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Il giudizio sul film "Shinobi" dipende fortemente da come il live viene affrontato dallo spettatore. Se viene visto come un semplice film di arti marziali ambientato nel medioevo giapponese, come ce ne sono tanti, gli si può assegnare la sufficienza. Non è certo buono, ma neanche orribile. Il problema sorge quando lo spettatore conosce le sorgenti del film, ovvero il romanzo di Futaro Yamada "Kouga Ninpocho" (1958), oppure il manga (2003) e l'anime di Basilisk (2005). Dal confronto con i suoi antecedenti il film esce con le ossa rotte ed è difficile perdonare un simile disastro avendo a disposizione un soggetto eccezionale. Per motivi di tempo la storia deve necessariamente essere ridotta e i venti ninja di Kouga e Iga vengono ridotti soltanto a dieci; inoltre gli effetti speciali di un film sono limitati rispetto alla magia di un anime, specialmente per quanto riguarda i combattimenti. Tutto ciò è comprensibile e non è per questo che penalizzo il film. Lo boccio invece perché tutto il pathos, il dramma e la spettacolarità dell'anime scompaiono completamente e perché l'area da tragedia classica vecchia di secoli è del tutto assente: il film sembra quasi un'americanata, un qualunque filmetto moderno senza arte né parte. Paradossalmente, la parte migliore del film è il finale, in cui il regista si svincola dalla trama del romanzo/manga/anime e ci dà una conclusione del tutto differente. Sarebbe stato meglio realizzare un film senza nulla a che fare con "Kouga Ninpocho". Così com'è, assegno un 5 per bontà d'animo.