Recensione
"The Last Hope" è il secondo capitolo della trilogia cinematografica di "20th Century Boys", tratta dal manga omonimo di Naoki Urasawa. Se c'è una cosa che caratterizza il capolavoro di Urasawa è la geniale commistione tra i registri serio, ironico, commovente e grottesco. Del resto questa è una commistione tipica della cultura giapponese moderna ed è presente in massimo grado anche i tutti i film della trilogia. Questo secondo film dovrebbe coprire dal sesto al quindicesimo volume del manga, ma è quello che presenta i tagli più estesi. Del resto era inevitabile, a meno di non fare diventare la trilogia di film un'esalogia. La differenza principale con il manga è che nel film c'è un solo Todomachi, ma questo è più un vantaggio che uno svantaggio.
In questo secondo film vale la pena di notare le performance di Kanna, interpretata da Airi Taira, e della simpatica Koizumi, la cui storia purtroppo è tagliata rispetto al manga, in cui scopriremo che è destinata a diventare un campionessa di bowling sotto la guida del barbone precognitivo God.
Si tratta di un film di transizione, che si chiude con uno spettacolare finale, che preannuncia l'ultimo e il migliore capitolo della saga. Non ho avuto problemi a seguire il film avendo ormai letto il manga, ma probabilmente per uno spettatore che segue la storia per la prima volta potrebbe risultare ostico.
In questo secondo film vale la pena di notare le performance di Kanna, interpretata da Airi Taira, e della simpatica Koizumi, la cui storia purtroppo è tagliata rispetto al manga, in cui scopriremo che è destinata a diventare un campionessa di bowling sotto la guida del barbone precognitivo God.
Si tratta di un film di transizione, che si chiude con uno spettacolare finale, che preannuncia l'ultimo e il migliore capitolo della saga. Non ho avuto problemi a seguire il film avendo ormai letto il manga, ma probabilmente per uno spettatore che segue la storia per la prima volta potrebbe risultare ostico.