Recensione
Planzet
6.0/10
"Planzet" mi ha immediatamente affascinato dalle immagini e questo mi ha portato a guardarmelo tutto, inoltre il CG ultimamente ha fatto passi da gigante. Risultato: 6, ma andiamo con ordine.
Il CG è stupendo e curatissimo, sebbene non arrivino al dettaglio di "The Spirit Within", che dalla sua aveva anche qualche milioncino di sesterzi in più pur essendo di 9 anni più vecchio, ma lo sforzo è quantomeno apprezzato, così come il chara e il design, anche se quest'ultimo spazia un po' troppo tra le varie epoche storiche; un esempio tra tutti è vedere orologi e cronometri ogni volta con una scelta stilistica differente, spaziando dagli anni '50 agli anni '90, come per dirci "guarda come siamo stati bravi". Gli autori sono stati sì bravi, ma il pastiche proposto lascia perplessi.
I combattimenti sono, almeno inizialmente, ben proposti non lasciando nulla al caso, anche se non dicono niente di nuovo; inoltre i mecha sono bellissimi e leggermente anonimi, il che li rende credibili come mezzi da battaglia, ma il vero dramma giunge nel giudicare la storia.
La trama è quanto di più riproposto nella storia del manga: un asteroide cattivo arriva e minaccia la Terra, "Yamato" docet, ma su questo si può chiudere un occhio, per il resto gli occhi chiusi dovrebbero essere due, forse tre. Non è vero, fin a metà la storia funziona, bella, addirittura drammatica, con personaggi profondi; poi, probabilmente per i tempi, per i soldi spesi o per chissà cos'altro, scende come una scure la scelta di un "deus ex machina" che fa cadere nella banalità più cupa sia la storia sia i dialoghi, rovinando un'intro e una parte centrale davvero ben realizzate.
In conclusione, "Planzet" è un'occasione mancata, poteva essere una pietra miliare, una perla rara del CG, ma rimane uno fra tanti, con buone idee, ma con un finale da dimenticare, lontano anni luce dalla poesia di "Final Fantasy" e dalla profondità di "Vexille", sebbene il confronto non sia da prendere troppo sul serio, ma questo fa notare il fatto che, con qualche sforzo produttivo in più, il film sarebbe potuto andare a braccetto con questi due titani del CG.
Il CG è stupendo e curatissimo, sebbene non arrivino al dettaglio di "The Spirit Within", che dalla sua aveva anche qualche milioncino di sesterzi in più pur essendo di 9 anni più vecchio, ma lo sforzo è quantomeno apprezzato, così come il chara e il design, anche se quest'ultimo spazia un po' troppo tra le varie epoche storiche; un esempio tra tutti è vedere orologi e cronometri ogni volta con una scelta stilistica differente, spaziando dagli anni '50 agli anni '90, come per dirci "guarda come siamo stati bravi". Gli autori sono stati sì bravi, ma il pastiche proposto lascia perplessi.
I combattimenti sono, almeno inizialmente, ben proposti non lasciando nulla al caso, anche se non dicono niente di nuovo; inoltre i mecha sono bellissimi e leggermente anonimi, il che li rende credibili come mezzi da battaglia, ma il vero dramma giunge nel giudicare la storia.
La trama è quanto di più riproposto nella storia del manga: un asteroide cattivo arriva e minaccia la Terra, "Yamato" docet, ma su questo si può chiudere un occhio, per il resto gli occhi chiusi dovrebbero essere due, forse tre. Non è vero, fin a metà la storia funziona, bella, addirittura drammatica, con personaggi profondi; poi, probabilmente per i tempi, per i soldi spesi o per chissà cos'altro, scende come una scure la scelta di un "deus ex machina" che fa cadere nella banalità più cupa sia la storia sia i dialoghi, rovinando un'intro e una parte centrale davvero ben realizzate.
In conclusione, "Planzet" è un'occasione mancata, poteva essere una pietra miliare, una perla rara del CG, ma rimane uno fra tanti, con buone idee, ma con un finale da dimenticare, lontano anni luce dalla poesia di "Final Fantasy" e dalla profondità di "Vexille", sebbene il confronto non sia da prendere troppo sul serio, ma questo fa notare il fatto che, con qualche sforzo produttivo in più, il film sarebbe potuto andare a braccetto con questi due titani del CG.