirò di più: proprio grazie a questo notevole alleggerimento narrativo, anche una come me che conosce la storia di Dragonball a menadito - grazie Mediaset! - non ha potuto fare a meno, una volta finito un episodio, di correre a vedere l'altro, tanto il ritmo è serrato e le vicende incalzanti. Davvero un ottimo lavoro, mi sembra di essere tornata ai tempi della lettura del manga!
Anche il reparto musicale è di alto livello, anche se forse l'opening Dragon Soul non potrà mai sostituire la mitica Cha-La Head Cha-La, ma, una volta ascoltato, il motivetto "Dokkan! Dokkan! Tsuiteru! Dokkan! Dokkan! Paradise!" non ve lo leverete più dalla testa. Anche le animazioni delle sigle sono stupende, riprendendo in pieno quello che è l'attuale stile di Tori-sensei.
Il reparto grafico invece è il più deludente. Vedendo le immagini pubblicitarie, molti fans che si aspettavano di vedere degli episodi totalmente ridisegnati hanno avuto una cocente delusione: le immagini sono le stesse viste e riviste negli ultimi vent'anni, c'è stato solo un intervento sulle colorazioni, che sono state rese più sature e luminose rispetto a prima.
In conclusione, si tratta di un prodotto riuscito a metà, adatto soprattutto ai fans nostalgici dei bei tempi in cui Dragonball spadroneggiava tra gli anime; è una buona occasione per (ri)vedere un mito.