Recensione
Il secondo OAV di Fushigi Yuugi equivale alla seconda e ultima parte del manga. Tamahome, una delle sette stelle di Suzaku, si è reincarnato nel mondo di Miaka per potere finalmente stare con la ragazza che ama.
E' stato Suzaku, la bestia sacra del Sud, a esaudire il desiderio di Miaka e Tamahome di potere restare insieme. Infatti Suzaku è una Fenice sacra e in un certo senso è il simbolo dell'amore, poiché possiede sia una parte maschile sia una femminile, le quali, ardendo insieme, si uniscono per potere rinascere.
Tamahome nel mondo reale si chiama Taka e, a parte l'amore per Miaka, non ricorda nient'altro. Viene quindi chiamato insieme a Miaka in un rotolo di scrittura, che li trasporta entrambi a Konan per potere recuperare delle pietre contenenti i ricordi di Tamahome. Le pietre sono 7 ed è necessario che Taka le recuperi per non scomparire dall'esistenza. Chiaramente la ricerca è ostacolata da un demone maligno.
Questa è la trama. La storia è interessante. E' bello sapere che Taka possa recuperare tutti i preziosi ricordi di Tamahome. Lo scontro e la gelosia tra Tamahome e Taka si presentano appassionanti, ma c'è qualcosa che non va. Forse colpa della traduzione a dir poco infantile, forse perché impregnato di frasi fatte, forse per colpa del doppiaggio, è da riconoscere che in alcuni punti l'anime annoia.
Il doppiaggio è davvero poco aderente alle personalità dei personaggi conosciuti nella serie TV in lingua originale. Hotohori ha perso la sua virilità, la sua sensualità, e Taka/Tamahome ha smarrito la sua freschezza, il suo essere spavaldo anche nei momenti di drammatica determinazione, mentre Miaka funziona solo nelle scene serie, e Chichiri è credibile, però ha perso la sua cantilena.
Una delle cose che proprio m'è sembrata fuori luogo è la continua traduzione di "chan" con "piccola", anche quando Yui e Miaka parlano tra loro. Sarà che è sempre uno shock sentire il doppiaggio italiano dopo quello nipponico, però credo che davvero si potesse fare di più.
Comunque sia è sempre un piacere vedere episodi di Fushigi Yuugi e, nonostante non sia soddisfatta della versione italiana, la storia della Watase merita interesse.
Avrei messo 6,5, però ho preferito arrotondare per eccesso.
E' stato Suzaku, la bestia sacra del Sud, a esaudire il desiderio di Miaka e Tamahome di potere restare insieme. Infatti Suzaku è una Fenice sacra e in un certo senso è il simbolo dell'amore, poiché possiede sia una parte maschile sia una femminile, le quali, ardendo insieme, si uniscono per potere rinascere.
Tamahome nel mondo reale si chiama Taka e, a parte l'amore per Miaka, non ricorda nient'altro. Viene quindi chiamato insieme a Miaka in un rotolo di scrittura, che li trasporta entrambi a Konan per potere recuperare delle pietre contenenti i ricordi di Tamahome. Le pietre sono 7 ed è necessario che Taka le recuperi per non scomparire dall'esistenza. Chiaramente la ricerca è ostacolata da un demone maligno.
Questa è la trama. La storia è interessante. E' bello sapere che Taka possa recuperare tutti i preziosi ricordi di Tamahome. Lo scontro e la gelosia tra Tamahome e Taka si presentano appassionanti, ma c'è qualcosa che non va. Forse colpa della traduzione a dir poco infantile, forse perché impregnato di frasi fatte, forse per colpa del doppiaggio, è da riconoscere che in alcuni punti l'anime annoia.
Il doppiaggio è davvero poco aderente alle personalità dei personaggi conosciuti nella serie TV in lingua originale. Hotohori ha perso la sua virilità, la sua sensualità, e Taka/Tamahome ha smarrito la sua freschezza, il suo essere spavaldo anche nei momenti di drammatica determinazione, mentre Miaka funziona solo nelle scene serie, e Chichiri è credibile, però ha perso la sua cantilena.
Una delle cose che proprio m'è sembrata fuori luogo è la continua traduzione di "chan" con "piccola", anche quando Yui e Miaka parlano tra loro. Sarà che è sempre uno shock sentire il doppiaggio italiano dopo quello nipponico, però credo che davvero si potesse fare di più.
Comunque sia è sempre un piacere vedere episodi di Fushigi Yuugi e, nonostante non sia soddisfatta della versione italiana, la storia della Watase merita interesse.
Avrei messo 6,5, però ho preferito arrotondare per eccesso.