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Che film. Finora io lo considero il film d'animazione. Quasi mi mancano le parole per descriverlo, è qualcosa che ti tocca l'anima, tra un disegno (sempre perfetto) e un altro sembra quasi di galleggiare come in un sogno fatto da un bambino, dove i colori e le emozioni regnano sovrani e la logica perde di significato. "La città incantata" è un'opera che nella sua semplicità riesce ad affrontare problematiche esistenziali, massime di vita e dilemmi esistenziali celandoli in personaggi, situazioni e dettagli più o meno velati, cosicché ogni volta che si guarda il film se ne scoprono di nuovi.

In quest'opera Hayao Miyazaki ha raggiunto il culmine, l'apice di un viaggio che era partito nel lontano 1984 con l'ottimo "Nausicaa della Valle del vento", prodotto dall'ancora nascente Studio Ghibli. Questo lungometraggio è la punta di diamante, il fiore all'occhiello di un'artista che, sebbene venga stimato nei paesi del Sol Levate, continua a essere snobbato da noi a favore di film sempre più commerciali - salvo rare eccezioni - di produttori occidentali, vedi Disney Pictures e DreamWorks Animation.
"La città incantata" è un film che va visto. Punto.

P.S.: della serie "se la classe non è acqua", Akira Kurosawa diceva di Miyazaki: "Talvolta lo paragonano a me. Mi dispiace per lui perché lo abbassano di livello."