Recensione
Detective Conan
10.0/10
Vedere Conan non è stata una fatica, ma un'impresa titanica. Trovare tutti gli episodi, vederli, rivederli e rivederli nuovamente non è stato per niente facile, ma ora sono qui e questa è al mia recensione.
Devo ammettere che, se si tratta di libri gialli/horror, rimango incantata solo a vedere la copertina, mentre se si tratta di serie TV, che siano animate o recitate da personaggi reali, sono abbastanza scettica. Di solito è troppo facile smascherare il colpevole e se si ha un po' d'intuito si può fare dopo il primo quarto d'ora (nel caso di un cartone anche meno), perciò l'idea di gettarmi nella visione di un giallo sotto forma di anime proprio mi disgustava. Ma mi ero completamente sbagliata.
Inizia a vedere i primi episodi di Conan costretta dagli amici dei centri estivi (eh sì, proprio lì, direte voi), su uno scomodissimo muretto vicino alle tribune del calcetto. Come riuscì a concentrarmi rimane un mistero ancora per me, fatto sta che m'innamorai a prima vista. Conan non era il solito poliziesco/giallo incartato e impacchettato nello stesso stampo degli altri, ma un'opera a parte, ricca di quella cosa che tutti comunemente chiamiamo suspense e che solo i libri di Stephen King mi sanno dare.
Ma passiamo alla trama, decisamente più importante rispetto a tutto quello riportato sopra: Shinichi Kudo, un liceale appassionato di casi polizieschi e ammiratore di Sherlock Holmes, ascolta per un caso del destino un discorso che non avrebbe dovuto sentire e a causa di ciò due uomini in nero gli fanno ingoiare una pillola che dovrebbe ucciderlo, ma che invece, per sua (s)fortuna lo rimpicciolisce di 10 anni. All'inizio Shinichi non sa bene cosa fare ma alla fine, grazie al prezioso aiuto del professor Agasa, che finge di fronte a Ran che lui sia suo nipote, va ad abitare a casa di Ran. Ma soprattutto, visto che il padre della ragazza è un detective, ha l'occasione di potere continuare la sua passione risolvendo brillantemente i casi affidati al padre.
Tuttavia il suo fine è in realtà un altro: riuscire a rintracciare i due uomini in nero e la base della loro organizzazione per rubare una piccola dose del veleno che gli hanno dato e creare insieme ad Agasa un antidoto che lo faccia ritornare adulto.
Ci riuscirà? Guardatelo e lo scoprirete.
Per quanto riguarda la narrazione, i numerosi casi che Conan incontra sul suo cammino... Scusatemi, che il padre di Ran incontra sul suo cammino, non appesantiscono la trama, ma la rendono ancora più accattivante di quanto non sarebbe. Beh, senza quello non ci sarebbe nemmeno la trama.
Invece i disegni per me sono a dir poco fantastici, ricchi di particolari e... Non so cosa dire perché a mio avviso sono fatti bene, tra i migliori che abbia mai incontrato.
Trovo anche le musiche sempre perfettamente adatte al contesto, rendono benissimo l'atmosfera e riescono addirittura a smorzare la tensione dove cresce troppo, rischiando di opprimere lo spettatore.
Quest'anime non è consigliato, ma stra-consigliato, per me è bello, ben fatto e ben congegnato. Lo assicuro a tutti, secondo me di anime così se ne trovano pochissimi e quando ci sono non bisogna assolutamente perdersele.
Devo ammettere che, se si tratta di libri gialli/horror, rimango incantata solo a vedere la copertina, mentre se si tratta di serie TV, che siano animate o recitate da personaggi reali, sono abbastanza scettica. Di solito è troppo facile smascherare il colpevole e se si ha un po' d'intuito si può fare dopo il primo quarto d'ora (nel caso di un cartone anche meno), perciò l'idea di gettarmi nella visione di un giallo sotto forma di anime proprio mi disgustava. Ma mi ero completamente sbagliata.
Inizia a vedere i primi episodi di Conan costretta dagli amici dei centri estivi (eh sì, proprio lì, direte voi), su uno scomodissimo muretto vicino alle tribune del calcetto. Come riuscì a concentrarmi rimane un mistero ancora per me, fatto sta che m'innamorai a prima vista. Conan non era il solito poliziesco/giallo incartato e impacchettato nello stesso stampo degli altri, ma un'opera a parte, ricca di quella cosa che tutti comunemente chiamiamo suspense e che solo i libri di Stephen King mi sanno dare.
Ma passiamo alla trama, decisamente più importante rispetto a tutto quello riportato sopra: Shinichi Kudo, un liceale appassionato di casi polizieschi e ammiratore di Sherlock Holmes, ascolta per un caso del destino un discorso che non avrebbe dovuto sentire e a causa di ciò due uomini in nero gli fanno ingoiare una pillola che dovrebbe ucciderlo, ma che invece, per sua (s)fortuna lo rimpicciolisce di 10 anni. All'inizio Shinichi non sa bene cosa fare ma alla fine, grazie al prezioso aiuto del professor Agasa, che finge di fronte a Ran che lui sia suo nipote, va ad abitare a casa di Ran. Ma soprattutto, visto che il padre della ragazza è un detective, ha l'occasione di potere continuare la sua passione risolvendo brillantemente i casi affidati al padre.
Tuttavia il suo fine è in realtà un altro: riuscire a rintracciare i due uomini in nero e la base della loro organizzazione per rubare una piccola dose del veleno che gli hanno dato e creare insieme ad Agasa un antidoto che lo faccia ritornare adulto.
Ci riuscirà? Guardatelo e lo scoprirete.
Per quanto riguarda la narrazione, i numerosi casi che Conan incontra sul suo cammino... Scusatemi, che il padre di Ran incontra sul suo cammino, non appesantiscono la trama, ma la rendono ancora più accattivante di quanto non sarebbe. Beh, senza quello non ci sarebbe nemmeno la trama.
Invece i disegni per me sono a dir poco fantastici, ricchi di particolari e... Non so cosa dire perché a mio avviso sono fatti bene, tra i migliori che abbia mai incontrato.
Trovo anche le musiche sempre perfettamente adatte al contesto, rendono benissimo l'atmosfera e riescono addirittura a smorzare la tensione dove cresce troppo, rischiando di opprimere lo spettatore.
Quest'anime non è consigliato, ma stra-consigliato, per me è bello, ben fatto e ben congegnato. Lo assicuro a tutti, secondo me di anime così se ne trovano pochissimi e quando ci sono non bisogna assolutamente perdersele.