Recensione
Recensione di DeborohWalker
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Il secondo film della riscrittura della saga di Kenshiro esce, come in Giappone, direttamente in DVD; questa volta è il turno di Julia, che ci permette di vedere la storia dal suo punto di vista. Gli eventi sono quelli ben conosciuti dai fan della serie, ma la focalizzazione sulla protagonista ci permette di scoprire retroscena molto interessanti, alternando scene nuove a frammenti di scene già conosciute per contestualizzare cronologicamente tutte le parti della vicenda (un meccanismo simile a quello de Il Re Leone 3). L'OAV comincia nel passato (o meglio, nel nostro presente) con una Julia bambina in viaggio verso il tempio d'allenamento di Hokuto; dovrebbe salire su un aeroplano, ma una visione la fa desistere dal salire a bordo del velivolo, che effettivamente esploderà (qualcuno ha visto Final Destination, mh?). Quando la bimba giunge a destinazione farà la conoscenza dei quattro discepoli di Hokuto, nella scena più bella del film, che permette allo spettatore di vedere in azione Kenshiro, Raoul, Toki e Jagger, immersi in un contesto molto più rilassato di quello in cui li conosceremo successivamente, anche se ognuno mostra già le caratteristiche peculiari della propria personalità.
Oltre a rappresentare la vicenda di Shin (senza lo scontro finale con Kenshiro però), il film segue Julia in tutta quella parte di storia nella quale la ragazza non è mai apparsa; così facendo, il film riesce a rispondere a molte domande che potevano sorgere durante la lettura del manga, inserendo eventi paralleli che risultano così naturali da indurre a pensare che siano stati scritti venti anni fa compatibilmente col fumetto, e siano semplicemente stati estromessi. Ecco quindi l'investitura di Julia a generale di Nanto, e i suoi successivi incontri con Toki e Shin, spingendoli ad azioni che non avremmo mai pensato potessero essere state influenzate da Julia.
Dopo aver mostrato brevemente lo scontro con Souther (il climax del precedente lungometraggio), la camera si sofferma su Raoul, che potrebbe tranquillamente affrontare Kenshiro, ma preferisce attendere che diventi un vero e proprio Messia per l'umanità, stroncando poi ogni speranza del popolo; interessante retroscena per il Re di Hokuto. Tra l'altro il film si conclude laddove finiva il primo, creando una sorta di "coppia" che rappresenta due lati della stessa medaglia.
Oltre a Soga, che fa una breve apparizione creando così un rimando a "La Leggenda di Raoul", appaiono due altri personaggi assenti nel manga creati per l'occasione: Dahma, un discepolo di Nanto che ha cresciuto la piccola Julia, e il cane Tobi che accompagnerà la ragazza in tutte le fasi della sua vita fino alla fine del film.
Sorprende che il film pur appartenendo alla saga di Kenshro abbia una scarsa presenza di combattimenti, per lo più frammenti di scene già conosciute; il prodotto però si rivolge quasi unicamente ai fan di Kenshiro che già conoscono la storia, dato che alcuni eventi vengono solo accennati, dando per scontato che lo spettatore li conosca già.
Se per quel che riguarda la storia l'OAV offre numerosi spunti intelligenti e ci si può ritenere soddisfatti, lo stesso purtroppo non vale anche per il comparto tecnico: il character design dei personaggi è più vicino allo stile di Tetsuo Hara, i disegni e la colorazione si attestano su buoni livelli (a eccezione di qualche sporadico crollo nella qualità dei disegni), mentre le animazioni sono davvero di scarsa fattura, scattose e poco fluide.
Nonostante non siamo all'altezza del film precedente, l'operazione di restyling di Kenshiro si conferma come una valida incarnazione animata del guerriero di Hokuto, dopo la squallida versione anni '80.
Oltre a rappresentare la vicenda di Shin (senza lo scontro finale con Kenshiro però), il film segue Julia in tutta quella parte di storia nella quale la ragazza non è mai apparsa; così facendo, il film riesce a rispondere a molte domande che potevano sorgere durante la lettura del manga, inserendo eventi paralleli che risultano così naturali da indurre a pensare che siano stati scritti venti anni fa compatibilmente col fumetto, e siano semplicemente stati estromessi. Ecco quindi l'investitura di Julia a generale di Nanto, e i suoi successivi incontri con Toki e Shin, spingendoli ad azioni che non avremmo mai pensato potessero essere state influenzate da Julia.
Dopo aver mostrato brevemente lo scontro con Souther (il climax del precedente lungometraggio), la camera si sofferma su Raoul, che potrebbe tranquillamente affrontare Kenshiro, ma preferisce attendere che diventi un vero e proprio Messia per l'umanità, stroncando poi ogni speranza del popolo; interessante retroscena per il Re di Hokuto. Tra l'altro il film si conclude laddove finiva il primo, creando una sorta di "coppia" che rappresenta due lati della stessa medaglia.
Oltre a Soga, che fa una breve apparizione creando così un rimando a "La Leggenda di Raoul", appaiono due altri personaggi assenti nel manga creati per l'occasione: Dahma, un discepolo di Nanto che ha cresciuto la piccola Julia, e il cane Tobi che accompagnerà la ragazza in tutte le fasi della sua vita fino alla fine del film.
Sorprende che il film pur appartenendo alla saga di Kenshro abbia una scarsa presenza di combattimenti, per lo più frammenti di scene già conosciute; il prodotto però si rivolge quasi unicamente ai fan di Kenshiro che già conoscono la storia, dato che alcuni eventi vengono solo accennati, dando per scontato che lo spettatore li conosca già.
Se per quel che riguarda la storia l'OAV offre numerosi spunti intelligenti e ci si può ritenere soddisfatti, lo stesso purtroppo non vale anche per il comparto tecnico: il character design dei personaggi è più vicino allo stile di Tetsuo Hara, i disegni e la colorazione si attestano su buoni livelli (a eccezione di qualche sporadico crollo nella qualità dei disegni), mentre le animazioni sono davvero di scarsa fattura, scattose e poco fluide.
Nonostante non siamo all'altezza del film precedente, l'operazione di restyling di Kenshiro si conferma come una valida incarnazione animata del guerriero di Hokuto, dopo la squallida versione anni '80.