Recensione
La principessa mononoke
10.0/10
Anime del 1997, Mononoke Hime è uno dei titoli maggiormente conosciuti del regista nipponico Hayao Miyazaki, ovviamente presso lo studio di produzione Ghibli.
La storia racconta del viaggio di un giovane principe di una remota tribù, il quale, dopo essere stato "infettato" dalla rabbia di un "dio animale" è costretto a tagliarsi i capelli e partire per cercare la fonte dell'odio dell'animale guardando tutto "con occhi non velati dall'odio".
Ashitaka, questo il nome del giovane, insieme a Yakul, il suo stambecco, giungerà, infine, presso la Città del Ferro e qui scoprirà lo scontro in corso tra umani, la foresta e i suoi spiriti guardiani.
Il titolo "Mononoke Hime" si rifà al personaggio co-protagonista di Ashitaka, la giovane San, chiamata dagli abitanti della Città del Ferro "Mononoke". Adottata da piccola da una grossa lupa, Maro, è divenuta sua figlia adottiva e l'aiuta a difendere, o a vendicare, la foresta che sta morendo per mano degli uomini.
Il titolo è permeato di tematiche ambientaliste, il tutto attorniato da personaggi mitologici quali il "dio della foresta" o gli animali parlanti che si ribellano all'uomo o dai piccoli Kodama, spiriti della foresta stessa.
Parlando di questioni più puramente tecniche, il disegno, in particolare delle ambientazioni, è dettagliatissimo come nelle altre opere di Miyazaki, e pulito nel delineare i personaggi; le colorazioni risultano particolarmente curate ed esaltano i colori vivaci della foresta dove è ambientato il titolo stesso; l'animazione risulta fluida e pulita anche nelle scene di grande azione, permettendo di seguire il tutto con chiarezza; menzione speciale per la colonna sonora che accompagna il titolo, davvero splendida.
Un ultimo punto a favore del titolo è la caratterizzazione dei personaggi: utilizzando più le azioni che le parole per descriversi, Miyazaki riesce in due ore di film a raccontare la vita di tutti gli attori coinvolti, benchè si soffermi maggiormente sul protagonista Ashitaka. In questo titolo il regista sfrutta ogni singolo movimento, ogni singolo gesto per raccontare qualcosa del personaggio che lo compie: così abbiamo le donne di Eboshi, la signora della Città del Ferro, che lavorano senza fermarsi anche in tarda serata o che sono pronte ad uccidere chiunque pur di proteggere la loro signora, tutti atti a dimostrare la gratitudine e la stima che hanno per lei; oppure San si mostra incuriosita e sprezzante nei confronti del personaggio-uomo di Ashitaka, simbolo che non si è mai avvicinata troppo ad un uomo se non per ucciderlo.
A fronte di tutto questo, possiamo dire che il Maestro Miyazaki e il suo Studio Ghibli non sfigurano certo al fianco di questo titolo, che risulta essere una delle pietre miliari dell'animazione nipponica, forse uno dei migliori realizzati dal maestro stesso, se non il migliore!
VOTO: 10
La storia racconta del viaggio di un giovane principe di una remota tribù, il quale, dopo essere stato "infettato" dalla rabbia di un "dio animale" è costretto a tagliarsi i capelli e partire per cercare la fonte dell'odio dell'animale guardando tutto "con occhi non velati dall'odio".
Ashitaka, questo il nome del giovane, insieme a Yakul, il suo stambecco, giungerà, infine, presso la Città del Ferro e qui scoprirà lo scontro in corso tra umani, la foresta e i suoi spiriti guardiani.
Il titolo "Mononoke Hime" si rifà al personaggio co-protagonista di Ashitaka, la giovane San, chiamata dagli abitanti della Città del Ferro "Mononoke". Adottata da piccola da una grossa lupa, Maro, è divenuta sua figlia adottiva e l'aiuta a difendere, o a vendicare, la foresta che sta morendo per mano degli uomini.
Il titolo è permeato di tematiche ambientaliste, il tutto attorniato da personaggi mitologici quali il "dio della foresta" o gli animali parlanti che si ribellano all'uomo o dai piccoli Kodama, spiriti della foresta stessa.
Parlando di questioni più puramente tecniche, il disegno, in particolare delle ambientazioni, è dettagliatissimo come nelle altre opere di Miyazaki, e pulito nel delineare i personaggi; le colorazioni risultano particolarmente curate ed esaltano i colori vivaci della foresta dove è ambientato il titolo stesso; l'animazione risulta fluida e pulita anche nelle scene di grande azione, permettendo di seguire il tutto con chiarezza; menzione speciale per la colonna sonora che accompagna il titolo, davvero splendida.
Un ultimo punto a favore del titolo è la caratterizzazione dei personaggi: utilizzando più le azioni che le parole per descriversi, Miyazaki riesce in due ore di film a raccontare la vita di tutti gli attori coinvolti, benchè si soffermi maggiormente sul protagonista Ashitaka. In questo titolo il regista sfrutta ogni singolo movimento, ogni singolo gesto per raccontare qualcosa del personaggio che lo compie: così abbiamo le donne di Eboshi, la signora della Città del Ferro, che lavorano senza fermarsi anche in tarda serata o che sono pronte ad uccidere chiunque pur di proteggere la loro signora, tutti atti a dimostrare la gratitudine e la stima che hanno per lei; oppure San si mostra incuriosita e sprezzante nei confronti del personaggio-uomo di Ashitaka, simbolo che non si è mai avvicinata troppo ad un uomo se non per ucciderlo.
A fronte di tutto questo, possiamo dire che il Maestro Miyazaki e il suo Studio Ghibli non sfigurano certo al fianco di questo titolo, che risulta essere una delle pietre miliari dell'animazione nipponica, forse uno dei migliori realizzati dal maestro stesso, se non il migliore!
VOTO: 10