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"Phantom - Requiem for the Phantom" è un anime in ventisei episodi tratto da una visual novel di cui, in tutta onestà, ignoro qualsiasi aspetto. Poco male, perché è dell'anime che stiamo parlando e la conoscenza della visual novel porterebbe a distogliere l'obiettivo e rischierebbe di farci perdere di vista quest'opera, veramente stupenda sotto diversi punti di vista.
Ho scoperto quest'anime per puro caso, proprio su Animeclick.it e in un modo che altri utenti avranno potuto provare: ho cercato qualcosa di davvero "nuovo", di mai sentito, e dopo una breve ricerca ho ravvisato questo titolo accattivante, ho visto due personaggi con un aspetto promettente, ho ravvisato alcune recensioni entusiaste e altre deluse, stando attento a non farmi anticipazioni. Questo è sovente un processo che porta al nulla, ma se leggerete queste righe spero vi convinciate che non è questo il caso. "Requiem for the Phantom" è davvero un anime dalle mille sfaccettature magistralmente curate, dalle musiche a tematiche d'interesse, fino a una storia la cui direzione getta le basi per un'attenta visione e per un dibattito anche aspro sulle scelte.
Dopo tutta questa premessa, perché credo che questo sia un anime da premiare?

L'aspetto primario è la storia, a cui ho già accennato. Potremmo ripartire quest'ultima in tre grossi filoni di diversa lunghezza, suddivisi anche nell'anime da due episodi in gran parte riassuntivi.
L'esordio dell'anime è una partenza perfetta, un colpo di fulmine, un amore a prima vista di quelli che motivano a guardare l'intera serie in meno di tre giorni. In modo concitato, lo spettatore è introdotto in poco tempo nelle dinamiche di un emergente gruppo mafioso, il Gruppo Inferno, e di un malcapitato turista giapponese, che fa la sconvolgente conoscenza di un'assassina e del suo mentore. Inizia così il nostro viaggio nel mondo degli assassini e della mafia, tra subdole macchinazioni, scoperte di istinti sopiti ed evoluzioni dettate da dinamiche mentali decisamente interessanti. Il ritmo è quello giusto, che non sia eccessivamente statico e che dia respiro, i personaggi sono tutti coinvolgenti e di spessore, lo spettatore non crede ai propri occhi. Dopo un continuo susseguirsi di astuti piani, di emozionanti cambiamenti e alcuni nuovi incontri, senza quasi accorgercene ci ridestiamo in prossimità degli ultimi episodi con un certo disgusto. Questo è il chiaro segnale dell'inizio del terzo capitolo di "Requiem for the Phantom", che si avvia in una situazione difficile da spiegare, profondamente in contrasto con tutto quanto abbiamo già visto e con il carattere dei nostri personaggi. Con un cauto ottimismo, continuiamo la visione e verremo risollevati dagli ultimissimi episodi, che con un degno climax giungono all'apice di questa serie di rara bellezza con il finale, quello che forse non metterà d'accordo l'intero pubblico ma, a mio avviso, è il giusto epilogo per gli attori sulla scena prima che si cali il sipario.

La conclusione di questo vago riassunto non vuole essere uno sfoggio di eleganza fuori luogo, ma una ripresa del tema principale dell'anime: il teatro. Esso non ricorre solo come passione di uno dei personaggi di rilievo, ma si potrebbe definire la serie intera quasi un'opera teatrale. Il primo e più evidente indizio è la ricorrenza di diversi nomi in lingua italiana, arrivando addirittura a un'opera di nome "Un ballo in maschera", e la citazione di William Shakespeare, sia direttamente per bocca del personaggio sopra citato sia indirettamente con i diversi spunti meta-teatrali che, chi conosce il concetto, non mancherà di cogliere. In secondo luogo, l'anime abbandona decisamente il taglio fortemente realistico e verosimile che assume ormai la maggior parte delle opere cartacee e visive per adottare un punto di vista più distaccato, senza velleità di mostrare scene spinte e cruente, che pure avrebbero ragione d'essere in un contesto di mafia e assassini. Anche in occasione degli atti più turpi non si insiste mai su particolari inutili, ma si bada al senso, a una resa significativa e composta della scena, lasciando anche degli aspetti all'intuizione dello spettatore. Ne risulta un generale clima di finezza che è difficile trovare ai giorni nostri, soprattutto in un anime di questo genere, senza perdere la possibilità di guardare da vicino i personaggi, di provare empatia e addirittura immedesimarsi.

Unica eccezione a questa preziosa eleganza sono alcuni particolari di corpi femminili non spinti, ma certamente evitabili in contesti in cui non risultassero significativi, e l'eccessivo tempo dedicato a una ragazza di importanza marginale verso la fine della serie. Tenderei però a imputare questi ultimi aspetti alla necessità di soddisfare le aspettative di chi avesse seguito la visual novel da cui trae spunto la serie. Molto spesso, infatti, le scelte da operare in quel tipo di giochi hanno a che vedere con la creazione di relazioni affettive e il regista dell'anime potrebbe essersi scontrato con l'esigenza di non deludere i fan della suddetta ragazza e di mostrare impropriamente qualche nudità per appagare il seguace più otaku. Questi sono aspetti che ho trovato sgradevoli, ma che non inficiano troppo il mio giudizio complessivo, perché presentano le proporzioni di un neo su una creatura quasi perfetta nel suo contesto.

L'ultimo aspetto su cui vorrei soffermarmi prima di concludere è quello tecnico: parlo dello stile grafico e della musica. Il primo non è particolarmente complesso, ma sicuramente molto gradevole per tratto e colorazione. I personaggi, poi, hanno un aspetto molto variegato eppur significativo, distinguibile e immediato. Questa scelta accompagna molto bene lo stile di narrazione e le scelte registiche più apprezzabili, come l'insistenza sui temi della marionetta e del fantasma, sicuramente molto più di quanto avrebbe potuto fare la computer grafica. Tali elementi sono anche spesso supportati da un ottimo comparto musicale, con alcuni brani che accompagnano più che egregiamente i frequenti momenti di pathos.

Insomma, non mi stanco di ripetere che "Phantom - Requiem for the Phantom" è una serie sorprendente che difficilmente vi lascerà delusi se il vostro giudizio sarà equo e non risentirà troppo di questa recensione o di altre. Certamente l'anime si distingue nel suo genere e nel panorama moderno, e solo per questo penso che varrebbe la pena di dargli una possibilità. Detto ciò, mi appresto a lasciarvi con le speranze di chi freme dal poter condividere un tesoro e con la soddisfazione di chi ha ordinato ed esternato le sue entusiaste impressioni. Infine, il più caloroso saluto va agli attori di questo stupendo spettacolo, a cui dedico il più caloroso applauso e l'augurio di rivederli presto, magari in Italia.