Recensione
The World God Only Knows
8.0/10
Recensione di KristianKensei
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"Il mondo che solo Dio conosce"... e proprio da questo voglio partire in questa piccola recensione: da lui, Kami-sam. E paradossalmente voglio iniziare dall'ultima puntata in cui tutta la sua divinità si esprime riuscendo a giocare contemporaneamente a 24 gal game. Infatti questo dio di cui si parla non è altro che la perfetta idealizzazione dell'otaku moderno, divinizzato, un uomo che non conosce perdono, non conosce real life, conosce solo il mondo dei videogiochi, non un normale mondo dei videogiochi, ma un mondo suo, il mondo che solo lui conosce, il mondo del titolo.
Quest'apologia dell'otaku perfetto dell'ultimo episodio che paradossalmente potrebbe essere il primo spiega il motivo per cui viene scelto da una demone, infatti in alcune ragazze si nascondono delle anime "perdute" e per salvarle bisogna conquistare il cuore di queste ragazze con un bacio.
Dopo un "misunderstanding", Keima, il nome del dio delle conquiste del 2d che non ha mai conquistato una ragazza in vita sua, si ritrova a dover conquistare le ragazze nella real life con tutti i problemi annessi e l'ilarità che nasce da molte situazioni - e dalla sua compagna demone un po' sbadata.
L'anime subisce una forza centripeta verso il protagonista, che è effettivamente la forza unica che lo rende piacevole, divertente e dà un senso a tutto. L'ilarità nasce dal distaccamento del protagonista dal mondo reale, ma il suo dover conquistare lo porta a vivere il mondo reale e il suo approccio spesso come fosse in un game. Certe volte fa ridere, inoltre la sua aiutante è quanto di più sbadato possa esistere. Infatti la forza centrifuga, in cui dovrebbero identificarsi gli altri personaggi, le storie d'amore e tutto, sono quasi una cosa opzionale, utili solo per dimostrare la forza del protagonista.
I personaggi secondari sono pieni di tutti i cliché esistenti; anche se hanno una rapida evoluzione psicologica, tutto è fine all'intuizione geniale del protagonista. Più che di storie d'amore si potrebbe parlare di gialli, in cui il protagonista è il detective e deve capire chi è l'assassino tramite un indizio banalissimo; in questo caso il protagonista deve riuscire a fare innamorare di sé la ragazza di turno. Sì, perché, forse non l'ho detto, ma questa prima serie è fatta da tre archi più degli episodi comici per spezzare il ritmo.
Inoltre l'anime sembra essere menomato poiché è quasi un prequel, dato che è la trasposizione dei primi capitoli del manga e quindi ha ancora molto da raccontare - infatti è stata già annunciata la seconda serie per aprile.
In un commento generale posso dire che "Kami nomi zo shiru sekai" è comunque un anime piacevole e mette molta carne al fuoco soprattutto nel rapporto di Keima, di "dio", con la realtà; lui dice di esserne totalmente fuori e spesso lo dimostra con tutti i suoi atteggiamenti, con la sua analitica conquista fredda dell'eroina di turno, però delle volte sembra che tutto questo entri in conflitto con la sua personalità, come se a poco a poco il mondo reale, le ragazze reali che incontra, si prendano un pezzettino del suo cuore, e gli lascino un vuoto, infinitesimale, che mostra che lui vive nel mondo reale e il fascino di questo lo colpisce, nonostante il vero orgasmo lo viva nel mondo che solo lui conosce. E' esemplare la storia della bibliotecaria nell'ultimo arco: lei è chiusa nel suo mondo di libri; sembra esserci infatti un parallelismo evidente con la situazione di Keima.
L'anime è sicuramente da guardare per la piacevolezza della visione, inoltre i disegni e le animazioni son ben fatti e l'opening credo sia una delle più belle che abbia mai ascoltato, non una canzone, ma un'opera d'arte. Vi consiglio ardentemente di recuperare la versione originale da 8 minuti.
E se siete otaku, il fascino di questo protagonista non potrà che colpirvi oltre che darvi un interessantissimo punto di vista: le donne reali sono come quelle dei game, certo con mille sfumature in più, ma con loro anche nella vita reale, un solo evento può portare a una route che darà un'ending, good o bad che sia...
E quindi anche voi, cari otaku, che route sceglierete? Ditemi, la vedete, la vedete, l'ending?
Quest'apologia dell'otaku perfetto dell'ultimo episodio che paradossalmente potrebbe essere il primo spiega il motivo per cui viene scelto da una demone, infatti in alcune ragazze si nascondono delle anime "perdute" e per salvarle bisogna conquistare il cuore di queste ragazze con un bacio.
Dopo un "misunderstanding", Keima, il nome del dio delle conquiste del 2d che non ha mai conquistato una ragazza in vita sua, si ritrova a dover conquistare le ragazze nella real life con tutti i problemi annessi e l'ilarità che nasce da molte situazioni - e dalla sua compagna demone un po' sbadata.
L'anime subisce una forza centripeta verso il protagonista, che è effettivamente la forza unica che lo rende piacevole, divertente e dà un senso a tutto. L'ilarità nasce dal distaccamento del protagonista dal mondo reale, ma il suo dover conquistare lo porta a vivere il mondo reale e il suo approccio spesso come fosse in un game. Certe volte fa ridere, inoltre la sua aiutante è quanto di più sbadato possa esistere. Infatti la forza centrifuga, in cui dovrebbero identificarsi gli altri personaggi, le storie d'amore e tutto, sono quasi una cosa opzionale, utili solo per dimostrare la forza del protagonista.
I personaggi secondari sono pieni di tutti i cliché esistenti; anche se hanno una rapida evoluzione psicologica, tutto è fine all'intuizione geniale del protagonista. Più che di storie d'amore si potrebbe parlare di gialli, in cui il protagonista è il detective e deve capire chi è l'assassino tramite un indizio banalissimo; in questo caso il protagonista deve riuscire a fare innamorare di sé la ragazza di turno. Sì, perché, forse non l'ho detto, ma questa prima serie è fatta da tre archi più degli episodi comici per spezzare il ritmo.
Inoltre l'anime sembra essere menomato poiché è quasi un prequel, dato che è la trasposizione dei primi capitoli del manga e quindi ha ancora molto da raccontare - infatti è stata già annunciata la seconda serie per aprile.
In un commento generale posso dire che "Kami nomi zo shiru sekai" è comunque un anime piacevole e mette molta carne al fuoco soprattutto nel rapporto di Keima, di "dio", con la realtà; lui dice di esserne totalmente fuori e spesso lo dimostra con tutti i suoi atteggiamenti, con la sua analitica conquista fredda dell'eroina di turno, però delle volte sembra che tutto questo entri in conflitto con la sua personalità, come se a poco a poco il mondo reale, le ragazze reali che incontra, si prendano un pezzettino del suo cuore, e gli lascino un vuoto, infinitesimale, che mostra che lui vive nel mondo reale e il fascino di questo lo colpisce, nonostante il vero orgasmo lo viva nel mondo che solo lui conosce. E' esemplare la storia della bibliotecaria nell'ultimo arco: lei è chiusa nel suo mondo di libri; sembra esserci infatti un parallelismo evidente con la situazione di Keima.
L'anime è sicuramente da guardare per la piacevolezza della visione, inoltre i disegni e le animazioni son ben fatti e l'opening credo sia una delle più belle che abbia mai ascoltato, non una canzone, ma un'opera d'arte. Vi consiglio ardentemente di recuperare la versione originale da 8 minuti.
E se siete otaku, il fascino di questo protagonista non potrà che colpirvi oltre che darvi un interessantissimo punto di vista: le donne reali sono come quelle dei game, certo con mille sfumature in più, ma con loro anche nella vita reale, un solo evento può portare a una route che darà un'ending, good o bad che sia...
E quindi anche voi, cari otaku, che route sceglierete? Ditemi, la vedete, la vedete, l'ending?