Recensione
Chihayafuru
8.0/10
Liberiamo subito il campo da un equivoco: quest'anime di sentimentale ha davvero ben poco. Sportivo, scolastico, ma non sentimentale! Quindi se state cercando una storia d'amore tra i banchi di scuola guardate altrove.
"Bellezza sprecata", è così che chiamano Chihaya, sorella di una famosa modella con cui condivide la bellezza ma non i modi pacati e graziosi che tanto sono legati al concetto di femminilità giapponese. In verità non è che sia un maschiaccio, ha solamente un po' la testa tra le nuvole. Il suo sogno è quello di diventare Regina del Karuta, il gioco di carte (sconosciuto al di fuori del Giappone) che caratterizza tutto l'anime. Le vicende si svolgono tra la sala del club e i vari tornei sparsi in giro per la nazione.
Quest'anime non ha nulla di fantastico, colpi di scena o puntate mozzafiato. Ha, tuttavia, un grande merito: quello di portare una ventata di novità nel mondo degli anime che davvero fatica a uscire dalla palude di stereotipi e prodotti stravisti in cui si è infilato recentemente. Sì perché quantomeno mette al centro di tutto uno sport nuovo, poco popolare anche in Giappone, e lo rende avvincente, tanto che anch'io vedendo le puntate ho desiderato più volte di fare una partita.
Poi Chihaya è un personaggio davvero fantastico, che alza da solo tutto il livello dell'anime. Altro che "bellezza sprecata", è una ragazza che non passa mai inosservata e il cui volto comunica molto, molto di più delle solite belle-ragazze-dolci-tutte-uguali che ormai invadono (per non dire "infestano") la stragrande maggioranza degli anime. Allora ben venga una bella ragazza con un carattere forte, ma alla stesso tempo capace di piangere e di emozionarsi, di combattere e di scoraggiarsi. Un personaggio quanto mai vivo che accende tutto ciò che gli sta intorno. Trascina tutto e tutti con il suo entusiasmo, spettatore compreso.
Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati, sopratutto Arata. Un ragazzo solitario e vittima di Ijime - il classico bullismo giapponese che prevede di ignorare completamente l'altro - che però non si arrende e continua a coltivare la passione del Karuta tramandatagli dal nonno campione. E' lui che con la sua passione inizia Chihaya al gioco.
I disegni e le ambientazioni, i fondali e i volti sono disegnati in modo magistrale. Dal mio punto di vista non potrei chiedere di meglio. L'opening è molto energica, di quelle che ti rimangono in testa, e soprattutto dura il giusto.
Chiudendo il cerchio nel punto in cui l'avevo aperto, quest'anime ha un grande assente, inserito nella lista degli invitati, ma mai pervenuto: l'amore. Uno sguardo più prolungato e qualche frase sospetta sono davvero troppo poco per definire un anime "sentimentale". E io credo che se si fosse puntato maggiormente su questo aspetto ne avrebbe guadagnato tutta la storia, in termini esponenziali.
Non so se è già in programma una seconda serie o se il manga continua, ma il finale lo lascia intuire, quindi posso per il momento sospendere in parte il giudizio.
E' un anime che mi sento sicuramente di consigliare, che ho seguito e atteso nell'uscita delle sue puntate con relativa impazienza. Non è però un anime che raggiunge vette altissime, avendo comunque il merito di mantenersi costante e non perdere mai i suoi tratti più caratteristici.
"Bellezza sprecata", è così che chiamano Chihaya, sorella di una famosa modella con cui condivide la bellezza ma non i modi pacati e graziosi che tanto sono legati al concetto di femminilità giapponese. In verità non è che sia un maschiaccio, ha solamente un po' la testa tra le nuvole. Il suo sogno è quello di diventare Regina del Karuta, il gioco di carte (sconosciuto al di fuori del Giappone) che caratterizza tutto l'anime. Le vicende si svolgono tra la sala del club e i vari tornei sparsi in giro per la nazione.
Quest'anime non ha nulla di fantastico, colpi di scena o puntate mozzafiato. Ha, tuttavia, un grande merito: quello di portare una ventata di novità nel mondo degli anime che davvero fatica a uscire dalla palude di stereotipi e prodotti stravisti in cui si è infilato recentemente. Sì perché quantomeno mette al centro di tutto uno sport nuovo, poco popolare anche in Giappone, e lo rende avvincente, tanto che anch'io vedendo le puntate ho desiderato più volte di fare una partita.
Poi Chihaya è un personaggio davvero fantastico, che alza da solo tutto il livello dell'anime. Altro che "bellezza sprecata", è una ragazza che non passa mai inosservata e il cui volto comunica molto, molto di più delle solite belle-ragazze-dolci-tutte-uguali che ormai invadono (per non dire "infestano") la stragrande maggioranza degli anime. Allora ben venga una bella ragazza con un carattere forte, ma alla stesso tempo capace di piangere e di emozionarsi, di combattere e di scoraggiarsi. Un personaggio quanto mai vivo che accende tutto ciò che gli sta intorno. Trascina tutto e tutti con il suo entusiasmo, spettatore compreso.
Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati, sopratutto Arata. Un ragazzo solitario e vittima di Ijime - il classico bullismo giapponese che prevede di ignorare completamente l'altro - che però non si arrende e continua a coltivare la passione del Karuta tramandatagli dal nonno campione. E' lui che con la sua passione inizia Chihaya al gioco.
I disegni e le ambientazioni, i fondali e i volti sono disegnati in modo magistrale. Dal mio punto di vista non potrei chiedere di meglio. L'opening è molto energica, di quelle che ti rimangono in testa, e soprattutto dura il giusto.
Chiudendo il cerchio nel punto in cui l'avevo aperto, quest'anime ha un grande assente, inserito nella lista degli invitati, ma mai pervenuto: l'amore. Uno sguardo più prolungato e qualche frase sospetta sono davvero troppo poco per definire un anime "sentimentale". E io credo che se si fosse puntato maggiormente su questo aspetto ne avrebbe guadagnato tutta la storia, in termini esponenziali.
Non so se è già in programma una seconda serie o se il manga continua, ma il finale lo lascia intuire, quindi posso per il momento sospendere in parte il giudizio.
E' un anime che mi sento sicuramente di consigliare, che ho seguito e atteso nell'uscita delle sue puntate con relativa impazienza. Non è però un anime che raggiunge vette altissime, avendo comunque il merito di mantenersi costante e non perdere mai i suoi tratti più caratteristici.