Recensione
Il film di Space Battleship Yamato sembra realizzato a beneficio di quarantenni cresciuti con l'anime del '74, gente che ha visto tutte e tre le serie e tutti i film di animazione, possibilmente più volte. È evidente lo sforzo realizzato per compiacere questo tipo di pubblico. D'altra parte non si sono volute lasciare indietro le nuove generazioni e nel film sono stati modernizzati molti aspetti per venire incontro ai tempi che cambiano. Per esempio Yuki non è più la dolce biondina di un tempo, visto che la rivoluzione sessuale è passata da un pezzo: adesso è diventata una grintosissima pilota di caccia e può addirittura fare sesso con Kodai, cosa che non abbiamo mai potuto vedere nell'anime. Il Dottor Sado è diventato una graziosa signorina con gli occhiali, del resto dove l'avrebbero potuto trovare un attore che somigliasse a Sado?. Le spettatrici non sono state comunque trascurate, perché mi sembra che l'attore che incarna Kodai possa far girare la testa alle fangirl. Il robot IQ9 è stato modernizzato, ma devo dire che il cambiamento è andato a suo favore. Il ritmo è diventato più veloce di quello di un tempo, come ci si deve aspettare da un film, ma non troppo frenetico e le 2 ore e 11 minuti di durata permettono di narrare il viaggio della Yamato come merita. Tutti i cambiamenti superficiali hanno lasciato invariato il nucleo profondo dell'opera, che è sempre lo stesso dell'anime originale: Kodai è ancora Kodai; il capitano Okita è ancora il capitano; il cannone a onde moventi è ancora quello che era; e soprattutto la colonna sonora è sempre la solita ed è ancora in grado di commuovere oggi come un tempo.
Le scene clou della serie anime sono state riprodotte con religiosa scrupolosità, compreso il primo decollo della Yamato e l'importantissima scena di caricamento e fuoco del cannone a onde moventi. La Yamato è stata riprodotta nei minimi dettagli, compresi i motori e la plancia di comando. Le uniformi dei Guerrieri delle Stelle sono quelle che tutti conosciamo e amiamo. Tutto questo rende impossibile assegnare meno di 8 al film. D'altra parte il film non può uguagliare l'anime perché manca la fondamentale figura di Deslar, il personaggio che più di tutti ha fatto grande la corazzata Yamato, specialmente nella seconda serie. Per avere una grande serie d'azione è necessario un grande avversario: purtroppo la coscienza collettiva gamilonese vista nel film è Deslar solo di nome. Anche il legame tra Gamilon e Iskandar è stato modificato nel film: non dico di più per evitare spoiler, dirò solo che la regina Starsha appare in una forma diversa rispetto a quella cui eravamo abituati. Insomma, sono stati fatti dei cambiamenti, alcuni anche comprensibili e poco criticabili, altri invece più gravi. Ma non si sono snaturate le atmosfere dell'anime. L'eroismo, l'epicità, il senso di destino collegato alla missione della Yamato sono ancora gli stessi. Sorprende molto il finale, diverso e più drammatico di quello dell'anime, forse anche ingiustificato; eppure non mi sento di criticarlo. Quello che invece critico è la musica che si sente nell'ending, una canzone in inglese complementamente nuova quando invece mi aspettavo (e DOVEVA esserci) il tema della Yamato a tutto volume: non è possibile farlo sentire in sottofondo a bassissimo volume per buon parte del film e mai farlo sentire come merita, neppure una volta! Per questo arrotondo il mio 8,5 a 8, sennò avrei anche potuto arrotondare per eccesso. Si tratta comunque di un buon film in grado di soddisfare sia i giovani che i nostalgici, che tra l'altro ha goduto di un grandissimo successo di pubblico al box office giapponese.
P.S. ovviamente una parte di me sa che la corazzata Yamato è soltanto una grande illusione, nata per compensare i giapponesi della sonora sconfitta subita da parte degli americani durante la seconda guerra mondiale, in cui la vera portaerei Yamato, orgoglio della flotta imperiale, venne spietatamente affondata. Ma lasciamoli sognare e sognamo pure noi con loro.
Le scene clou della serie anime sono state riprodotte con religiosa scrupolosità, compreso il primo decollo della Yamato e l'importantissima scena di caricamento e fuoco del cannone a onde moventi. La Yamato è stata riprodotta nei minimi dettagli, compresi i motori e la plancia di comando. Le uniformi dei Guerrieri delle Stelle sono quelle che tutti conosciamo e amiamo. Tutto questo rende impossibile assegnare meno di 8 al film. D'altra parte il film non può uguagliare l'anime perché manca la fondamentale figura di Deslar, il personaggio che più di tutti ha fatto grande la corazzata Yamato, specialmente nella seconda serie. Per avere una grande serie d'azione è necessario un grande avversario: purtroppo la coscienza collettiva gamilonese vista nel film è Deslar solo di nome. Anche il legame tra Gamilon e Iskandar è stato modificato nel film: non dico di più per evitare spoiler, dirò solo che la regina Starsha appare in una forma diversa rispetto a quella cui eravamo abituati. Insomma, sono stati fatti dei cambiamenti, alcuni anche comprensibili e poco criticabili, altri invece più gravi. Ma non si sono snaturate le atmosfere dell'anime. L'eroismo, l'epicità, il senso di destino collegato alla missione della Yamato sono ancora gli stessi. Sorprende molto il finale, diverso e più drammatico di quello dell'anime, forse anche ingiustificato; eppure non mi sento di criticarlo. Quello che invece critico è la musica che si sente nell'ending, una canzone in inglese complementamente nuova quando invece mi aspettavo (e DOVEVA esserci) il tema della Yamato a tutto volume: non è possibile farlo sentire in sottofondo a bassissimo volume per buon parte del film e mai farlo sentire come merita, neppure una volta! Per questo arrotondo il mio 8,5 a 8, sennò avrei anche potuto arrotondare per eccesso. Si tratta comunque di un buon film in grado di soddisfare sia i giovani che i nostalgici, che tra l'altro ha goduto di un grandissimo successo di pubblico al box office giapponese.
P.S. ovviamente una parte di me sa che la corazzata Yamato è soltanto una grande illusione, nata per compensare i giapponesi della sonora sconfitta subita da parte degli americani durante la seconda guerra mondiale, in cui la vera portaerei Yamato, orgoglio della flotta imperiale, venne spietatamente affondata. Ma lasciamoli sognare e sognamo pure noi con loro.