Recensione
Il Vento dell'Amnesia
9.0/10
Recensione di Koomori-san
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“Una civiltà più evoluta non è necessariamente più saggia.”
Che succederebbe se in un futuro lontano, anno 1999, un vento cancellasse i ricordi e le diverse culture di tutta l’umanità? 1999, dieci anni fa.
Brivido, come soffermandosi a riflettere su "2001 Odissea nello Spazio". Il tempo ha già a lungo superato la nostra immaginazione.
Realizzato negli anni 90, vent’anni ci separano dal "Vento dell’Amnesia", a opera dal famoso studio MadHouse.
Wataru vuol dire viaggiatore ed è il nome del protagonista. Siamo a San Francisco. Johnnie, un ragazzino disabile risultato di esperimenti militari diventato immune al vento dell’amnesia grazie a un disco dati impiantato nel cervello che gli funziona da memoria di riserva, insegna a Wataru a parlare e i rudimenti della nostra civiltà.
Gli esseri umani hanno dimenticato ogni cosa, il linguaggio, le convenzioni sociali, la guida, l’utilizzo dei computer e delle macchine presenti ovunque nelle città e che senza un controllo arrecano disastri immani e hanno decimato la popolazione.
Ma chi ha lasciato soffiare il vento dell’amnesia sul genere umano? Probabilmente una civiltà aliena decisa a arrestare la nostra evoluzione.
Dopo la morte di Johnnie causata da malattia, Wataru parte per il mondo per cercare qualcuno che non abbia perso la memoria, per insegnare agli altri ciò che Johnnie ha insegnato a lui. Sarà un’impresa difficile perché il genere umano è ritornato a vivere allo stesso modo degli animali, in preda al solo istinto. Nel suo viaggio Wataru incontrerà Sophia, una misteriosa donna che sembra sapere qualcosa al riguardo e che lo accompagnerà a lungo, fino al momento in cui dovrà ritornare sulla sua astronave per fare rapporto di quanto accaduto al suo popolo, nella speranza di restituire la memoria agli esseri umani.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Hideyuki Kikuchi. Dalle storie di Kikuchi sono state tratte altre opere, tra cui il film "La città delle bestie incantatrici" (il prossimo che vedrò) e la serie manga Vampire Hunter D.
La regia de "il Vento dell’Amnesia" è di Kazuo Yamazaki, famoso per aver curato "Lamù", "Cara Dolce Kyoko", "Mobile Suit Gundam", e alla supervisione vediamo invece Yoshiaki Kawajiri, “Program” in Animatrix. Non a caso "Il Vento dell’Amnesia" è un prodotto estremamente curato, dal charachter design dolce che mi ha ricordato, non so perché, quello di Katsura.
In Italia il titolo non è stato riproposto in DVD, è disponibile solo in VHS. Il doppiaggio è buono.
Forse c'è un po’ troppo fanservice nel finale, su di un’opera che risulta nel complesso molto raffinata e che meriterebbe più attenzione. Ma "il Vento dell’Amnesia" evidentemente è soffiato anche su se stesso.
Che succederebbe se in un futuro lontano, anno 1999, un vento cancellasse i ricordi e le diverse culture di tutta l’umanità? 1999, dieci anni fa.
Brivido, come soffermandosi a riflettere su "2001 Odissea nello Spazio". Il tempo ha già a lungo superato la nostra immaginazione.
Realizzato negli anni 90, vent’anni ci separano dal "Vento dell’Amnesia", a opera dal famoso studio MadHouse.
Wataru vuol dire viaggiatore ed è il nome del protagonista. Siamo a San Francisco. Johnnie, un ragazzino disabile risultato di esperimenti militari diventato immune al vento dell’amnesia grazie a un disco dati impiantato nel cervello che gli funziona da memoria di riserva, insegna a Wataru a parlare e i rudimenti della nostra civiltà.
Gli esseri umani hanno dimenticato ogni cosa, il linguaggio, le convenzioni sociali, la guida, l’utilizzo dei computer e delle macchine presenti ovunque nelle città e che senza un controllo arrecano disastri immani e hanno decimato la popolazione.
Ma chi ha lasciato soffiare il vento dell’amnesia sul genere umano? Probabilmente una civiltà aliena decisa a arrestare la nostra evoluzione.
Dopo la morte di Johnnie causata da malattia, Wataru parte per il mondo per cercare qualcuno che non abbia perso la memoria, per insegnare agli altri ciò che Johnnie ha insegnato a lui. Sarà un’impresa difficile perché il genere umano è ritornato a vivere allo stesso modo degli animali, in preda al solo istinto. Nel suo viaggio Wataru incontrerà Sophia, una misteriosa donna che sembra sapere qualcosa al riguardo e che lo accompagnerà a lungo, fino al momento in cui dovrà ritornare sulla sua astronave per fare rapporto di quanto accaduto al suo popolo, nella speranza di restituire la memoria agli esseri umani.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Hideyuki Kikuchi. Dalle storie di Kikuchi sono state tratte altre opere, tra cui il film "La città delle bestie incantatrici" (il prossimo che vedrò) e la serie manga Vampire Hunter D.
La regia de "il Vento dell’Amnesia" è di Kazuo Yamazaki, famoso per aver curato "Lamù", "Cara Dolce Kyoko", "Mobile Suit Gundam", e alla supervisione vediamo invece Yoshiaki Kawajiri, “Program” in Animatrix. Non a caso "Il Vento dell’Amnesia" è un prodotto estremamente curato, dal charachter design dolce che mi ha ricordato, non so perché, quello di Katsura.
In Italia il titolo non è stato riproposto in DVD, è disponibile solo in VHS. Il doppiaggio è buono.
Forse c'è un po’ troppo fanservice nel finale, su di un’opera che risulta nel complesso molto raffinata e che meriterebbe più attenzione. Ma "il Vento dell’Amnesia" evidentemente è soffiato anche su se stesso.