Recensione
Bakuman. (2011)
8.0/10
A pochi mesi di distanza dalla recensione di "Bakuman" (prima serie) mi ritrovo a dovere giudicare questa seconda stagione.
Partiamo dalla fine: non c'è un vero e proprio finale, essendo già in programma la terza serie, ma ciò ovviamente fa perdere qualche punto. Tuttavia, nel complesso questa seconda stagione ne guadagna molti. Per certi versi si può dire che è stata stravolto nelle sue fondamenta. A un anime molto serioso sono state aggiunte diverse scene di umorismo, spesso e volentieri demenziali. I personaggi sono diventati più dinamici e le puntate regalano qualcosina di più della solita routine che affliggeva la prima serie: disegni --> consegna --> risultati.
Per quanto riguarda l'ambientazione, i passi avanti sono stati decisamente meno, ma in questo caso posso capire la scelta di lasciare lo studio al centro della storia.
Quello che mi ha colpito è che i suggerimenti e le strategie descritte all'interno dell'anime per migliorare il proprio manga "inventato" venivano puntualmente adottate anche per il miglioramento di "Bakuman" stesso. Questa cosa da una parte può affascinare perché fa comprendere allo spettatore i meccanismi sottostanti a un buon anime, dall'altra può innervosire perché lo fa sentire come una "preda" degli editor e degli autori che vogliono cercare di ammaliarlo in tutte le maniere. Certo, non voglio fare la parte dello sprovveduto, ma mi è sempre piaciuto pensare che gli anime nascessero dalla genialità degli autori, dal loro talento e non da un meticoloso studio a tavolino e con l'aggiunta di elementi non previsti con il solo scopo di renderlo più shounen, commerciale o chissà cosa.
Chiusa questa breve digressione, che mi sentivo di dovere fare, voglio spendere due doverose parole anche sulla storia d'amore tra Mashiro e la sua bella: finalmente si guardano negli occhi! No, questo non è uno spoiler perché nella puntata uno delle prima serie è già successo un incredibile evento del genere, ma posso anticiparvi che succederà con più naturalezza. Io continuo a chiedermi "Ma che razza di storia d'amore è?". Parlarsi solo via sms quando si abita a 10 metri di distanza e non c'è nessun impedimento fisico o ultraterreno che impedisca d'incontrarsi una volta ogni tanto... Va beh, prendiamolo come un altro astuto espediente degli autori. chissà che effetto sperano di ottenere.
Per concludere, la seconda serie di "Bakuman" è sicuramente un passo avanti rispetto alla prima per colpi di scena e livello di coinvolgimento della storia. Tuttavia, permangono diversi dei difetti, ma forse sono solo io a giudicarli tali.
Opening ed ending (solo quella della prima parte della serie) sono davvero ben fatte.
Aspetterò con tiepida ansia l'inizio della terza serie prevista in autunno.
Partiamo dalla fine: non c'è un vero e proprio finale, essendo già in programma la terza serie, ma ciò ovviamente fa perdere qualche punto. Tuttavia, nel complesso questa seconda stagione ne guadagna molti. Per certi versi si può dire che è stata stravolto nelle sue fondamenta. A un anime molto serioso sono state aggiunte diverse scene di umorismo, spesso e volentieri demenziali. I personaggi sono diventati più dinamici e le puntate regalano qualcosina di più della solita routine che affliggeva la prima serie: disegni --> consegna --> risultati.
Per quanto riguarda l'ambientazione, i passi avanti sono stati decisamente meno, ma in questo caso posso capire la scelta di lasciare lo studio al centro della storia.
Quello che mi ha colpito è che i suggerimenti e le strategie descritte all'interno dell'anime per migliorare il proprio manga "inventato" venivano puntualmente adottate anche per il miglioramento di "Bakuman" stesso. Questa cosa da una parte può affascinare perché fa comprendere allo spettatore i meccanismi sottostanti a un buon anime, dall'altra può innervosire perché lo fa sentire come una "preda" degli editor e degli autori che vogliono cercare di ammaliarlo in tutte le maniere. Certo, non voglio fare la parte dello sprovveduto, ma mi è sempre piaciuto pensare che gli anime nascessero dalla genialità degli autori, dal loro talento e non da un meticoloso studio a tavolino e con l'aggiunta di elementi non previsti con il solo scopo di renderlo più shounen, commerciale o chissà cosa.
Chiusa questa breve digressione, che mi sentivo di dovere fare, voglio spendere due doverose parole anche sulla storia d'amore tra Mashiro e la sua bella: finalmente si guardano negli occhi! No, questo non è uno spoiler perché nella puntata uno delle prima serie è già successo un incredibile evento del genere, ma posso anticiparvi che succederà con più naturalezza. Io continuo a chiedermi "Ma che razza di storia d'amore è?". Parlarsi solo via sms quando si abita a 10 metri di distanza e non c'è nessun impedimento fisico o ultraterreno che impedisca d'incontrarsi una volta ogni tanto... Va beh, prendiamolo come un altro astuto espediente degli autori. chissà che effetto sperano di ottenere.
Per concludere, la seconda serie di "Bakuman" è sicuramente un passo avanti rispetto alla prima per colpi di scena e livello di coinvolgimento della storia. Tuttavia, permangono diversi dei difetti, ma forse sono solo io a giudicarli tali.
Opening ed ending (solo quella della prima parte della serie) sono davvero ben fatte.
Aspetterò con tiepida ansia l'inizio della terza serie prevista in autunno.