Recensione
Lady Oscar (Live Action)
4.0/10
Questo live action di Lady Oscar, considerando la media dei film dello stesso genere, è appena sotto il limite della decenza. Appare chiaro che il regista non ha un'eccelsa padronanza tecnica, innanzitutto per via dei tempi morti che ricordano fin troppo gli sceneggiati della RAI di quarant'anni fa.
Manca totalmente la visione autoriale e la capacità di scandire i tempi tipica dei grandi registi. Nel tentativo evidente di rappresentare tutti i momenti salienti del manga o dell'anime dalla nascita di Oscar fino alla presa della Bastiglia, manca il coraggio di fare un'opera specificatamente per la TV o per il cinema. In genere, ciò implica prendere scelte forti e coraggiose anche a costo di stravolgere taluni personaggi, tagliare o modificare alcune scene, aprire nuovi filoni narrativi e stralciarne altri. All'epoca, naturalmente, Peter Jackson non aveva ancora realizzato il manuale di come si trasforma senza paura un'opera letteraria in un film (parlo di The Lord of the Rings), ma si poteva fare di meglio.
La sceneggiatura di questo "Lady Oscar" banalizza la storia perché gli autori non padroneggiano l'intreccio, anche se in alcune scene si nota un certo sforzo di riprodurre il materiale di partenza. Paradossalmente, però, viene a mancare l'atmosfera dell'originale. Prova ne sia che proprio nel momento più topico e ricco di pathos, gli autori cambiano le vicende compiendo un salto mortale con harakiri incorporato. Modificare il finale, davvero, è la scelta più folle che potessero fare.
Per quanto riguarda gli attori, siamo ai limiti del dilettantismo, anche se bisogna dire che potrebbe essere il doppiaggio a essere di qualità scadente. Una cattiva performance dei nostri doppiatori può cambiare tantissimo la percezione, ma resta il fatto che Oscar ha dei lineamenti troppo femminili e dei comportamenti stereotipati che possono sembrare altezzosi. La ragazza, a onor del vero, ci prova. E per alcuni istanti quasi ci riesce, ma poi scivola nell'insipido. Spiace, perché il regista osa un bacio saffico in tempi non sospetti, in una scena che quasi riesce a catturare l'interesse (perché più movimentata), ma non è abbastanza per fugare la convinzione che quella non sia affatto Oscar François de Jarjayes.
Disastrosa la figura di André: nonostante gli sforzi, la tensione erotica e sentimentale tra i due è appena abbozzata. Dire che André ha voglia di sesso e il siparietto con la ragazza che vorrebbe prostituirsi per mangiare, non è sufficiente. Eppure sarebbe stato un tasto facile su cui lavorare per migliorare la storia, anche inventando scene che nel manga non ci sono, se necessario. Bastava che la parola gelosia passasse nella testa del regista.
L'attore che interpreta il padre di Oscar è accettabile, ma con lo script a disposizione non riesce evidentemente a fare granché. Anche altri nel cast danno prove quasi decenti, ma la debolezza della sceneggiatura rende impossibile fare di più. Infatti, qualche personaggio minore viene inserito in scene filler che rallentano la narrazione senza dare nulla di significativo: in questi casi i personaggi vanno tagliati senza pietà. Insomma, il live action di Lady Oscar è una mezza ciofeca, che conduce sicuramente alla noia.
Manca totalmente la visione autoriale e la capacità di scandire i tempi tipica dei grandi registi. Nel tentativo evidente di rappresentare tutti i momenti salienti del manga o dell'anime dalla nascita di Oscar fino alla presa della Bastiglia, manca il coraggio di fare un'opera specificatamente per la TV o per il cinema. In genere, ciò implica prendere scelte forti e coraggiose anche a costo di stravolgere taluni personaggi, tagliare o modificare alcune scene, aprire nuovi filoni narrativi e stralciarne altri. All'epoca, naturalmente, Peter Jackson non aveva ancora realizzato il manuale di come si trasforma senza paura un'opera letteraria in un film (parlo di The Lord of the Rings), ma si poteva fare di meglio.
La sceneggiatura di questo "Lady Oscar" banalizza la storia perché gli autori non padroneggiano l'intreccio, anche se in alcune scene si nota un certo sforzo di riprodurre il materiale di partenza. Paradossalmente, però, viene a mancare l'atmosfera dell'originale. Prova ne sia che proprio nel momento più topico e ricco di pathos, gli autori cambiano le vicende compiendo un salto mortale con harakiri incorporato. Modificare il finale, davvero, è la scelta più folle che potessero fare.
Per quanto riguarda gli attori, siamo ai limiti del dilettantismo, anche se bisogna dire che potrebbe essere il doppiaggio a essere di qualità scadente. Una cattiva performance dei nostri doppiatori può cambiare tantissimo la percezione, ma resta il fatto che Oscar ha dei lineamenti troppo femminili e dei comportamenti stereotipati che possono sembrare altezzosi. La ragazza, a onor del vero, ci prova. E per alcuni istanti quasi ci riesce, ma poi scivola nell'insipido. Spiace, perché il regista osa un bacio saffico in tempi non sospetti, in una scena che quasi riesce a catturare l'interesse (perché più movimentata), ma non è abbastanza per fugare la convinzione che quella non sia affatto Oscar François de Jarjayes.
Disastrosa la figura di André: nonostante gli sforzi, la tensione erotica e sentimentale tra i due è appena abbozzata. Dire che André ha voglia di sesso e il siparietto con la ragazza che vorrebbe prostituirsi per mangiare, non è sufficiente. Eppure sarebbe stato un tasto facile su cui lavorare per migliorare la storia, anche inventando scene che nel manga non ci sono, se necessario. Bastava che la parola gelosia passasse nella testa del regista.
L'attore che interpreta il padre di Oscar è accettabile, ma con lo script a disposizione non riesce evidentemente a fare granché. Anche altri nel cast danno prove quasi decenti, ma la debolezza della sceneggiatura rende impossibile fare di più. Infatti, qualche personaggio minore viene inserito in scene filler che rallentano la narrazione senza dare nulla di significativo: in questi casi i personaggi vanno tagliati senza pietà. Insomma, il live action di Lady Oscar è una mezza ciofeca, che conduce sicuramente alla noia.