Recensione
Binbou Shimai Monogatari
8.0/10
Due sorelle, Kyo di quindici anni ed Asu di nove, vivono da sole. La loro madre è morta quando Asu aveva appena un anno, e il padre le ha abbandonate. Possono contare solo l'una sull'altra. Kyo, pur essendo giovanissima, ha due lavori e prova per quanto è possibile a far da madre alla piccola Asu, tra mille difficoltà e non poche insicurezze sul suo modo di allevarla.
Con una profonda riflessione sulla società: ecco, così ci lascia quest'anime. E con un padre assolutamente menefreghista e incurante dei bisogni delle figlie, due bambine che, seppur forti e coraggiose, restano pur sempre delle bambine bisognose di attenzione e protezione.
Attenzione che riescono a trovare solo in quelli a cui dovrebbe interessare di meno: vicine di casa e il proprietario del palazzo in cui vivono. E ovviamente la trovano solo in minima parte rispetto a quella di cui avrebbero veramente bisogno, anche a ragione, considerando che in fondo si tratta più di carità che di affetto, visto che sono pur sempre degli estranei.
Con un tratto grafico semplice e immediato, senza inutili effetti speciali che nulla c'entrerebbero con la trama, quest'anime arriva dritto al cuore di chi lo guarda.
Facile pensare che sia tutto troppo triste e già visto, ma quest'opera riesce nel difficile tentativo di non cadere nel banale e nel ridicolo, limitandosi a raccontare le avventure delle due sorelle senza tanti e inutili fronzoli.
Sono sole e la vita è difficile. Lo è già quando si è adulti, figuriamoci quando si è poco più che bambini e non si può chiedere aiuto a nessuno.
L'anime è commovente in molti punti, ma non sdolcinato al punto da diventare assurdo.
Una scarna ma anche per questo adatta colonna sonora completa quest'anime dai pochi ma assolutamente ben fatti e riflessivi episodi.
Con una profonda riflessione sulla società: ecco, così ci lascia quest'anime. E con un padre assolutamente menefreghista e incurante dei bisogni delle figlie, due bambine che, seppur forti e coraggiose, restano pur sempre delle bambine bisognose di attenzione e protezione.
Attenzione che riescono a trovare solo in quelli a cui dovrebbe interessare di meno: vicine di casa e il proprietario del palazzo in cui vivono. E ovviamente la trovano solo in minima parte rispetto a quella di cui avrebbero veramente bisogno, anche a ragione, considerando che in fondo si tratta più di carità che di affetto, visto che sono pur sempre degli estranei.
Con un tratto grafico semplice e immediato, senza inutili effetti speciali che nulla c'entrerebbero con la trama, quest'anime arriva dritto al cuore di chi lo guarda.
Facile pensare che sia tutto troppo triste e già visto, ma quest'opera riesce nel difficile tentativo di non cadere nel banale e nel ridicolo, limitandosi a raccontare le avventure delle due sorelle senza tanti e inutili fronzoli.
Sono sole e la vita è difficile. Lo è già quando si è adulti, figuriamoci quando si è poco più che bambini e non si può chiedere aiuto a nessuno.
L'anime è commovente in molti punti, ma non sdolcinato al punto da diventare assurdo.
Una scarna ma anche per questo adatta colonna sonora completa quest'anime dai pochi ma assolutamente ben fatti e riflessivi episodi.