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Umanista. E' il primo termine che mi verrebbe in mente per descrivere T.T.G.L. Comunque, non potrei mettere che da 10 in su al mio anime preferito.
Anzitutto, un commento generico su alcune delle componenti principali.
Animazioni: oserei definirle ottimali per la prima serie; peccato per un lieve decadimento nella seconda serie, meno curata esteticamente ma più sviluppata, al contrario, in quanto a trama, significati e caratterizzazioni.
Character design: bello, soprattutto nel caso di Kamina e Yoko.
Personaggi: non troppo di spessore ma espliciti. Risultano caratterizzati più dalla gestualità che dalle parole. Non appaiono flashback di nessun tipo, se non in rare occasioni.
Trama: è abbastanza banale, più che altro l'essenza della stessa coincide con il messaggio che è decisamente la parte fondamentale della serie.
Messaggio: non è altro che un groviglio di indizi che convergono in un solo punto, l'essenza della natura umana, che tutto può, o quasi, grazie alle proprie possibilità di ragionamento. La decantata irrazionalità di T.T.G.L. è infatti non l'illogicità, ma un progressivo disinteresse verso cose e concetti astrusi e contorti, o addirittura inutili, che altro non fanno se non rallentare la "velocità rotatoria della spirale", ossia rallentare l'evoluzione. E' anche e soprattutto un "vai&prendi" senza seghe mentali inconcludenti. Si tende insomma non tanto a mettere da parte la ragione, ma a privarsi dei ragionamenti inutili e a scavare in fondo, ben oltre ciò che si può vedere o, ancora peggio, che si conosce per esperienza completamente indiretta.
Resa: l'esasperazione, l'eccentricità, l'elisione di tutto ciò che può essere inutile alla trama, o ancora più al messaggio (vedi il non fare inquadrature su informazioni non essenziali, l'assenza di cognomi, l'assenza delle storie dei singoli personaggi, ecc.) hanno il compito specifico di "essenzializzare" il messaggio.
La prima serie tende a colori caldi, e presenta comunque un arcobaleno di colori belli e travolgenti. E' la parte un po' più "bambina" e più scherzosa.
La seconda serie dà una sfumatura più matura all'intero anime, lasciando comprendere che la prima serie, in realtà, altro non era che un inizio. Si tende infatti a colori più freddi, ad ambientazioni notturne o scure, ma ad un altrettanto bello coinvolgimento emotivo.
L'intero anime è caratterizzato da una continua lotta fra razionalità e irrazionalità che culmina in uno spettacolare combattimento finale, caratterizzato tuttavia, in fin dei conti, più da parole che da pugni, e molto commuovente.

Ora un commento più riflessivo.

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

Occorre in primis comprendere che la maggior parte delle serie Gainax trattano o comunque, in qualche modo, comprendono un tema fisso: il tema dell'"otaku".
L'otaku non è solo il sostenitore di anime, manga e videogiochi, ma la persona chiusa e sfiduciata, che non vede la realtà che lo circonda e che cerca la propria in altro, vedendola in modo diverso, per non dire contorto (il tema è più ampio, ma la sostanza è questa). Abbiamo agli inizi un ragazzino più o meno inetto, dal carattere (solo dal carattere) tendenzialmente otaku, il quale diventa una specie di reincarnazione di un Dio irrazionale (Kamina); guida letteralmente "dalla testa" un mecha composto di energia evolutiva (energia della spirale) e combatte contro un Dio razionale in un altro universo.
Si tratta dunque di un otaku che cresce, evolve o, almeno, così è in teoria: il tema chiave è dunque l'evoluzione.
Tornando al tema otaku, la realtà di Simon si identifica con il sottosuolo, è distorta dalle credenze, non è per nulla intenzionata ad emergere. E' insomma una realtà che impedisce, a lui come agli altri uomini, di vedere quella vera: il cielo azzurro e la superficie, per la cui conquista occorre lottare e compiere un difficoltoso percorso. Kamina conosce la superficie, ed esige di arrivarvi, comprendendo tuttavia che si tratta di un mondo crudo e non poco difficile da affrontare. Tutto ciò che sa è che vuole affrontarlo, e che può. Kamina, con il suo vigore e la sua forza infiamma il suo animo e fa luce nelle tenebre del sottosuolo, dando speranza e, al tempo stesso, chiarendo quanto di sbagliato c'è nel credere in una credenza completamente inutile, stupida e priva di conferme. Terminato il suo compito Kamina scompare, lasciando traccia di sé in Simon e nel concetto che lega fra loro i vari eventi che si svolgono nell'anime, concentrato infatti sulla natura umana. Kamina in poche parole non scompare mai, rappresentando la natura umana (che tende a scoprire e ad evolversi) e la fiducia nel potere dell'uomo non di plasmare a suo piacimento casi e natura, ma quantomeno di ottenere ciò che vuole dal momento che lo desidera: è una sorta di credo, in cui il Dai Gurren-Dan deve riporre speranze e convinzione. Simon diviene quel credo, dopo lo stesso Kamina.
Ma non sono degli Dei, sono solo dei Credo, cosa ben più umile e concreta.
In sostanza ci si chiede: ma la fine dell'evoluzione qual'è? Vedendo la fine sembra tutto quasi paradossale. In realtà è solo l'inserimento di un tema in un altro.

Potrei rimanere tutto il resto della giornata a dilungarmi su connessioni, citazioni, singoli personaggi, elementi tecnici volti sempre a rendere il messaggio, ma mi limito a consigliarvi di guardarlo. Non voglio fare di Gurren Lagann l'anime più bello di chissà cosa e in chissà quale ambito. Vi dico solo che ha classe, spesso è divertente ed è senz'altro bello da seguire, a patto però che vi lasciate travolgere dalla sua apparente illogicità e dalla comicità di molte delle sue situazioni.