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“Paura dici? Io provo timore soltanto per una persona: me stesso. Quando devo affrontare una grande minaccia il mio spirito si riempie di un furore invincibile che riesco a malapena a controllare. Anche in questo momento il mio cuore invece di temere questo grande esercito che mi si para di fronte gioisce! Questo mio furore non troverà mai il modo di placarsi!!”

La violenza della battagli infatti non lo ha mai spaventato anzi il più delle volte lo eccitava, non indietreggiava mai ed era sempre dinnanzi al suo esercito. I suoi soldati lo vedevano e lo ammiravano, lui veniva ferito ma non mollava mai, ha vissuto sempre al massimo senza mai voltarsi indietro. Apparentemente poteva sembrare un dio caratterizzato da quell’ira funesta che solo il figlio di Peleo poteva vantare, ed è proprio ad Achille che Alessandro il Grande più volte si paragona credendosi la stressa personificazione.
Non a caso il termine Magno è stato attribuito ad uno dei personaggi più straordinari dello storia dell’uomo, capace di diventare il padrone del mondo a poco più di 20 anni, creando un esercito che nessuna altra potenza all’epoca avrebbe mai potuto sconfiggere. In pochi anni fondò un impero straordinario riuscendo a sottomettere quasi tutti i popoli conosciuti, avendo anche l’ardore di sfidare e sconfiggere l’impero di Persia, un regno smisuratamente grande se confrontato con la piccolissima Macedonia.

L’anime qui in questione si pone il difficile compito di narrare la vicenda di questo grande eroe e lo fa in modo fortemente innovativo. Alla base della storia vi è infatti un romanzo di Hiroshi Aramata capace di fondere storia e filosofia e di unirli in un turbine di fantascienza appena accennata ma mai pervasiva e fastidiosa raggiungendo un risultato a dir poco VISIONARIO.

L’elemento che di primo impatto colpisce lo spettatore è senza dubbio il character design di Peter Chung. Inizialmente infatti bisogna superare questo apparente gradino rappresentato da dei personaggi molto effeminati, figure longilinee, tratti somatici fortemente accentuati. A questo si aggiungono macchine fantascientifiche, città quasi moderne a cieli idealizzati. Il più delle volte come sempre accade quando si ha a che fare con questi grandi artisti le scelte innovative hanno una motivazione di fondo molto più profonda che trascende la mera necessità di farsi notare.
In questo caso le figure sono perfettamente coerenti con i caratteri dei personaggi, non a caso si fa molto uso della fisiognomica, scienza per il quale sono gli stessi lineamenti del viso a rappresentare il carattere di una persona. Secondo questa pseudoscienza labbra grosse e naso pronunciato indicano una persona con forte propensione alla leadership che non a caso sono gli elementi che caratterizzano il viso di questo Alessandro. Ma Chung utilizza anche altri elementi come i vestiti e i capelli per caratterizzare i personaggi. Il risultato è molto bello creando protagonisti che esprimono un senso di sensualità, molto accentuato nel protagonista identificando in maniera potente la sua essenza quasi divina. Chung non si risparmia nemmeno nelle macchine da guerra, strumenti utilizzati effettivamente dall’esercito persiano, fondamentali in battaglia e dispensatori di morte. Le macchine persiane erano caratterizzate da lame che tagliavano quasi il suolo per massacrare i soldati che vi si avvicinavano, ai tempi erano viste con spavento dagli altri eserciti, ed è proprio questo senso di stupore che si vuole ricreare nell’anime. La stessa falange macedone è ricreata quasi come un blocco unico con un sistema ad incastro tra i soldati perfetto, proprio per rappresentare la possanza che questa disposizione ha avuto, essendo uno dei maggiori fattori del successo macedone.

“Innanzitutto si deve osservare, cambiando al prospettiva si ottengono idee nuove e nuova forza.”

Ancora una citazione di Alessandro risulta importante per introdurre quello che è l’elemento “storia” dell’anime. Bisogna prima osservare e capire, infatti l’autore si è dimostrato molto attento alla studio della storia del condottiero macedone, partendo proprio da questa rigida base storica per innovare. Al contrario di quello che apparentemente può sembrare, l’anime soprattutto nei primi episodi riflette quasi in maniera letterale gli avvenimenti storici (escluso l’episodio dell’intrusione a Babilonia, anche se nel periodo dopo la cacciata dal regno macedone non si sa bene effettivamente cosa Alessandro abbia fatto). Le citazioni sono straordinarie, come; le oratorie di Demostene contro Filippo, il passaggio per l’Egitto e la fondazione di Alessandria. L’incontro con lo strambo architetto Dinocrate è reale cosi come la volontà di creare una città che ricalcasse le forme di un mantello macedone( nell’anime si parla di uomo non di mantello). Citazione sublime è anche l’incontro con Dionogne che realmente alla domanda di Alessandro” Dimmi qualunque cosa e io te la darò” lui rispose “mi basta che ti sposti perché mi impedisci di vedere il sole”. Ricreata perfettamente è anche la morte di Filota e Pamenione, il primo ucciso perché semi-coinvilto in un attentato e il secondo per evitare che si ribellasse dopo la more del figlio, atti di cui Alessandro si pentirà per tutta la vita
Anche il rapporto con i suoi ufficiali Filota, Tolomeo, Clito, Efestione, è perfettamente ricostruito, dato che, in perfetto stile shonen, gli stessi svilupparono realmente un amicizia che li portò dall’accademia ad affrontare le stesse battaglie e salire insieme sul tetto del mondo. Ma come detto per innovare bisogna staccarsi dalla realtà ed è proprio questo che viene fatto. Innanzitutto Dario purtroppo muore in maniera quasi anonima e non in battaglia, e lo stesso Clito viene ucciso dalle mani di Alessandro contribuendo a creare quella sorta di inquietudine, data dal rimorso, che caratterizzerà la seconda parte della vita del condottiero.

L’elemento più innovativo è però la commistione filosofica che pervade l’anime. Infatti che le figure dei Pitagorici, cosi come quella dei Gimnosofisti che tentano di uccidere Alessandro non sono mai esistite, il loro ruolo in questo caso è simbolico. Essi rappresentano l’ideologia filosofica predominante fino a quel momento, ideologia che rischiava di essere disfatta dal cambiamento che Alessandro vuole apportare al modo di pensare.
Tema predominante è il concetto di distruzione del mondo, ovviamente il senso è simbolico ed è indubbiamente vero che Alessandro abbia distrutto il mondo dell’epoca portandolo ad una rivoluzione epocale. Distruggere infatti non ha in questo caso un accezione negativa bensì si ricollega al concetto di rinascita.
Lo stesso solido platonico di per se non rappresenta altro che gli sforzi dei sofisti di dare ordine al mondo. La stessa razionalità che Aristotele ricercherà accorgendosi troppo tardi che ormai la razionalità in esso contenuta è stata travasa dalla portata innovativa del modo di fare di Alexandros. A questo punto è necessario riflettere sulla figura del grande maestro di Alessandro ovvero Aristotele. Non sono infatti poche le dicerie che vedono il grande sofista quasi come un manipolatore delle azioni del giovane condottiero macedone, a lui sempre grato per la grande conoscenza trasferitagli. Aristotele però aveva una concezione del mondo molto diversa da quella che successivamente svilupperà il suo allievo. Il primo asseriva che i Greci dovevano comandare e i barbari obbedire. Ma la rivoluzione del secondo sta proprio nell’integrazione che ha voluto creare a livello globale, lui non voleva porre differenza tra vinti e vincitori voleva semplicemente creare una patria per tanti popoli e genti diverse, creare unità globale e per fare questo non esitò a far sposare greci e persiani, cosi come non esitò ad integrare truppe persiane e a mantenere i satrapi locali.
Si trattava di un passo in avanti non da poco per la mentalità dell’epoca fortemente grecocentrica, ma che contribuì successivamente a creare quella grande civiltà ellenistica fondamentale per tutta la storia successiva.

“Io continuo a correre ed apprezzare soltanto la velocità, questo è Alessandro.”

Ma come sempre succede ogni cambiamento ha un prezzo e questa volta il prezzo più alto lo pagarono anche i milioni di soldati che seguirono il grande re. La paura e lo sconforto dell’esercito era palpabile e si faceva sempre più forte man mano che Alessandro si spingeva ad oriente. Il prezzo fu pagato in termini di vite umane, ma soprattutto in termini di sofferenza psicologica di gente spaventata da quei posti sempre più distanti dalla propria casa, territori quasi mitici e leggendari. Ma Alessandro continuava a correre e l’esercito il più delle volte non riusciva a stare al passo di un Dio.
Ed è proprio questa paura a farsi carne nell’esercito del re Poro rappresentato nell’ultimo episodio. Questo è composto da tutti i cadaveri dei milioni di soldati sconfitti durante la spedizione, l’esercito di fronte a questa vista è intimorito. Nella realtà fu proprio il timore di spingersi al di là dell'Indo a convincere il soldati a prendere posizione e obbligare il grande re a ritirarsi. Nell’anime questo ritorno è rappresentato in maniera epica, con Alessandro che ormai avendo perso tutti gli avversari si trova ad affrontare se stesso. Il mondo è rappresentato in forma circolare. Alessandro sa bene che invertire il precorso non vorrà dire tornare indietro ma semplicemente avanzare verso la costruzione del suo mondo ideale, dopo la distruzione infatti c’è la costruzione ed è questo che Alessandro è consapevole di fare.

Da un punto di vista tecnico il DVD è fatto bene, tra gli extra infatti ci saranno piccole pillole di storia e filosofia necessarie ad un’opera di questo tipo e anche in buona parte utili. Il doppiaggio è fantastico e su tutti spicca Sandro Acerbo, il suo tono a volte volutamente monotono riesce a creare un personaggio altezzoso ma allo stesso tempo rispettoso del modo che lo circonda e dei suoi amici, insomma riesce a creare quell’alone di divinità che sicuramente circondava Alexandros.

In conclusione si può dare un giudizio veramente positivo a questo anime. Si è infatti riusciti a partire dalla realtà per saltare o meglio volare quasi a trascendere i confini storici per ricreare un mondo fantastico ma allo steso tempo intriso di filosofia e grandi principi. Per fare infatti grandi salti è necessario avere ben saldi i piedi per terra, in questo caso nella realtà storica, e Madhouse ha compreso questo partendo dallo storia reale per idealizzarsi. Lo stesso processo che poi ha caratterizzato la vita di Alessandro, che partendo da solide basi di conoscenza ( ricordiamo il suo maestro Aristotele) è riuscito a trascendere se stesso per divenire un Dio.
Ma anche il telespettatore per godersi a pieno l’anime è necessario che abbia solide basi di conoscenza in filosofia ma soprattutto in storia, perché solo in questo modo si possono comprendere i rimandi e le citazioni. Certamente il prodotto è godibile anche da chi si vuole avvicinare per la prima volta ad Alessandro per poi approfondirlo, ma per goderselo a pieno è fondamentale un primo background culturale.

Di certo l’anime ha il grande pregio di poter avvicinare più gente possibile alla storia di questo grande uomo, un uomo vissuto purtroppo per pochi anni. Ancora oggi gli storici si chiedono cosa sarebbe successo se non fosse morto a poco più di 30 anni, sicuramente anche l’occidente era tra i suoi piani. Ma quanto più una fiamma brucia vivamente tanto più consuma la cera e si spegne preso, ed indubbiamente Alessandro ha avvampato la fiamma della sua vita. Una fiamma tanto grande da riuscire ad illuminare il mondo attorno a se e anche i nostri giorni, creando un immortalità storica senza pari.

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