Recensione
El Cazador de la Bruja
7.0/10
Recensione di Ravenguard
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Premetto che non ho ancora visto le precedenti serie della trilogia delle "ragazze con la pistola", ma questo non dovrebbe essere un problema visto che non dovrebbero entrarci nulla una con l'altra. Detto questo passo a recensire l'anime in questione iniziando dai lati positivi.
Pur non essendo niente di rivoluzionario o eccelso, "El Cazador" è un anime piuttosto ben fatto. Si notano una certa cura nel disegno, buoni sfondi e un'animazione sempre fluida e senza sbavature degna di nota. Il character design è abbastanza buono anche se i personaggi non sono certo spiccatamente originali (curioso che a me Nadie ricordi un po' il personaggio di Yoko in TTGL, che è uscito in contemporanea a quest'anime; chiariamoci, sto parlando di design, non del personaggio). La colonna sonora fa il suo lavoro, accompagnandosi bene ed esaltando il ritmo della narrazione pur senza spiccare o essere molto varia.
La storia presenta spunti interessanti e ho molto apprezzato l'ambientazione pseudo messicana/western che mi ha riportato ai tempi di Trigun, che con quest'anime, ci tengo a sottolinearlo per non creare confusione, ha poco a che vedere se non per un'ambientazione che strizza l'occhio al genere western e per l'idea del ricercato in fuga.
La psicologia dei due personaggi principali è molto ben tratteggiata e, per Ellis, anche approfondita. Inoltre quasi tutti i personaggi secondari non comparse hanno un certo spessore e sono piuttosto interessanti, a volte più dei principali. In effetti l' unico personaggio ad avermi molto colpito è stato L.A. con la sua sofferta e tragica ricerca del briciolo di umanità rimasta nel suo cuore.
Evidenziati i lati positivi passiamo a quelli un po' più dolenti.
Già dal numero dei "pur", dei "nonostante", degli "abbastanza" e degli incisi nella mia elencazione dei punti di forza dell'anime si può intuire come "El Cazador" sia un anime piacevole, che si lascia guardare e con alcuni elementi interessanti, ma che non spicca in nessun campo e quindi non può aspirare a diventare un titolo di punta rimanendo nel campo dei "buoni" anime da guardare per passare piacevolmente le serate.
Alla storia manca qualcosa. Le premesse per una buona trama ci sono tutte, ma non si può fare a meno di notare che manca una certa "spinta". La struttura a episodi autoconclusivi, all'interno dei quali si dovrebbero svelare man mano i "misteri" della trama principale, risulta a lungo andare pesante forse anche per la scarsità di "misteri" veri e propri da svelare che ha portato gli sceneggiatori ad "allungare un po' troppo il brodo", con il risultato che, quando finalmente arriva una rivelazione, lo spettatore ha intuito di cosa si tratta già da 2/3 puntate.
Detto questo, la pesantezza è attenuata dalla discreta varietà di situazioni in cui si vengono a trovare le protagoniste - pur all'interno del solito canovaccio di ragazze in fuga a cui tutti danno la caccia -, dalla presenza di buoni personaggi secondari, che alleviano il carico narrativo sulle spalle di Ellis e Nadie, e dalla validità dei dialoghi, che non scadono troppo spesso nelle solite banalità care all'animazione giapponese. In generale comunque si nota una certa difficoltà nel raggiungere il climax, dovuta, a mio parere, a uno sviluppo insufficiente delle buone premesse della trama principale, oltre che a un paio di altri fattori che spiegherò nei prossimi due punti.
Vi è la mancanza di un antagonista principale credibile. Se L.A. fa quello che può come antagonista secondario per buona parte degli episodi e si rivela, a mio parere, il personaggio più interessante della serie, si deve dall'altro lato sottolineare come il Dott. Rosemberg sia senz'altro il personaggio peggio costruito. Se dovessi scegliere due aggettivi per descriverlo sarebbero irritante e nullo. Irritante per il suo essere costantemente un passo davanti a tutti senza alcuna motivazione valida se non la sua presunta intelligenza superiore, in grado di programmare non solo le sue azioni, ma anche quelle degli altri con mesi di anticipo e con una precisione inverosimile - sino a fargli intuire risvolti di ipotetiche mosse delle sue controparti ben prima che queste decidessero di attuarle, risvolti che le stesse controparti intuiranno solo molto tempo dopo avere intrapreso le azioni in questione. Si tratta di quella stessa sindrome da iper-intelligenza che non ho potuto fare a meno di rilevare (e qui so già che verrò lapidato) in alcuni punti dello scontro tra Light e L in "Death Note" dove gli sceneggiatori, nello sforzo di fare apparire i personaggi molto più intelligenti degli spettatori, a volte fanno prendere decisioni su basi che si avvicinano di più alla chiromanzia che alla logica deduttiva.
E poi è nullo per l'inconsistenza della sua personalità e per la confusione nei suoi obiettivi, elementi questi imprescindibili per un antagonista che manovra dietro le quinte. Senza chiarezza nelle motivazioni e obiettivi tutti i siparietti misteriosi in ufficio e nella sua villa - con l'introduzione di una donna che non si sa che ci stia a fare lì -, le sue azioni e la sua stessa personalità in retrospettiva più che misteriosi appaiono risibili e confusi.
E' presente una terza parte nella lotta della quale si sa poco o nulla, tranne una sua vaga predilezione per l'incatenare le persone con cui si parla al telefono, e le cui motivazioni e obiettivi appaiono poco chiari quanto quanto quelle di Rosemberg, con l'aggravante che a un certo punto si fa intuire la presenza diverse fazioni al suo interno, presenza che in seguito viene dimenticata o comunque non approfondita.
Grava inoltre la mancanza di approfondimento su Nadie, presentata come la cacciatrice di taglie dal passato misterioso e che tiene fede alla sua descrizione visto che lo spettatore di quel passato non saprà mai nulla.
E' evidente la volontà di completare la trilogia con tre serie da 26 episodi ciascuna, visto che la storia finisce all'episodio 25 e il 26° è assolutamente inutile.
Infine ci tengo a fare presente che in una recensione tendo a far notare i punti deboli di una serie e che, ovviamente, se la serie è buona i miei rilievi tendono a riguardare elementi meno importanti nell'economia generale della visione dell'opera. In una serie con pochi punti di distinzione ma anche poche pecche gravi com'è El Cazador, l'elenco suddetto non deve spaventare o dissuadere dalla visione, ma piuttosto informare su cosa ci si troverà davanti. Quindi ci tengo a finire questa recensione precisando ancora una volta che il mio voto rispecchia la mia valutazione di quest'anime, che in generale è un prodotto buono e piacevole da vedere.
Pur non essendo niente di rivoluzionario o eccelso, "El Cazador" è un anime piuttosto ben fatto. Si notano una certa cura nel disegno, buoni sfondi e un'animazione sempre fluida e senza sbavature degna di nota. Il character design è abbastanza buono anche se i personaggi non sono certo spiccatamente originali (curioso che a me Nadie ricordi un po' il personaggio di Yoko in TTGL, che è uscito in contemporanea a quest'anime; chiariamoci, sto parlando di design, non del personaggio). La colonna sonora fa il suo lavoro, accompagnandosi bene ed esaltando il ritmo della narrazione pur senza spiccare o essere molto varia.
La storia presenta spunti interessanti e ho molto apprezzato l'ambientazione pseudo messicana/western che mi ha riportato ai tempi di Trigun, che con quest'anime, ci tengo a sottolinearlo per non creare confusione, ha poco a che vedere se non per un'ambientazione che strizza l'occhio al genere western e per l'idea del ricercato in fuga.
La psicologia dei due personaggi principali è molto ben tratteggiata e, per Ellis, anche approfondita. Inoltre quasi tutti i personaggi secondari non comparse hanno un certo spessore e sono piuttosto interessanti, a volte più dei principali. In effetti l' unico personaggio ad avermi molto colpito è stato L.A. con la sua sofferta e tragica ricerca del briciolo di umanità rimasta nel suo cuore.
Evidenziati i lati positivi passiamo a quelli un po' più dolenti.
Già dal numero dei "pur", dei "nonostante", degli "abbastanza" e degli incisi nella mia elencazione dei punti di forza dell'anime si può intuire come "El Cazador" sia un anime piacevole, che si lascia guardare e con alcuni elementi interessanti, ma che non spicca in nessun campo e quindi non può aspirare a diventare un titolo di punta rimanendo nel campo dei "buoni" anime da guardare per passare piacevolmente le serate.
Alla storia manca qualcosa. Le premesse per una buona trama ci sono tutte, ma non si può fare a meno di notare che manca una certa "spinta". La struttura a episodi autoconclusivi, all'interno dei quali si dovrebbero svelare man mano i "misteri" della trama principale, risulta a lungo andare pesante forse anche per la scarsità di "misteri" veri e propri da svelare che ha portato gli sceneggiatori ad "allungare un po' troppo il brodo", con il risultato che, quando finalmente arriva una rivelazione, lo spettatore ha intuito di cosa si tratta già da 2/3 puntate.
Detto questo, la pesantezza è attenuata dalla discreta varietà di situazioni in cui si vengono a trovare le protagoniste - pur all'interno del solito canovaccio di ragazze in fuga a cui tutti danno la caccia -, dalla presenza di buoni personaggi secondari, che alleviano il carico narrativo sulle spalle di Ellis e Nadie, e dalla validità dei dialoghi, che non scadono troppo spesso nelle solite banalità care all'animazione giapponese. In generale comunque si nota una certa difficoltà nel raggiungere il climax, dovuta, a mio parere, a uno sviluppo insufficiente delle buone premesse della trama principale, oltre che a un paio di altri fattori che spiegherò nei prossimi due punti.
Vi è la mancanza di un antagonista principale credibile. Se L.A. fa quello che può come antagonista secondario per buona parte degli episodi e si rivela, a mio parere, il personaggio più interessante della serie, si deve dall'altro lato sottolineare come il Dott. Rosemberg sia senz'altro il personaggio peggio costruito. Se dovessi scegliere due aggettivi per descriverlo sarebbero irritante e nullo. Irritante per il suo essere costantemente un passo davanti a tutti senza alcuna motivazione valida se non la sua presunta intelligenza superiore, in grado di programmare non solo le sue azioni, ma anche quelle degli altri con mesi di anticipo e con una precisione inverosimile - sino a fargli intuire risvolti di ipotetiche mosse delle sue controparti ben prima che queste decidessero di attuarle, risvolti che le stesse controparti intuiranno solo molto tempo dopo avere intrapreso le azioni in questione. Si tratta di quella stessa sindrome da iper-intelligenza che non ho potuto fare a meno di rilevare (e qui so già che verrò lapidato) in alcuni punti dello scontro tra Light e L in "Death Note" dove gli sceneggiatori, nello sforzo di fare apparire i personaggi molto più intelligenti degli spettatori, a volte fanno prendere decisioni su basi che si avvicinano di più alla chiromanzia che alla logica deduttiva.
E poi è nullo per l'inconsistenza della sua personalità e per la confusione nei suoi obiettivi, elementi questi imprescindibili per un antagonista che manovra dietro le quinte. Senza chiarezza nelle motivazioni e obiettivi tutti i siparietti misteriosi in ufficio e nella sua villa - con l'introduzione di una donna che non si sa che ci stia a fare lì -, le sue azioni e la sua stessa personalità in retrospettiva più che misteriosi appaiono risibili e confusi.
E' presente una terza parte nella lotta della quale si sa poco o nulla, tranne una sua vaga predilezione per l'incatenare le persone con cui si parla al telefono, e le cui motivazioni e obiettivi appaiono poco chiari quanto quanto quelle di Rosemberg, con l'aggravante che a un certo punto si fa intuire la presenza diverse fazioni al suo interno, presenza che in seguito viene dimenticata o comunque non approfondita.
Grava inoltre la mancanza di approfondimento su Nadie, presentata come la cacciatrice di taglie dal passato misterioso e che tiene fede alla sua descrizione visto che lo spettatore di quel passato non saprà mai nulla.
E' evidente la volontà di completare la trilogia con tre serie da 26 episodi ciascuna, visto che la storia finisce all'episodio 25 e il 26° è assolutamente inutile.
Infine ci tengo a fare presente che in una recensione tendo a far notare i punti deboli di una serie e che, ovviamente, se la serie è buona i miei rilievi tendono a riguardare elementi meno importanti nell'economia generale della visione dell'opera. In una serie con pochi punti di distinzione ma anche poche pecche gravi com'è El Cazador, l'elenco suddetto non deve spaventare o dissuadere dalla visione, ma piuttosto informare su cosa ci si troverà davanti. Quindi ci tengo a finire questa recensione precisando ancora una volta che il mio voto rispecchia la mia valutazione di quest'anime, che in generale è un prodotto buono e piacevole da vedere.